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CLORO di Lamberto Sanfelice

Cloro locandinaJenny [Sara Serraiocco] è una diciassettenne promettente appassionata di nuoto sincronizzato.

Dopo la morte della madre e la bancarotta del padre Alfio [Andrea Vergoni], con il fratellino Fabrizio [Anatol Sassi] si trova costretta a trasferirsi dalla sua amata Ostia in un paesino della Maiella. I tre sono ospitati in una baita di proprietà dello zio Tondino [Giorgio Colangeli] abitante del luogo. Jenny si trova a fare da balia al padre depresso e al fratellino irrequieto, lascia gli studi, trova un impiego come donna delle pulizie in un albergo – lo “Splendor” – e cerca parallelamente di convincere suo zio a prendere con sé il fratellino per poter tornare a Ostia e dedicarsi nuovamente alla sua passione: il nuoto.

Quando scopre che nell’albergo c’è una piscina, si intrufola di notte per continuare ad allenarsi in previsione di una gara. Conosce così Ivan, il cupo custode dello stabile [Ivan Franek], che da subito diventa suo complice e successivamente amante.


Nel frattempo il padre di Jenny – ormai ingestibile – viene portato in un’antica baida gestita da una confraternita di preti, e lo zio Todino accetta di prendere con sé il piccolo Fabrizio.

Jenny torna finalmente a Ostia per la gara di nuoto sincronizzato, ma, una volta davanti alla piscina che tanto aveva desiderato raggiungere, si accorge che quel mondo ormai non le appartiene più: ciò che prima simboleggiava la sua libertà ha ormai l’aspetto di una recinzione, troppo piccola per contenere la sua precoce e sfortunata esperienza di vita.

Le fondamenta della decadenza drammaturgica contemporanea ci sono: una protagonista innocente e determinata con un sogno, e una serie di avversità invincibili da combattere. Ok. ..manca però tutto il resto.

Cloro foto 2La narrazione è lenta e straziante e mai abbastanza confidenziale da permettere allo spettatore di affezionarsi ai personaggi – in particolare modo alla protagonista; gli animi algidi e la sporadica presenza di colpi di scena – spesso estremamente rapidi e troppo poco approfonditi per sembrare anche lontanamente credibili – rendono il tutto molto più vicino ad un’idea per la realizzazione di un videoclip che di un film drammatico.

Dal punto di vista “visivo” una ormai ricorrente atmosfera “indie”, dai colori scialbi e per niente saturi, accompagna gli scenari ostili e semi-disabitati della provincia, e le origini umili dei personaggi a tratti tanto marcate da sembrare anch’esse poco veritiere.

Sembra che ormai esista un genere cinematografico – forse per l’indiscusso interessamento dei festival internazionali – a cui molti registi/autori cercano di prender parte. Questa teoria è scaturita dall’incredibile somiglianza con Corpo celeste di Alice Rohrwacher. Anche lì si parlava di un esordio alla regia, e anche lì la protagonista era una adolescente con grandi doveri e grandi responsabilità, con una sorella minore da seguire, e i cui sogni erano ostacolati dal fato e dalla micro-realtà circostante: anche li la sola via di scampo era infine “l’adattamento” alle regole della bizzarra e becera società contemporanea.

1425996139_cloro-11-920x574In Cloro non mancano piccole suggestioni filo-artistiche indubbiamente piacevoli ed azzeccate: la lunga sequenza in cui si vede Jenny esercitarsi in piscina – una lunga ripresa subacquea col quadro capovolto e la musica in sordina – è decisamente molto ben riuscita. Lo stesso può dirsi per i rari momenti dedicati alla solitudine del piccolo Fabrizio.

Del tutto fuori luogo invece la scena di sesso in acqua col custode, soprattutto vista l’evidente differenza d’età tra la protagonista e il custode – non per essere bigotti, si parla comunque di un quasi quarantenne e una diciassettenne… – come anche gli sporadici accenni di polemica nei confronti della religione che sfumano – come del resto qualunque altra presa di posizione dell’autore all’interno del film – appena il rischio di generare pareri contrari si fa imminente.

Cloro foto 1Insomma, ancora una volta viene meno la voglia di portare il pubblico italiano nelle sale e di affrontare con coraggio temi attuali e difficili. Ancora una volta ci si trova davanti un’operetta ruffiana sulle minoranze senza via di scampo.

Il cinema viene fatto per essere visto da chi fa cinema e basta. Lo spettatore pagante continuerà a guardare altrove senza alcun risentimento. D’altronde s’io fossi un’umile ragazza simile alla protagonista del film, non mi sentirei né compresa né spalleggiata, ma piuttosto sfruttata da queste rappresentazioni davvero poco utili ai fini del miglioramento di questo decadente periodo storico italiano.

Francesco Rita

CLORO

1.5 Teschi

Regia: Lamberto Sanfelice

Con: Sara Serraiocco, Ivan Franek, Giorgio Colangeli, Anatol Sassi, Andrea Vergogni

Uscita in sala in Italia: giovedì 12 marzo 2015

Sceneggiatura: Lamberto Sanfelice, Elisa Amoruso

Produzione: Damiano Ticconi, Ginevra Elkan

Distribuzione: Good Films

Anno: 2015

Durata: 94’

Gilda Signoretti

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