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DJANGO di Sergio Corbucci

Djangodvd1Mentre nelle sale italiane il nuovo capolavoro di Quentin Tarantino, Django Unchained, sbanca e conquista il pubblico, in DVD e in alta definizione home video Blu-Ray torna [e come non apprezzare la giusta furbata di CG Home Video] l’originale Django di Sergio Corbucci,che tanta gloria e fama diede al regista e all’interprete Franco Nero, che grazie al successo del film ebbe modo di diventare famoso anche all’estero.

Era il 1966 quando il film uscì in sala, e se la critica, come d’altronde aveva sempre fatto, aveva manifestato una certa stizza nei confronti dei film western, se non addirittura disprezzo, il pubblico reagì positivamente, e, negli anni, il film divenne un vero e proprio cult.

È sempre una soddisfazione, in un paese come l’Italia che non dà la giusta riconoscenza alle menti geniali che ha [in ogni campo], sentir parlare positivamente all’estero di un prodotto cinematografico italiano, ancor di più se poi quel film di cui tanto si parla viene preso come scintilla ispirativa da un grande regista come Tarantino, che, pur se non proprio fedele al film [come in fondo era stato per il bellissimo Bastardi senza gloria, omaggio a Quel maledetto treno blindato, di Enzo G. Castellari], ne riprende alcuni aspetti e ne lavora una sua personale interpretazione, ammirabile, come i suoi precedenti lavori.

Djangodvd2Django, che vede la presenza, nel ruolo di aiuto-regista, di Ruggero Deodato, è uno dei film western italiani più conosciuti e apprezzati, non tanto per la sua storia, che in fondo si basa sui canoni classici del genere, il buono contro i cattivi, con una donna innocente da salvare, quanto per gli espedienti narrativi che Sergio e Bruno Corbucci [conosciuto particolarmente per i film in cui ha diretto Tomas Milian nei panni di Nico Giraldi], che firmano la sceneggiatura con Franco Rossetti [Quel movimento che mi piace tanto, Il mondo di due sorelle], Josè G. Maesso e Piero Vivarelli [Satanik] utilizzano per movimentare il tutto.

E quali trovate più azzeccate se non quella relativa proprio all’oggetto misterioso che Django porta sempre con sé, una bara, senza cui il pistolero non si sposta mai, e all’interno della quale si nasconde una mitragliatrice potente, sua ancora di salvezza.

O per la scelta di puntare su una maggiore crudezza, che ad esempio è molto esplicitata nella scena dell’orecchio tagliato ad un sudista, per volontà del maggiore Jackson, che guida una squadra di fanatici razzisti, che, non contenti, fanno “assaggiare” il lobo dell’orecchio alla vittima; o ancora pensiamo alla breve ma efficace scena in cui Maria, giovane prostituta, viene frustata dai suoi sfruttatori, anche se la scena viene fermata proprio per l’intervento di Django; o, ancora, le continue sparatorie in cui perdono la vita dozzine di uomini; o nella cruda scena che fotografa il  sangue  che sgorga dalle mani torturate di Django, che i rivoluzionari fracassano, prima colpendole con il fucile, e poi con gli zoccoli dei cavalli. È una scena forte, e molto, così come l’interpretazione di Franco Nero [che ricordiamo anche come protagonista di un altro film western molto bello, Keoma, di Castellari] sul cui volto, ripreso in primo piano, la telecamera indugia, soffermandosi più volte sui suoi occhi azzurri, scoperti appena Django solleva il cappello per guardare lo sfidante di turno.

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La vendetta, se studiata e effettuata con ritardo, lascia meravigliati i soggetti colpevoli di aver rovinato la vita del vendicatore. Django [Franco Nero], pronto a vendicarsi dell’assassinio di sua moglie, avvenuto mentre era in guerra, da parte del maggiore Jackson [Eduardo Fajardo], a capo di una squadra di fanatici razzisti, in lotta con i sudisti del Messico, giunge perciò in un paesino situato ungo la frontiera che separa gli Stati Uniti dal Messico. In paese i rivoluzionari, guidati dal generale Rodríguez [José Bódalo], sono acerrimi nemici della fazione capeggiata da Jackson, motivo per cui sparatorie e  torture sono all’ordine del giorno. Django si muove così in questo contesto, guardato a vista da tutti, fuorché da Maria [Loredana Cappelletti, con il nome d’arte di Loredana Nusciak], una prostituta dal carattere deciso, che dovrà la vita a Django, del quale finirà per innamorarsi [ma non verrà ricambiata, poiché, come Django stesso le dichiara, “il tempo per l’amore è passato”]. Django, fatti fuori molti uomini di Jackson, conquista le simpatie dei rivoluzionari, che si servono di lui per un piano, ma che poi lo tradiranno…

Djangodvd4La musica d’apertura del film, firmata da Luis Enrique Bacalov [che tra l’altro due anni prima aveva curato le musiche de Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini], è tra l’altro ripresa nel film di Tarantino, che la usa anch’egli in apertura del film.

Il finale è drammatico e passionale, perché vediamo un Django stanco, provato nell’animo, e ancora sanguinante, attendere il suo nemico Jackson dietro la croce collocata sul cumulo di terra che copre il corpo di sua moglie.

Da non perdere, dunque, questo film, che CG Home Video arricchisce con le interviste di personaggi d’eccezione: Tarantino, che apre la sezione, e poi Nero, Bacalov, Vivarelli e Galimberti, lo stuntman di Django, che raccontano i loro ricordi sul set di Django.

Gilda Signoretti

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DJANGO

3 Teschi

Regia: Sergio Corbucci

Con: Franco Nero, Loredana Nusciak, Eduardo Fajardo, José Bódalo

Durata: 93’

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0; Inglese Dolby Digital 2.0

Formato: 16:9  1.66:1

Distribuzione: CG Home Video – CineKult [www.cghv.it]

Extra: L’uomo con la bara; Trailer internazionale; Trailer; Galleria foto

InGenere Cinema

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