Ci sono film che falliscono per ambizione eccessiva, tentando di abbracciare troppo senza avere gli strumenti per farlo. Him appartiene a questa categoria, ma con una differenza: qui l’ambizione non si traduce mai in visione. L’opera sembra nascere dall’idea di esplorare il lato oscuro dello sport professionistico, un universo che mescola successo, alienazione, violenza psicologica e cadute rovinose. Un contesto fertile, e per certi versi ancora inesplorato dal cinema, almeno nel senso del Genere horror, che poteva costituire un terreno narrativo originale. E in effetti l’ambientazione resta l’unico elemento che riesce a salvarsi dal naufragio complessivo, ma evidentemente non può bastare.
Him, diretto da Justin Tipping e prodotto da Jordan Peele, vede protagonista della storia Cameron Cade, un promettente quarterback che ha sacrificato tutto per il football, incluso il rapporto con la famiglia e ogni ambizione personale. Alla vigilia del celebre scouting Combine della NFL, un’aggressione violenta da parte di un fan gli provoca un trauma cranico che rischia di porre fine alla sua carriera. Quando ogni speranza sembra svanita, il leggendario campione Isaiah White, icona indiscussa del football con otto titoli all’attivo, gli offre un’ultima possibilità: allenarsi nel suo misterioso compound,
immerso nel deserto e isolato da tutto, dove vive con la moglie Elsie, celebre influencer e figura dominante nella scena social. Ma dietro l’apparente occasione di riscatto si cela un inquietante viaggio nei lati oscuri della fama, del potere e dell’ossessione per l’eccellenza. Il giovane quarterback si ritrova presto immerso in un regime d’allenamento sempre più oppressivo e manipolatorio, orchestrato da Isaiah, che nasconde intenzioni ambigue e una visione estrema del successo. Il confine tra disciplina e controllo mentale diventa progressivamente più sottile, anche a causa della presenza enigmatica di Elsie, sempre più coinvolta nella trasformazione psicologica del ragazzo.
Materiale accattivante dal quale tirar fuori un ottimo film, direte voi, cari amici di InGenereCinema.com. Ma sfortunatamente lo script procede per accumulo di stereotipi, quasi fosse stata assemblata con il sostegno di una pessima AI che non necessita di abbonamento. I conflitti interiori dei personaggi sono accennati e mai approfonditi, risolti spesso con dialoghi iperbolici e ridondanti e la costruzione della tensione sembra affidata più al mestiere che alla creatività.
Justin Tipping, dal canto suo, aggiunge un carico da novanta mostrandosi indeciso sulla direzione da prendere. Ci sono momenti che tentano la strada del realismo sporco, iper montato, in cui agli attori si chiede di essere dei veri atleti e altri che inseguono atmosfere più astratte, tese a suggerire metafore esistenziali. Il risultato è un ibrido che non convince: lo spettatore rimane sospeso tra due registri che non si armonizzano mai e la coerenza stilistica si perde a ogni cambio di tono. Non aiuta la recitazione, che soffre di personaggi scritti senza spessore. Figure che avrebbero potuto incarnare le contraddizioni di un mondo competitivo e crudele finiscono ridotte a macchiette: il campione fragile, l’allenatore cinico, il manager arrivista. Nessuno riesce a superare lo stadio della caricatura. A tutto questo aggiungiamo che l’horror con
i suoi codici e sui stilemi viene utilizzato come mera retorica di un racconto senza direzione. Ciò che resta, alla fine, è un film che promette introspezione e finisce invece per galleggiare in superficie, prigioniero delle proprie indecisioni. Una narrazione che avrebbe potuto graffiare si limita a sfiorare i temi, senza mai osare davvero. E così l’unico aspetto che rimane con un minimo di forza è il contesto: quel mondo dello sport professionistico che, mostrato in filigrana, ricorda quanto possa essere teatro di drammi autentici. Tuttavia, Him non riesce mai a trasformare quel fondale in storia, non sa scavare né incidere. L’impressione finale è quella di un’opera che, pur partendo da una pista interessante, inciampa già al primo giro e trascina con sé tutto il resto.
Paolo Gaudio
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HIM
Regia: Justin Tipping
Con: Marlon Wayans, Tyriq Withers, Tim Heidecker, Julia Fox, Indira Wilson, Kiara Gomez Glad Bak, GiGi Erneta, Esodie Geiger
Uscita sala in Italia: giovedì 2 ottobre
Sceneggiatura: Zack Akers, Skip Bronkie
Produzione: Monkeypaw Productions
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2025
Durata: 97′
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