In libreria è arrivato da poche settimane il nuovo capitolo a fumetti della collana Universal Monsters realizzata da Skybound e portata in Italia, in belle edizioni cartonate, da Saldapress.
Dopo Dracula e Frankenstein di cui vi abbiamo parlato qui e qui, è il turno de Il mostro della laguna nera, scritto da Dan Watters e Ram V, disegnato da Matthew Roberts e colorato da Dave Stewart e Trish Mulvihill.
Se i primi due momenti di questo interessante esperimento di attualizzazione dei classici Mostri della Universal si sono caratterizzati per un libero e creativo utilizzo dei romanzi gotici di partenza, oltre che dei film a cui il progetto Skybound si lega, questa nuova storia è al momento quella più libera e indipendente. Prima di tutto perché il film Il mostro della laguna nera non trae origine da uno scritto, romanzo o racconto che sia, ma dall’ispirazione presa da una leggenda popolare che voleva che alcune zone acquatiche dell’Amazzonia fossero abitate da creature umanoidi con il corpo da pesce. La scelta di Watters e Ram V, però, è di non utilizzare nemmeno il materiale narrativo che avrebbero potuto trarre dal film di Jack Arnold del 1954. Il fumetto è in qualche modo un suo sequel, ambientato circa tre decenni dopo i fatti narrati nella pellicola, a cui potrebbe anche non essere apparentato, se non fosse che le ambientazione e la creatura, Gill-Man, sono proprio quelli che abbiamo imparato a conoscere grazie al cinema.
Scelta intrigante, all’interno della cornice di questo progetto editoriale, che dimostra ancor più coraggio decidendo di mettere Gill-Man, quasi sullo sfondo, per focalizzarsi su una caccia e una lotta del tutto umane, sostanzialmente basate sul pensiero sclaviano che “i veri mostri siamo noi.”
La giornalista Kate Marsden arriva in Amazzonia, sulle tracce di un pericoloso serial killer, Darwin Collier. La sua indagine sul pericoloso criminale è diventata ossessione quando lei stessa ha rischiato di diventare una delle sue vittime, sfuggendo per miracolo all’annegamento. In Amazzonia l’assassino ha stretto patti con un boss del narcotraffico, e continua a marcare il suo territorio con una scia di morti violente. Gli indigeni e le autorità locali pensano che quegli omicidi siano legati alla misteriosa creatura che vive nelle acque del Rio, ma la donna è sicura che si tratti di Collier, e continua a cercare le prove per stanarlo e incastrarlo. Rischiando per la seconda volta di perdere la vita in acqua, Kate intravede il Gill-Man: una straordinaria creatura ibrida uomo-pesce, un essere vivente preistorico o, forse, un semidio che la salva e fa in modo che a ritrovarla sia il professor Edwin Thompson, scienziato anch’egli ossessionato da una ricerca senza fine. Quella della creatura acquatica che anni prima lo ha sfregiato e che l’uomo vuole ritrovare per carpirle il segreto dell’immortalità.
Ram V e Watters, abbiamo anticipato, spostano il focus della mostruosità che infesta la laguna: Gill-Man non è la creatura più spaventosa della storia, né quella più ostile alla protagonista. Un processo che va, in verità, solo a ingigantire quanto già intuito nella pellicola del ’54, in cui era un gruppo di uomini ad entrare in scena per turbare la tranquillità millenaria di quell’umanoide acquatico, causandone la naturale reazione. In questa versione a fumetti la mostruosità dell’uomo è del tutto palesata e sposta il focus dalla creatura fantastica a un orrore più concreto e meno accettabile, regalando al fantastico delle parentesi quasi oniriche, oltre che un twist di Genere finale.
Al centro della nuova narrazione troviamo Kate, con la sua personalità caparbia andata in frantumi a causa di un uomo folle e violento. La donna si trova a combattere e a tentare di ricostruirsi fra due entità differentemente mostruose, circondata dall’elemento essenziale per entrambi: l’acqua, che riempie le tavole, è casa accogliente, trappola, elemento di disturbo, shock liquido.
Gill-Man riprende del tutto il ruolo austero di divinità feroce, che guarda in disparte, giudica le azioni umane e interviene solo quando serve, spostando la lancetta della storia più dal lato del thriller piuttosto che sull’horror fantastico, sottolineando ancora una volta che la vera oscurità non è attorno all’uomo, ma al suo interno.
Il mostro della laguna nera è forse una storia meno poetica del Frankenstein e un po’ più esile rispetto al Dracula della stessa collana, ma rappresenta un adattamento contemporaneo da non sottovalutare, e ha di certo la cover [finora] più bella.
A chiudere l’ormai consueta galleria di illustrazioni.
Luca Ruocco
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IL MOSTRO DELLA LAGUNA NERA
Autori: Dan Watters, Ram V, Matthew Roberts, Dave Stewart, Trish Mulvihill
Editore: Saldapress [www.saldapress.com]
Pagine: 122
Illustrazioni/Foto: Sì
Costo: 21,00 euro