Le macchine non possono pregare è un progetto transmediale nato dalla penna del rapper Anastasio che, con un titolo quantomai attuale che non può non rimandare all’importante discorso dell’utilizzo indiscriminato dell’IA [oltre che a cult del Genere sci-fi], evade dall’oggetto disco e dal territorio musicale per espandersi e ramificarsi tra le pagine di un fumetto edito da BD Edizioni.
Due opere differenti, ma strettamente legate, che poggiano sulle creatività di altri tre autori: il poeta Davide Nota al fianco del cantante sui testi delle canzoni; Egidio Matinata e Arturo Lauria rispettivamente ai testi e ai disegni dell’omonima graphic novel.
Il viaggio narrativo ideato e visualizzato per Le macchine non possono pregare è oscuro e distopico; una discesa nelle profondità dell’animo umano che, in un mondo dominato da algoritmi e intelligenza artificiale, ha ancora bisogno di spiritualità, ricordi, sentimenti.
Un ritratto della realtà traslata in avanti [o di lato] nel tempo [o nello spazio], che comunque riesce ad essere profondamente connesso a quanto accade al di fuori dalle pagine disegnate o dal disco.
Un futuro spoglio in cui gli uomini, impoveriti e fiaccati, sembrano aver affidato alle macchine il senso stesso della loro umanità: i loro ricordi, la loro identità, il loro senso del sacro che li ha elevati dallo stato animale. Ma le macchine sono davvero capaci di sostituire in tutto degli esseri fatti di carne e spirito?
In un futuro imprecisato, i Tecnosciamani evocano il Dio Elettrico, un’entità inarrestabile il cui dominio di estende al cielo, alla terra e, attraverso l’innesto di un occhio bionico anche agli umani. A Parigi, nel 1848, Charles Baudelaire prende parte ai moti rivoluzionari. I rivoltosi sparano contro gli orologi dei campanili al grido di “aboliamo il tempo!” In un presente sospeso, un giovane rapper scrive una preghiera di rinascita guardano dalla finestra una città popolata da ogni futuro possibile e da ogni passato non ancora sorto.
L’opera rap di Anastasio, acquista una seconda vita grazie al lavoro di Egidio Matinata, che riprende i testi delle canzoni e da queste fa partire sequenze oscure e angoscianti. L’autore crea un racconto complesso e stratificato, anche perché costruito volontariamente in modo frammentario e che probabilmente acquista un corpo più solido e decifrabile se accostato all’ascolto del disco da cui ha avuto origine. I suoi sono dialoghi e personaggi che incarnano una perdita insanabile e lo smarrimento di un’umanità alla deriva che, però, forse non è ancora stata del tutto annichilita.
Ai disegni, come anticipato, il visionario Arturo Lauria che alle tematiche futuribili e distopiche sembra essere incline per natura: il suo tratto innaturale, che reclama parentele con quello di Mignola, ma anche con gli ibridi organico-meccanici di Giger, è quantomai adatto a un progetto come questo. I suoi disegni sono oscuri, sporchi, dolorosi.
Chi scrive ha avuto modo di conoscere il Matinata qualche anno fa, ai tempi del glorioso LatronicHorror Fest, manifestazione dedicata a Lucio Fulci e al cinema horror e fantastico indipendente organizzato in Basilicata, di cui la nostra Gazzetta della cultura Horror e del Fantastico ha avuto l’onore di essere ospite per due anni consecutivi.
Da lì Egidio è diventato per qualche anno una delle firme di InGenere Cinema, e ora ci torna in veste d’autore con un progetto che per più di un motivo potrebbe interessare gli amici dell’horror.
Questo è il suo esordio nel mondo del fumetto, ma è appunto illuminato dalla presenza di Lauria, uno fra i più interessanti autori della nuova generazione di disegnatori di casa Sergio Bonelli Editore, che con l’audacia del suo tratto ha già firmato tavole inconfondibili di Dylan Dog. Saltato sul carro redazionale durante la curatela di Roberto Recchioni, sta continuando a mostrare gli orrori di cui è capace il suo pennello anche in questa quinta stagione di Barbara Baraldi, che da poco lo ha accompagnato in edicola con un Color Fest che per tratto e colori acidi può rimandare a quanto racchiuso tra le pagine BD.
Il volume de Le macchine non possono pregare presenta una sovracopertina pastificata che incornicia e fornisce crediti e titolo al disegno di cover. Nelle 96 pagine, oltre alla storia di Matinata e Lauria, i testi della canzoni dell’album di Anastasio e, in chiusura, “Memorie del viaggio dopo la caduta”, una sorta di diario per immagini e testi che trascina il lettore all’interno di un mondo [finito] ancora più folle, ibrido e sen za speranza
Luca Ruocco
–
LE MACCHINE NON POSSONO PREGARE
Autore: Anastasio, Arturo Lauria, Davide Nota, Egidio Matinata
Editore: Edizioni BD [www.edizionibd.it]
Pagine: 96
Illustrazioni/Foto: Sì
Costo: 18,00 euro