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NOSFERATU di Robert Eggers

Nosferatu di Robert Eggers è un horror epocale. Freddo, tagliente, senza ombra di redenzione o speranza. Un racconto gotico sull’ossessione con protagonisti una giovane donna tormentata e uno spaventoso essere della notte ossessionato da lei. Un vampiro piagato non più solo dall’horror vacui dell’eternità, ma da una sorta di senso del possesso impossibile da mettere in pratica, dalla ricerca continua e opprimente del congiungimento con colei che potrebbe addirittura averlo evocato con la forza del suo incontrollabile e oscuro desiderio.

Scritto e diretto da Eggers distribuito in sala da Universal Pictures proprio dal primo giorno di questo 2025, Nosferatu rappresenta la terza incarnazione filmica dell’alter ego del conte Dracula, creato da Friedrich Wilhelm Murnau per evitare problemi di diritti d’autore con gli eredi di Stoker. Nonostante i tentativi creativi, però, i problemi legali si verificarono ugualmente, rischiando di compromettere la conservazione del film realizzato dall’autore più noto dell’espressionismo tedesco.

Nosferatu è, in senso assoluto, una figura cinematografica di notevole interesse. Mutazione ferina del personaggio di Dracula, accentuava [e accentua] i suoi tratti orrorifici e inumani, anche per discostarsi dalle pagine di Stoker e arrivare sul grande schermo come metafora di un male sociale che si sarebbe presto manifestato. Nonostante abbia rischiato di rimanere impigliato fra quelle pagine, il film di Murnau riuscì a sopravvivere e a diventare uno dei titoli di culto dell’espressionismo tedesco.

Nosferatu il vampiro venne proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a Berlino. Nel 1979, Werner Herzog, uno fra i più importanti registi tedeschi contemporanei e uno dei più visionari autori di sempre, lavorò al suo Nosferatu, il principe della notte. Herzog non era interessato a realizzare un remake e fino a quel momento non aveva mai manifestato l’intenzione di cimentarsi con un horror. Il suo intento era realizzare un discorso sospeso con Murnau e costruire un ponte di collegamento tra la vecchia e la nuova scuola cinematografica tedesca. Ne venne fuori uno dei film di vampiri più poetici della Storia e un contributo importante per l’evoluzione della figura della stessa creatura della notte.

Herzog ipotizzò che ci sarebbero voluti circa altri 50 anni per vedere un nuovo Nosferatu al cinema e, tirando le somme, quella previsione non era poi così sbagliata.

A prendere le redini di questa terza incarnazione non è un nuovo regista tedesco, ma uno dei più interessanti autori di quella new wave definita Eleveted Horror o Art-Horror. Il regista, americano, di The VVitch e The Lighthouse ha realizzato ancora una volta un’opera estremamente oscura, affascinante, maniacalmente attenta dal punto di vista grafico-estetico. A guardarci bene dentro ci si possono trovare sia Murnau che Herzog, ma c’è qualcosa nel cuore del progetto [e in quello senza più battiti del non-morto protagonista] di profondamente differente da quanto questo personaggio è riuscito già a dirci di sé stesso. Questo qualcosa riguarda proprio la non comprovata colpevolezza della figura della protagonista, Ellen Hutter [Lily-Rose Depp], centrale come in ogni versione di questo fratello ferino di Dracula, che nella visione eggersiana potrebbe addirittura essere responsabile della stessa esistenza del demoniaco succhiasangue. E riguarda anche la perdita del romanticismo herzoghiano del vampiro condannato alla non-vita eterna senza amore. Il conte Orlok interpretato da Bill Skarsgård è la rappresentazione più orribile del desiderio erotico. Un corpo in decomposizione, ma ancora non sazio, che anela carnalmente un altro corpo giovane e attraente.

Eggers rimane per lo più fedele alla storia, ma sono proprio i piccoli e i grandi cambiamenti e le reinterpretazioni ad essere fondamentali: il film incarna la stessa ossessione cinematografica  dell’autore; per Eggers, inoltre, non si tratta di un ponte di comunicazione con un altro autore, come era stato per Herzog, ma è addirittura un tributo alla decisione stessa di dedicare la sua vita alla settima arte, decisione – guarda caso – arrivata proprio grazie alla pellicola di Murnau, che si trasformò per il regista in una dolce e oscura ossessione.

Nonostante la materia base sia il Dracula di Stoker [e nonostante il look da Vlad Tepes in decomposizione che il regista sceglie di dare al suo vampiro], Eggers sceglie coscientemente di lavorare a un Nosferatu e di farlo rispolverando anche i nomi dei personaggi creati da Murnau per provare a sfuggire alla morsa dei diritti d’autore ancora in auge sul conte stokeriano, quando già Herzog era tornato quasi a quelli del romanzo d’origine [scambiando solo Mina con Lucy]. C’è Orlok, quindi, e c’è soprattutto Ellen Hutter.

Questo nuovo Nosferatu è un film che vive di una ricerca tecnica ossessiva, fatto di un insieme di sequenze pittoriche che culmina in un’ultima inquadratura che da sola vale il prezzo del biglietto [o del Blu-Ray, in questo caso].

Ellen è un punto essenziale nel processo di differenziazione tra i “Nosferatu” e i “Dracula”; forse il più importante, ancor più della ferinità del non-morto Orlok rispetto all’umanizzazione e al fascino arrivati coi Dracula cinematografici. Ellen non è mai una fanciulla da salvare, ma è in qualche modo il meccanismo che manda in panne l’oliato motore patriarcale della società dell’epoca [solo dell’epoca?]. Manda all’aria anche l’idea di immortalità del vampiro predatore, uomo anche questo. Come? Semplicemente scegliendo e scegliendo di fingersi vittima, mentre compie sacrificandosi il ruolo di cacciatrice del più pericoloso predatore della Storia. In tutti i Nosferatu l’umanità non esisterebbe più se non ci fosse stata Ellen.

Ogni regista ne lima punti di vista e intenzioni, e se la Lucy-Ellen di Herzog si fa specchio riflesso della romantica solitudine dello Spettro perso nell’eterno horror vacui, quella di Eggers è addirittura la causa stessa dell’esistenza di Orlok, o almeno la fessura attraverso cui l’Ombra è riuscita a penetrare in questo piano di realtà. La Ellen di Eggers non è solo controparte del Mostro ma ne è in tutto e per tutto un alter ego, un riflesso: lei è la calamita che riporta Nosferatu a sé in diversi momenti della sua vita, lui è a tutti gli effetti un di lei desiderio [un appetito]. E gli [altri] uomini non sono altro che pedine più [Von Franz] o meno [Hutter] consce del fatto che a uccidere la Morte non potrà che essere altri che chi la Morte ha conosciuto [voluto, desiderato] profondamente e con tutta sé stessa. Una lotta personale e intima che si combatte in un luogo personale e intimo.

Visivamente ineccepibile, profondamente poetico, disperato come Nosferatu deve essere. In maniera assai differente e personale. Di certo un film da vedere e rivedere. Che ferisce e scava dentro. Ricchissimo, tra l’altro, anche di riferimenti al folklore locale assai raccontati e spaventosi. Un punto che, come il ruolo del femminile in rapporto al misterico e alla strapotere del maschio nella società, rimanda a quel primo The VVitch che di Eggers ci ha fatti innamorare.

Subito dopo l’uscita in sala, il regista parlò di un’edizione estesa del film, della durate di 3 ore, che sarebbe auspicabilmente arrivata in home video. Purtroppo, specifichiamolo subito, l’Extended Cut distribuito in Blu-Ray da Universal Pictures e Plaion Pictures non è questa famigerata Director’s Cut e aggiunge circa 4 minuti all’edizione arrivata nelle sale. La versione estesa, inoltre, è espressamente pensata per il film in lingua originale e ci si può accedere esclusivamente dal menu per guardare il film in lingua inglese e senza sottotitoli in italiano.

Stessa cosa, ancor più strano, per i contenuti extra, che sono fruibili solo in lingua originale e senza sottotitoli.

Fra gli extra sono comunque molto interessanti le scene eliminate [tre], un lungo making of con interviste a cast e crew [“Nosferatu: Un capolavoro moderno”] e il commento al film dell’autore.

Luca Ruocco

NOSFERATU

Voto film: 

Voto Blu-Ray: 

Regia: Robert Eggers

Con: Aaron Taylor-Johnson, Nicholas Hoult, Bill Skarsgård, Willem Dafoe, Ralph Ineson, Lily-Rose Depp, Emma Corrin, Simon McBurney, Paul A Maynard, Stacy Thunes

Durata: 132’

Formato: 1080p Alta definizione 1.66:1 Side Matted

Audio: Inglese Dobly Atmos; Spagnolo, Francese, Italiano Dolby Digital Plus 7.1; Inglese 2.0 Dolby Digital

Distribuzione: Universal Pictures [www.universalpictures.it], Plaion Pictures [www.plaionpictures.it]

Extra: Versione estesa; Scene eliminate; Nosferatu: Un capolavoro moderno; Commento al film con il regista-sceneggiatore Robert Eggers

InGenere Cinema

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