Lo abbiamo atteso, immaginato, sognato e finalmente il momento è giunto: noi [insieme a molti altri, sia inteso] di InGenereCinema.com, l’unico sito che ha fatto del Conte Orlok il proprio simbolo, abbiamo visto Nosferatu di Robert Eggers.
Ebbene, il regista di The Witch e The Lighthouse non ha disatteso le nostre aspettative realizzando un’opera grafica e tetra, estetica e dolente, nera e solenne. Un film che omaggia il capolavoro espressionista di Murnau – ma anche per certi versi quello di Werner Herzog – allontanandosi, tuttavia, dal romanticismo del vampiro condannato a una vita senza amore, preferendo per il proprio adattamento un sentimento meno nobile eppure potentissimo: il desiderio erotico che tutto muove e tutto consuma.
Un oggetto cinematografico tecnicamente impeccabile – al limite dello stucchevole – che ricorda il lavoro di un illustratore, piuttosto di quello di un regista, che filtra una storia immortale e immobile nel nostro immaginario attraverso la propria visione cupa e algida. Una pellicola fortemente personale che gode e soffre di tutta l’idea di cinema che Eggers porta avanti con una dedizione incrollabile.
Fedele nella storia, anche se non privo di alcuni cambiamenti e reinterpretazioni, Nosferatu è una pura riflessione sul cinema, sul “come” piuttosto che sul “cosa” e sull’ossessione, tutta cinefila, verso ciò che ti ha stregato e fatto scegliere l’arte settima come proprio mezzo d’espressione. Per Eggers, infatti, questo film è il modo per rendere omaggio alla scelta di vita che operò proprio nel momento in cui si trovò di fronte alla pellicola di Murnau.
Il gesto di ripetere alla propria maniera, con il proprio stile e la propria cifra, chiude ideologicamente il cerchio che ogni cineasta apre quando dentro di lui nasce quel desiderio di aumentare la propria esperienza cinematografica, passando da spettatore a realizzatore. Fino a raggiungere quell’unicum in cui i due status si incrociano, ovvero dirigere con il proprio sguardo il film per il quale tutto ebbe inizio. È successo a Peter Jackson con King Kong, a Guillermo Del Toro con Pinocchio [oppure con Frankenstein, se preferite] e ora a Robert Eggers con il principe della notte.
È questo più di altro che ci colpisce di questo Nosferatu: come il suo regista riesca a infondere la sua personalità, il suo morboso tecnicismo e i suoi temi ricorrenti all’interno di un immaginario che è comune e radicato in ognuno di noi. Questo può anche dispiacere, badate bene, ci sembra già di sentire le critiche di chi non sopporterà l’aspetto del Conte o la destinazione del morso del Vampiro. Eppure, al netto di tutto ciò, non si può non riconoscere a Eggers la forza di aver messo sé stesso in un’operazione davvero ardua e spersonalizzante con coraggio e fiducia.
Il racconto magniloquente e freddo nella sua perfezione rende questa esperienza cinematografica unica e riconoscibile e per Nosferatu è davvero tanto.
Paolo Gaudio
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NOSFERATU
Regia: Robert Eggers
Con: Aaron Taylor-Johnson, Nicholas Hoult, Bill Skarsgård, Willem Dafoe, Ralph Ineson, Lily-Rose Depp, Emma Corrin, Simon McBurney, Paul A Maynard, Stacy Thunes
Uscita sala in Italia: mercoledì 1 gennaio 2025
Sceneggiatura: Rober Eggers
Produzione: Focus Features, Stillking Films, Studio 8
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2024
Durata: 132′