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TERRIFIER 3 di Damien Leone

Esistono nel cinema dei casi in cui la fortuna bussa alla porta senza essere attesa. Casi in cui un progetto indipendente, anarchico, estremamente difettoso e non inquadrabile, si ritrova a diventare un simbolo, un esempio felice di come un film indie possa trasformarsi in altro, trovarsi a dover ragionare e reimmaginare sé stesso assecondando, anche in minima parte, altre prospettive e strategie.

Non c’è da fare troppo gli schizzinosi: Terrifier di Damien Leone un caso lo rappresenta di certo. Perché è arrivato quasi dal nulla [attraverso crowdfunding e piccoli supporti produttivi] a rivelarsi un investimento assai fruttuoso e ad originare una saga puntata su nient’altro che su uno spietato villain e un uso estremamente grafico e sadico di effetti truculenti e coreografate uccisioni.

Art the Clown è a furor di popolo l’erede contemporaneo di assassini folli e demoniaci alla Freddy Krueger: il clown killer interpretato inizialmente da Mike Giannelli e poi affidato alle cure dell’istrionico David Howard Thornton, infatti, è diventato nel giro di una decina d’anni un’icona, spaventosa ossessione per un esercito di fan, oltre che per il suo creatore che se lo trascina dietro fin dal 2008, quando aveva inserito il demonio dal volto bianco e di nero all’interno del cortometraggio The 9th Circle, affidandosi poi completamente alla sua aura terrorizzante nell’altro corto del 2011: Terrifier, appunto.

Raccolti i due corti nell’antologico All Hallow’s Eve [qui da noi Terrifier – L’inizio], per arrivare al primo lungo ufficiale della saga, che oltre ad Art eredita dai lavori precedenti anche il titolo Terrifier, ci vorrà il 2016.

Un film senza capo né coda, tutto puntato sulla cattiveria e le crudeltà inferte da Art sulle sue vittime: litri di sangue, effetti speciali truculenti, amputazioni e ferite. Il successo arriva e porta il film di Leone in alto oltre ogni aspettativa, tanto da fargli mettere in cantiere un sequel, Terrifier 2 [del 2022], che è sì una versione pompata del primo, ma non solo.

Il regista autore tenta di rispondere alle critiche copiose sulla mancanza assoluta di una storia, pur non volendo rinunciare alla totale anarchia, alle slapstick coniugate in splatter e al sadismo sanguinoso. Il risultato non poteva ovviamente portare a qualcosa di equilibrato: mescolando il tutto, Leone tira fuori dal cappello un film estenuante per lunghezza, che tenta di inoculare in uno splatterone senza guinzaglio una trama fantastico/esoterica. Il senso dell’operazione non è per tutti i palati, non lo trova chi scrive questo pezzo, ma il pubblico continua a rispondere positivamente e, nonostante il disordine, sono innegabili le buone intenzioni dell’autore nel provare a incasellare Terrifier in qualcosa di riconoscibile. Per farlo diventare uno slasher di tutto rispetto, per prima cosa serviva uno controparte positiva e femminile, che desse filo da torcere ad Art: una scream queen, Sienna, interpretata da Lauren LaVera.

Dopo essere sopravvissuti alla furia omicida del clown killer, Sienna e suo fratello Jonathan tentano di ricostruire la propria vita a casa degli zii e provano a godersi il santo Natale in loro compagnia. Art, però, rinato dal corpo di Victoria Heyes [Samantha Scaffidi], prima sua vittima e ora partner in crime, sa come deve comportarsi l’aspirante killer seriale di uno slasher che si rispetti. Nonostante siano passati cinque anni, infatti, appena Sienna mette piede in casa dei suoi zii, il clown e la sua sfigurata assistente si rimettono in moto per ultimare il lavoro lasciato in sospeso nel capitolo precedente.

Terrifier 3 continua a camminare sulla linea schizofrenica tracciata dal suo autore: da una parte potremmo dire che si tratta del capitolo più strutturato, più inquadrato; nonostante torni a puntare tutto sulle singole sequenze di violenza e di sangue, cerca di trovare un po’ di sicurezza nei puntelli di una storia semplice e meno annacquata. In questo aiuta molto proprio l’auto-riconoscersi nelle regole dello slasher: ad esempio l’ossessionare la final girl che, involontariamente, trasmette la sua maledizione a tutti i suoi familiari. Ci sono, però, gli inserti misterico-esoterici che, in maniera ancor più pesante sul finale, mandano all’aria quasi tutto il muro di mattoncini. L’autore prova a dare un profilo almeno sufficientemente trattato anche a personaggi secondari e l’atmosfera natalizia, che sostituisce quella di Halloween, regala un po’ di senso di novità. Così come funziona l’intrusione dell’assassino nel dormitorio del college dove, da regole slasher, sesso è uguale a morte. Anche se in questa saga TUTTO è uguale a morte!

L’altra faccia della medaglia, infatti, mostra ancora la mai sopita voglia incendiaria: su questo versante Terrifier 3 cerca di alzare ancora di più il limite dell’ultraviolenza, giocando con il grado di sopportazione del pubblico. Se primo e secondo capitolo, infatti, puntavano al raggiungimento del livello massimo di splatter con una scena omicida madre che segnava l’apice di macellazione [una ragazza segata a metà nel primo, una squartata e scarnificata nell’altro], qui non c’è pace. Si continua a scendere nel nero e a macchiarsi di rosso, iniziando già da un riuscito prologo con Art già in costume da Babbo Natale che si insinua nottetempo nella casa di una bella famigliola.

Il clown, quindi, ha modo di ingegnarsi per superare coltelli e accette, e diversifica l’assassinio con l’utilizzo di pistole, bombe, motoseghe e azoto liquido! Non disdegnando anche l’utilizzo dei topi allevati dalla sua sfigurata compagna, in una scena che sembra citare una sequenza precisa dell’italiano Morituris [2011, di Raffaele Picchio, scritto da Gianluigi Perrone].

Il divertente cameo del maestro degli effetti speciali Tom Savini è di certo un buon colpo e regala anche qualche punto di autorevolezza alla saga, ma se davvero per fare un buon horror ci fosse bisogno solo di esagerare fino al disgusto, tentando di dispiegare il più possibile una trama striminzita, il nostro Genere preferito sarebbe assai più triste di come fortunatamente è nella realtà.

Qualcosa di oggettivamente interessante, però, rimane e va sottolineata. Si tratta, nell’estremamente orribile e disgustoso, di quei torni da cartoon dei Looney Tunes, con cui un assassino muto con movimenti alla Buster Keaton si abbatte contro corpi che, però, rispondono con sua sorpresa sgangherandosi e cadendo a pezzi, un po’ come succedeva nello sclaviano episodio di Dylan Dog “I conigli rosa uccidono”, segnando una differenza non solo etica, ma anche fisica, corporea, tra l’assassino e l’assassinato.

In Italia arriva al cinema il 7 novembre, ma l’anteprima del 31 ottobre sarà una ghiottoneria perfetta per Halloween per tanti spettatori. Nei paesi dove si è già affacciato in sala ha continuato a conquistare cuori e box office.

 

Solo questioni di tazze da tè più o meno adatte?

Luca Ruocco

TERRIFIER 3

Regia: Damien Leone

Con: David Howard Thornton, Lauren LaVera, Elliot Fullam, Samantha Scaffidi, Chris Jericho, Daniel Roebuck

Uscita in sala in Italia: giovedì 7 novembre 2024, ma in anteprima il 31 ottobre

Sceneggiatura: Damien Leone

Produzione: Dark Age Cinema, Fuzz on the Lens Productions

Distribuzione: Midnight Factory, Plaion Pictures

Anno: 2024

Durata: 125’

InGenere Cinema

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