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TAPIRULÀN di Claudia Gerini

Presentato in anteprima al Bari International Film Festival e distribuito in tutta Italia a partire dal 5 maggio 2022, Tapirulàn rappresenta indubbiamente una grande prova per Claudia Gerini che, oltre a dirigere il film e ad aver partecipato alla scrittura, ne interpreta l’assoluta protagonista e recita correndo in un’ossessiva reiterazione di quei vizi che ci fanno rimanere fermi pur succhiandoci via ogni energia.

Emma lavora in un servizio di counseling online: non è una terapista, come specifica più volte, ma una specialista nel dare consigli a chi sta passando un momento difficile della sua vita. Per riflettere meglio, però, corre instancabilmente sul suo Tapis Roulant, una grande macchina iper-attrezzata, un ibrido tra un attrezzo da fitness, un tablet e un computer, in grado di fare videochiamate, allertare i soccorsi, ma anche di fornire una specie di street view per avere l’impressione di camminare in strada. Strada che Emma non frequenta più da prima della pandemia, in difficoltà a gestire l’ansia che le prende alla sola idea di uscire di casa.

In Tapirulàn si inscena un rapporto simbiotico con un dispositivo totalizzante e per certi versi spaventoso, una macchina che regola la vita di Emma, che le indica quanto sport fare, cosa mangiare, quali integratori assumere, e che è disposta perfino a organizzarle le vacanze. Anche i pressoché unici rapporti umani che Emma intercorre sono sempre e comunque veicolati dallo schermo dell’onnipresente Tapis Roulant, su cui la nostra protagonista spende praticamente ogni minuto della sua giornata.

Il cinema di Genere ha da sempre tentato di raccontare questo tipo di rapporto deviato tra l’uomo e la macchina; tanto è stato detto ma tanto ancora ci sarebbe da dire, soprattutto in un presente sempre più simile alla nostra idea di futuro. Tapirulàn avrebbe tutte le carte in regola per dire la sua, per aggiungere un tassello più o meno significativo a tutta questa letteratura; purtroppo, però, non riesce a farlo, poiché è un film che pecca di poca visionarietà, ma soprattutto di poco coraggio.

Invece di spingersi con sicurezza verso una linea narrativa che pone al centro la relazione tra Emma e il suo Tapis Roulant, chiusi nella claustrofobica mono-location in cui si svolge quasi tutta l’azione, la sceneggiatura devia verso un dramma psicologico decisamente poco originale, che smonta completamente il potenziale spessore dell’opera prima di Gerini. Il rapporto tra la macchina ed Emma passa sempre più in secondo piano, lasciando spazio a introspezioni così allineate a un cliché da risultare vuote. Inoltre, la crisi della protagonista non irrompe con violenza nella sua vita [e nella nostra visione], ma si palesa lenta e strascicata in un ultimo atto a cui si arriva con fatica.

Poco, in effetti, accade negli oltre cento minuti di pellicola, che troppo spesso stancano per ripetizione di espedienti narrativi ma anche di regia. Per quanto il mestiere non manchi [e riconosciamo che scegliere un’opera prima così complessa sia una sfida che Gerini indubbiamente riesca a superare], la sceneggiatura non aiuta minimamente la visione registica, che indugia spesso nella reiterazione di inquadrature e movimenti di macchina sempre troppo uguali a sé stessi. Così come sempre uguali a sé stessi sono i rapporti che Emma intercorre con i suoi clienti: è forse a causa della sovrabbondanza di personaggi [a cui vengono affidate molteplici tematiche sociali da trattare] che alla fine resta poco spazio per raccontare davvero il dramma della nostra protagonista. Nota di merito va, però, agli attori, che riescono tutti ad essere molto credibili nonostante la concreta difficoltà di recitare soli, a distanza o davanti un green screen.

Tapirulàn, insomma, ricorda una puntata di Black Mirror stemperata, imbonita, forzatamente addolcita, che lascia un po’ di amaro in bocca perché rappresenta indubbiamente un’occasione sprecata per il nostro cinema.

Ci auguriamo che, visto l’ardire di cimentarsi in un’opera prima così difficile, Gerini possa con il suo secondo film mostrare anche nelle scelte narrative l’audacia che certamente non le manca.

Irene Scialanca

TAPIRULÀN

Regia: Claudia Gerini

Uscita in sala in Italia: giovedì 5 maggio 2022

Con: Claudia Gerini, Claudia Vismara, Stefano Pesce, Maurizio Lombardi, Corrado Fortuna, Daniela Virgilio, Lia Grieco, Fabio Morici, Marcello Mazzarella, Niccolò Ferrero, Antonio Ferrante, Ilaria Geshko

Sceneggiatura: Antonio Baiocco, Fabio Morici, Claudia Gerini

Produzione: Milano Talent Factory in associazione con Attitude e Big Tree Movie Entertainment, in associazione con Christian Candela per Identivisuals e Roberto Righi per ML, in collaborazione con Rai Cinema e in collaborazione con Sky Cinema

Distribuzione: Milano Talent Factory

Anno: 2021

Durata: 105’

InGenere Cinema

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