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SAINT ANGE di Pascal Laugier

Di Pascal Laugier vi abbiamo ovviamente già parlato per i suoi Martyrs [2008], I bambini di Cold Rock [2012] e La casa delle bambole – Ghostland [2018]: titoli che vagando tra l’orrore più grafico ed estremo a quello più vicino al thriller psicologico, hanno fatto in modo di trasformare un giovane regista e sceneggiatore francese in uno dei nomi più autorevoli della scena horror internazionale.

Certo, l’aver firmato un’opera come il crudo e traboccante Martyrs come suo secondo lavoro, ha segnato un po’ la traiettoria della sua carriera autoriale. Davvero difficile riproporre a pochi anni di distanza un film così pregno e riuscito che, però, gli è chiaramente valso le chiavi d’accesso a produzioni internazionali più grandi e succulente.

Prima di arrivare alla ricerca dell’assolutezza spirituale filtrata dalla tortura del corpo che macchia con la sua violenza [non solo fisica] in maniera incancellabile l’horror francese contemporaneo, Laugier firma un’opera del tutto differente: un horror d’atmosfera, senza gore, senza estremizzazioni o morbosità esplicite.

Stiamo parlando di Saint Ange, un film in cui Laugier mostra il suo interesse nel confezionare un film horror dove la ricerca estetica e la suggestione visiva hanno la meglio rispetto al significato e alla profondità dello script [proprio l’opposto di quello che accade nel suo secondo film]. Un’opera in cui la presenza fantasmatica di una realtà “altra” si fa spazio un po’ a fatica tra i vezzi di forma a cui il regista preferiva abbandonarsi per far assomigliare il suo lavoro molto più a un elegante film di ricerca che a una storia orrorifica, o a una moderna ghost story, senza riuscire a centrare il possibilissimo punto di incontro tra questi due modi di raccontare quella che, in fin dei conti, è una storia molto semplice e potenzialmente suggestiva.

La giovane Anna [Virginie Ledoyen] prende servizio come donna delle pulizie presso il vecchio orfanotrofio Saint Ange, proprio nel momento della sua momentanea dismessa. Prima di rimanere da sola insieme ad un’inserviente più anziana e a una giovane ospite mentalmente instabile, Anna riesce anche parlare con una delle bambine in partenza, che le consiglia di tenersi lontana dai “bambini che fanno paura”.

Orfanotrofio in disuso + bambini spaventati + presenze incognite e spaventose! Una semplice addizione che porta gli amici dell’horror più affini alla matematica al risultato più prevedibile, ma non per questo poco efficace. E la sommatoria funziona fino a un certo punto anche in Saint Ange, dove le atmosfere suggestive caricate di tensione dai ritmi lenti della regia e dello svolgimento dello script, insieme alla location fatiscente e di per sé spaventosa, riesce a costruire una struttura da thriller paranormale apparentemente solida, che però non trova un buon terreno narrativo su cui poggiare, facendo sembrare tutto il progetto più come un grande e terrificante biglietto da visita di un autore in divenire.

E in questo il progetto potrebbe dirsi riuscito, visto che la cosa più concreta che ci si troverà davanti guardando il primo film di Laugier, distribuito in Blu-Ray in Italia da DigitMovies, sarà di certo l’evidente capacità di un autore che sa riconoscere gli ingredienti per creare la Paura: gli angoli bui e le stanze chiuse di un maniero cadente che si fanno trappole pericolose, i rumori inattesi che sono voci proveniente da un’altrove, le presenze che iniziano a diventare concrete in maniera lenta ma inesorabile, la sanità mentale messa in discussione. Il tutto diventa ancora più interessante grazie alla contaminazione tra storia raccontata e Storia con la “S” maiuscola, rimandi alla Grande Guerra mescolanti a elementi da fiaba macabra che sembrano gradare dritti a filmcome a La spina del diavolo e Il labirinto del Fauno di Guillermo del Toro.

Ingredienti corretti, certo, ma che probabilmente in questo primo film il regista di Martyrs non sa ancora dosare bene. La sua capacità di distinguerli e maneggiarli, però, è innegabile ed esplode nel finale visionario, che da una parte dissolve ancor di più gli elementi narrativi, mentre dall’altro crea un mood macabro che da solo vale la visione del film. Le presenze, “i bambini che fanno paura”, si fanno reali [o per lo meno diventano visibili] e anche le fondamenta della realtà sembrano crollare definitivamente, insieme al placido e poetico arrivo dell’accettazione di una maternità fino a quel momento vissuta senza pienezza, come un bagaglio scomodo. Ora lo spettacolo prende finalmente corpo. Etereo, ma sempre corpo.

Titolo comunque immancabile per gli storici del’horror contemporaneo.

L’edizione Blu-Ray di Saint Ange contiene, fra gli extra, due trailer e un dietro le quinte del film.

Luca Ruocco

SAINT ANGE

Voto film: 

Voto Blu-Ray: 

Regia: Pascal Laugier

Con: Virginie Ledoyen, Lou Doillon, Catriona MacColl

Formato: 16:9 – 2.35:1

Audio: Italiano DTS-HD Master Audio 5.1; Inglese DTS-HD Master Audio 2.0

Extra: Trailer Italiano, Trailer Francese, Dietro le quinte

Distribuzione: DigitMovies Cinema [www.digitmovies.com]

InGenere Cinema

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