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SĪBĬLUM di Luigi Scarpa

Per quanto possiamo ascoltare, leggere o vedere rappresentate storie di paura, spettri e quant’altro, niente è più spaventoso della realtà dei fatti.

È notte fonda. Una donna [Federica Pasini] è nel suo appartamento e sta utilizzando lo smartphone, mentre una moka si sta scaldando ai fornelli. Viene interrotta dal richiamo della figlia [Elektra Gaudioso], proveniente dalla cameretta, ma quando entra per vedere di cosa ha bisogno, la bambina sembra dormire sonni tranquilli. Tornata in cucina, il caffè è finalmente salito e dopo aver spento il fuoco, l’oscurità avvolge improvvisamente la casa, trascinando la giovane donna nel peggiore dei suoi incubi.

Sībĭlum è il secondo cortometraggio del regista cilentano Luigi Scarpa, dopo l’esordio dello scorso anno con Malum Aeterni. Ancora una volta, Scarpa dichiara il suo innegabile amore per il Genere horror, sacrificando originalità a favore dei molti stereotipi del genere, come già accaduto nel corto precedente. Ecco che nel giro di pochi secondi, un appartamento visibilmente moderno e ben curato, si trasforma nel classico luogo delle tenebre: le luci si spengono all’improvviso, le porte scricchiolano, si sentono sibili – per l’appunto – in una lingua incomprensibile e presunte entità prendono il controllo delle apparecchiature, manifestandosi poi ai nostri occhi.

Si sente perfino il continuo squillare di un telefono di vecchia data – usato come suoneria per lo smartphone – presente in tanti lavori del genere, dove dall’altra parte poteva esserci l’assassino o la presenza demoniaca di turno [anche se a molti, probabilmente, verranno in mente gli squilli iniziali di C’era una volta in America].

Secondo quanto si può intuire dalla sinossi rilasciata dal regista, Sībĭlum è il tipo di prodotto che i limiti della pandemia ha potuto concedere a tanti filmmaker. Niente spazi all’aperto, niente itinerari in auto, ma solo le quattro mura di un appartamento, con un numero limitato di attori e di maestranze. Ne risulta per forza di cose un lavoro meno ambizioso, ma più curato a livello tecnico. Questa volta Scarpa si è servito dell’ottima fotografia di Francesco Carini, pur circondandosi ancora una volta di altri suoi fidi collaboratori, come Lorenzo Pisanello per il sonoro, fondamentale per ricreare le lugubri atmosfere di quest’opera.

La madre è interpretata da Federica Pasini, attrice dall’innegabile bellezza, che però dimostra di essere ancora acerba nei movimenti e nelle espressioni davanti a una macchina da presa, con azioni molto forzate e poco naturali. Un vero peccato, perché la credibilità di ciò che deve affrontare il personaggio viene messa in forte dubbio, senza trasmettere le giuste emozioni allo spettatore.

Come anticipato nell’introduzione, più che le presenze e le situazioni oscure, è la dura realtà dei fatti che potrebbe allarmare lo spettatore, specialmente chi ha dei figli piccoli.

In sostanza, l’ultima fatica di Luigi Scarpa risulta tecnicamente ben confezionata, con pochissimi elementi di stampo amatoriale [non solo la scelta dell’attrice, ma anche il titolo in dissolvenza presente all’inizio], riempita dei classici e irrinunciabili cliché, che potrebbero non raggiungere fino in fondo le reazioni e il risultato sperato.

Luca Pernisco

SĪBĬLUM

Regia: Luigi Scarpa

Con: Elektra Gaudioso, Federica Pasini

Sceneggiatura: Luigi Scarpa

Produzione: Alessandro Pisani

Anno: 2021

Durata: 6’

InGenere Cinema

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