Home / Recensioni / In sala / BLACK PANTHER di Ryan Coogler

BLACK PANTHER di Ryan Coogler

black-pantherIl Marvel Cinematic Universe arriva al suo diciottesimo lungometraggio, portando sul grande schermo un film interamente dedicato all’eroe dei fumetti Pantera Nera. Creato dal celebre duo Lee-Kirby nel 1966, T’Challa alias Black Panther, è il sovrano del regno africano fittizio di Wakanda, uno dei luoghi più avanzati tecnologicamente del pianeta Terra, grazie al suo grande giacimento di vibranio, un metallo immaginario dell’universo Marvel.

La sua peculiarità è quella di essere un leader molto apprezzato dal suo popolo, con parecchio carisma e saggezza, oltre al fatto di possedere abilità super sviluppate, che lo rendono un alleato di fiducia per il gruppo dei Vendicatori.

Nell’oramai consolidata serie di film Marvel, fa la sua prima comparsa in Captain America: Civil War, combattendo affianco alla fazione capitanata da Tony Stark, a seguito dell’attentato in cui è rimasto ucciso il padre. In questo film, seguiamo il suo personaggio dopo gli avvenimenti in Siberia, il ritorno nella sua terra Wakanda, dove deve essere incoronato come nuovo sovrano. Ma la minaccia è sempre in agguato, una vecchia conoscenza, il contrabbandiere Klaw [Andy Serkis], aiutato da un personaggio alquanto particolare e misterioso, Erik Killmonger [Michael B. Jordan], minacciano la stabilità di Wakanda. T’Challa [Chadwick Boseman] insieme al suo braccio destro Okoye [Danai Gurira] e Nakia [Lupita Nyong’o], sua ex fidanzata e spia per corto del regno, partono alla ricerca del gruppo per mantenere al sicuro e in serenità la loro terra, supervisionati a distanza dalla sorella del nostro protagonista, Shuri [Letitia Wright].

La particolarità di Black Panther non si trova certamente nell’andamento narrativo, che segue la formula ben congegnata dei suoi predecessori. Facendo parte di una serie di forte impatto sul pubblico mainstream internazionale, si mantiene saldamente nelle corde del classico film marveliano. Quello che lo rende unico, è tutto l’impatto visivo e formale dato. Ryan Coogler che ha diretto e co-sceneggiato la pellicola, riesce nel suo piccolo, a dare un suo particolare tocco alla storia di Black Panther. Rispetto al Thor: Ragnarok di Taika Waititi, improntato forse preponderatamene su un umorismo alquanto frivolo e dozzinale, senza marcare necessariamente la mano sulla storia del dio del tuono, Coogler, rifacendosi ai primi film di casa Marvel, dona una completa forma ed interesse al personaggio di Black Panther. Seguiamo la sua storia,                 quella della sua famiglia, della sua terra, niente viene dato per scontato, o lasciato al caso per uno sviluppo futuro, questo è un film su Black Panther, e lecitamente Coogler fa ruotare tutto attorno al suo protagonista. Si distacca da quella scia di film “preparatori” al grande colossal degli Avengers, mantenendosi comunque sulla linea classica, fa interessare lo spettatore, sia abituale che casuale, a questa new entry del MCU.

Sembrerebbe una cosa data per scontata, ma solo in pochi casi recenti, e Guardiani della Galassia vol.1 di Gunn e Spider-Man: Homecoming di Watts, avevano tenuto, in primis, fede ai loro protagonisti. A fronte della reiterazione di stilemi consolidati in tutta la serie, Black Panther riesce a far sentire la sua voce, più precisamente, a mostrare gli artigli.

Coogler si mantiene su uno stile d’impatto, rifacendosi ai primi film di Iron-Man e Thor, ma anche al caro e oramai storico, Spider-Man di Sam Raimi. La sequenza dell’inseguimento per le strade sudcoreane, si poggia su un alto carico adrenalinico, oramai parecchio attenuato dai restanti film.

È una pellicola dalle grandi e imponenti scenografie, Wakanda, a metà tra la città futuristica e la tribù africana, tra il naturale e l’artificiale, è un luogo carico di calori ed intensità, un paesaggio sacro che lascia un segno indelebile nei suoi abitanti, e in noi spettatori. L’Africa, la sua terra, le sue radici, la sua cultura, sono la base su cui attinge tutto l’immaginario di Black Panther. Non viene usato in modo macchiettistico o banale, o in una versione ripulita e posata, ma permea in ogni minimo dettaglio e sequenza. Le musiche e i canti tribali si intrinsecano con le canzoni rap contemporanee di Kendrick Lamar e di altri rapper afroamericani, in modo quasi naturale, designando un vero inno alla cultura nera passata e di oggi.

Coogler inserisce un’importante e quasi di diritto, sottotrama politica all’interno del film. Questo è un altro punto di novità per Black Panther, quello di riuscire nel suo essere comunque un prodotto commerciale e rivolto a un pubblico perlopiù giovanile, a trattare argomenti ancora di parecchio spessore, sulla discriminazione razziale e sociale. Mai come ora, si era trovato in un film Marvel, un attacco quasi diretto alla politica conservatrice vigente e al populismo dilagante. Non parla per metafore, non si parla di mutanti, ma di persone reali, tangibili, che tutti i giorni devono affrontare i problemi della società, della guerra, del lavoro e di disparità. Anche se può sembrare superfluo o minimizzato nel contesto di un blockbuster mondiale, il suo grande rilievo rimane saldamente ancorato alla sua stessa valenza. Come anche l’importanza nell’affrontare le situazioni difficili e importanti con diplomazia e compostezza, un altro grande tema di Black Panther.

“Per una persona buona è difficile essere un re”, parole dette a T’Challa nel momento della sua incoronazione. Lui rompe quel rituale che vuole un capo possente, temerario, incline alla violenza, ma si dimostra un leader amorevole, posato, capace di saper ragionare con sagacia, anche contro la minaccia più incombente.

Black Panther è uno di quei film più incisivi del patheon Marvel. Non cambia completamente rotta, ma da dei spunti nuovi ed interessanti alla serie. Un film che potrebbe essere apprezzato anche dal più assoluto reietto del filone supereroistico, per il suo essere comunque attuale, trattando tematiche con la sua parvente profondità. Tutti i restanti fan della saga, invece, non dovranno far altro che aspettare il fantomatico 25 aprile, per rivedere i cari buoni vecchi Avengers riunti contro il potente Thanos.

Giovanni Cosmo

BLACK PANTER

Regia: Ryan Coogler

Con: Chadwick Boseman, Michael B.Jordan, Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Letitia Wright, Angela Bassett, Forest Whitaker, Andy Serkins, Winston Duke

Uscita in sala in Italia: mercoledì 14 febbraio 2018

Sceneggiatura: Ryan Coogler, Joe Robert Cole

Produzione: Marvel Studios, Walt Disney Pictures

Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures

Anno: 2018

Durata: 134’

InGenere Cinema

x

Check Also

Sergio Bonelli Editore presenta DYLAN DOG – MATER MORBI – Nuova Edizione

Dal 26 aprile torna in libreria e fumetteria uno dei titoli più ...