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IL FILO NASCOSTO di Paul Thomas Anderson

 https://www.ingenerecinema.com/2018/01/25/filo-nascosto-paul-thomas-anderson/Nella Londra degli anni Cinquanta, il sarto Reynolds Woodcock dirige insieme a sua sorella Cyril la celebre House of Woodcock, inconfondibile marchio di stile e bellezza, richiesto da reali, stelle del cinema, ereditiere e nobildonne.

A causa del suo carattere a dir poco difficile, Reynolds preferisce intrattenere relazioni con donne diverse e per limitati periodi di tempo, in modo da trarne la giusta dose di ispirazione e compagnia. Finché non incontra Alma, ragazza caparbia che riesce a insinuarsi nel suo cuore come musa e amante, sconvolgendo la sua vita.

Phantom Thread, letteralmente ‘il filo fantasma’, è un film che mette in difficoltà.

E’ uno di quei film in cui hai bisogno di entrare a piccoli passi, passi cadenzati da pause, respiri e riflessioni, perché quello messo in piedi da Paul Thomas Anderson è un mondo delicato, raffinato, pericolosamente in bilico nonostante le fondamenta su cui si regge.

Il film racconta di un mondo costruito su misura di un uomo affascinante, estremo, insopportabile, rigoroso, infantile e tanto altro ancora. E racconta anche della fragilità di questo mondo, messo in crisi dall’apparentemente innocua Alma.

Il rapporto tra i due è il cuore della pellicola, ma con il passare dei minuti si intuisce che il vero intento di PTA è quello di indagare la complessa personalità di Reynolds, e che Alma è probabilmente la chiave più adatta a spalancare questo portone chiuso da tempo.

Da questo punto di vista Daniel Day-Lewis, in quella che potrebbe essere la sua ultima interpretazione, diventa il complice perfetto per creare questo personaggio dalle tante sfaccettature.

E questo aspetto può farci chiedere che strada stia prendendo il cinema di Anderson. Tutti i suoi film [quale più, quale meno], erano più proiettati verso l’esterno; erano certamente film costruiti su personaggi potenti e profondi, ma raccontati insieme al mondo di cui facevano parte.

Ne Il filo nascosto, invece, il mondo e il personaggio si sovrappongono: il mondo è un’emanazione diretta del protagonista. Reynolds è il creatore del suo universo oltre ad esserne il protagonista; una figura tuttofare proprio come Anderson [regista, sceneggiatore e direttore della fotografia in questo caso].

La sua regia asseconda questo cambiamento di prospettiva con la solita maestria a cui ha abituato il suo pubblico, dando vita a scene di grandissima intensità [la scena in cui vengono prese le misure di Alma, l’avvelenamento e la cena finale, per citarne solo alcune], e mantenendo salda l’attenzione durante i centotrenta minuti di visione.

Il filo nascosto non ha la complessità di The Master o la compiutezza di altre opere, e può risultare ostico, molto ostico, un po’ come il suo protagonista, ma sta anche in questo il suo fascino; se si riesce ad entrarci in simbiosi, non se ne esce facilmente.

Chissà se in futuro il regista continuerà su questa strada, con questo scavo interiore nei suoi personaggi [e in sé stesso] o se ci prenderà per l’ennesima volta in contropiede.

Egidio Matinata

IL FILO NASCOSTO

Regia: Paul Thomas Anderson

Con: Daniel Day-Lewis, Lesley Manville, Vicky Krieps, Camilla Rutherford, Bern Collaço, Richard Graham, Jane Perry, Ingrid Sophie Schram, Sarah Lamesch, Pip Phillips, Kelly Schembri

Uscita in sala in Italia: giovedì 22 febbraio 2018

Sceneggiatura: Paul Thomas Anderson

Produzione: Annapurna Pictures, Focus Features, Ghoulardi Film Company

Distribuzione: Universal Pictures

Anno: 2017

InGenere Cinema

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