Perdere per vincere. Fallire per cambiare. Ma soprattutto, abbandonare ciò che è stato per ottenere un nuovo orizzonte. Star Wars: Gli Ultimi Jedi è la palese affermazione che qualcosa sta cambiando nella Galassia lontana, lontana. Tutto viene messo in discussione in questo ottavo episodio della saga sci-fi più amata al mondo. La Forza è sveglia, ma non troppo, i ribelli sono in fuga, il Primo Ordine potrebbe vincere, ma Kylo Ren deve fare i conti con una coscienza lacerata dal senso di colpa. Infine, Rey al cospetto di Skywalker conoscerà la sua più amara delle delusioni. Tutto sembra vacillare nelle Guerre Stellari di Rian Jonhson, ma ciò che appare compromesso, che non ricorda il passato glorioso, potrebbe essere l’occasione più importante mai capitata a questa lunga avventura nello spazio.
Ma procediamo con ordine: La Forza scorre forte nella giovane Rey, ma solo un grande maestro Jedi può insegnarle a controllarla. Rivelata la mappa che traccia la rotta per il nascondiglio segreto di Luke Skywalker, la ragazza attraversa l’universo fino al pianeta sperduto dove il cavaliere Jedi si è ritirato in esilio volontario. Si inerpica lungo sentieri impervi, perlustra gli angoli più selvaggi dell’isola per incrociare lo sguardo del leggendario guerriero che ha combattuto e sconfitto l’Impero, e porgergli la vecchia spada laser appartenuta alla sua famiglia. Il gesto significativo riprende ed eguaglia il passaggio di testimone avvenuto nel corso della saga, nella quale l’allievo assume infine il ruolo di mentore. Intuitiva e tenace, Rey è la capofila delle nuove leve Jedi, pronta a contrastare le forze del sinistro Primo Ordine, in aiuto della Resistenza. Accanto a lei ritornano l’ex assaltatore Finn, il pilota di X-Wing Poe Dameron e il Generale Leia [in quella che passerà alla storia come l’ultima interpretazione di Carrie Fisher, CGI permettendo]. Tra i servitori del Lato Oscuro, con il volto sfregiato dall’ultimo scontro con Rey, ritroviamo Kylo Ren, influenzato dalla misteriosa figura del Leader Supremo Snoke.
Johnson non è J.J. Abrams, nel bene e nel male. Non ha la capacità spilberiana dimostrata dall’autore di Lost di maneggiare l’avventura e l’azione, rendendola empatica, divertente ed emozionante fino alle lacrime. Non riesce, a differenza di quanto accaduto ne Il Risveglio della Forza, a mescolare leggerezza ed epica, tuttavia ha il grande pregio di abbandonare definitivamente il senso nostalgico e di tributo che tanto ha caratterizzato il primo episodio della nuova trilogia.
Episodio VIII medita su quanto sia complesso lasciare il sentiero battuto dagli altri e come sia faticoso trovarne uno proprio. Fa emergere il lato più fragile degli eroi di questa guerra – da qualsiasi lato la stiano combattendo – e come la paura e il senso di colpa possano compromettere grandi aspirazioni o desideri.
Gli Ultimi Jedi appare con una pellicola lunga e discontinua, ma con grandi momenti di cinema, alcuni consueti per la saga creata da Lucas, altri meno. E su questi ultimi è davvero interessante soffermarsi. Il cambiamento è necessario ma molto doloroso in questo universo e Jonhson lo sa bene. Difatti, costruisce il suo Star Wars minando le certezze che ogni spettatore possiede in materia. Tutto va storto, nessun piano riesce, sia esso concepito dalla Resistenza, o da Rey, o da Poe Dameron. Persino Kylo Ren è combattuto, fragile, dilaniato dal senso di colpa per i fatti commessi nell’episodio precedente. Il Lato Oscuro lo ha catturato definitivamente, oppure c’è ancora spazio per un ritorno alla Forza? Interrogativi ai quali nemmeno Luke sa fare fronte. Tutto appare perduto. Finché questa perdita non si mostra come l’occasione per una svolta decisiva per i nostri eroi, ma anche per l’intera saga di Guerre Stellari.
“Lasciamoci tutto alle spalle” dice Kylo Ren/Ben Solo durante uno scontro con Rey. Invito che suona sinistro, finché il film di Jonhson non ci rivela – per bocca di un magnifico e retrò nella realizzazione Maestro Yoda – che il fallimento è il più grande degli insegnamenti. Questa guerra è destinata a cambiare, a proteggere ciò che ama e non a distruggere ciò che odia. A utilizzare i Maestri come terreno sul quale fare crescere le nuove generazioni e ad abbracciare un cambiamento che appare sofferto e propiziato dalla perdita.
Gli Ultimi Jedi innesca un meccanismo di cambiamento simile alla decomposizione, il quale trasformando la materia dopo la morte, concima e fertilizza permettendo il ritorno alla vita. La nuova speranza, sembra dirci questa pellicola, non è più quella del 1977, ma è da rintracciarsi in ciò che sta per arrivare. Nel futuro. Poco importa se non ci saranno più Jedi o Sith. Se la Resistenza sarà composta da quattro piloti e da due robot e se gli eroi più valorosi non saranno Principesse o cavalieri, ma raccoglitori di rottami, operai o soldati ammutinati.
Se questo cambiamento porterà Guerra Stellari ad altri anni di splendore è difficile dirlo, ma a parere di chi scrive, finché John Williams continuerà a suonare, non ci sarà mai nulla da temere.
Paolo Gaudio
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STAR WARS: GLI ULTIMI JEDI
Regia: Rian Johnson
Con: Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, Kelly Marie Tran, Laura Dern, Benicio Del Toro, Peter Mayhew, Billie Lourd, Jimmy Vee, Tim Rose, Mark Lewis Jones.
Uscita sala in Italia: mercoledì 13 dicembre 2017
Sceneggiatura: Rian Johnson
Produzione: Lucas Film
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Anno: 2017
Durata: 152’