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IL MIO GODARD di Michel Hazanavicius

il mio godardJean-Luc Godard è una delle figure più controverse nella storia del cinema, amato quanto odiato dal pubblico e dalla critica, personaggio sfrontato e folle, sempre in cerca di sperimentare e decostruire il mezzo cinematografico, spingendosi sempre di più in progetti molto audaci.

Il nuovo film di Michel Hazanavicius, Il Mio Godard [Le Redoutable], ruota intorno proprio alla figura del regista francese e al suo rapporto con Anne Wiazemsky, attrice recentemente scomparsa, compagna di vita di Godard fino al 1979 e autrice del libro Un anno cruciale, da cui il film prende ispirazione.

Hazanavicius cambia rotta verso il solito adattamento o il classico biopic, e riscrive in chiave di commedia il mito di Godard, dando una sua personale visione del regista; rimanendo attinente ai fatti reali, ripercorre il suo percorso sia come autore cinematografico sia come uomo, mostrandoci tutte le sue sfaccettature e non cadendo in giudizi scontati.

La struttura narrativa fa in modo che il film sin dall’inizio usi espedienti che mettono in crisi lo spettatore, ricordandogli di essere davanti a un’opera cinematografica immaginaria e non a una fedele trasposizione documentaristica della vita di Godard; non ci si prende il merito di  mostrare la verità assoluta, anche l’attore protagonista Louis Garrel ha più volte ribadito di non prendere il film come ‘reale’, ma come un ritratto di un uomo che per seguire la sua ideologia politica, la sua libertà di espressione, sceglie di sacrificare il suo cinema e la sua vita privata.

Il film si presenta quindi come una commedia con sfumature drammatiche; ispiratosi ai maestri della commedia come Scola e Risi, il regista riesce a mantenere un giusto equilibrio che non cade nella caricatura, ma che fa appassionare e interessare il grande pubblico, non solo quello cinefilo, alla figura complessa di Godard, mostrandolo in tutta la sua contraddizione in quanto essere umano e artista.

Hazanavicius infarcisce il film con una serie di citazioni che fanno eco alla prima parte della cinematografia di Godard: dai voice-over alla Pierrot le fou, alle carrellate sul corpo nudo della protagonista femminile di Le Mépris, alle scene girate dentro la sala cinematografica di Vivre sa vie. Anche la fotografia di Guillaume Schiffman e la scenografia di Christian Marti, riprendono alla lettera la stessa verve stilistica di quei film, con una cura maniacale anche del più minimo dettaglio; Hazanavicious ha dichiarato che per fare una rappresentazione di quegli anni, voleva un risultato che fosse quanto più fedele a quel periodo, la scelta stessa di Stacy Martin per interpretare Anne Wiazemsky, è dovuta al fatto che l’attrice avesse un viso e un’espressività simile alle attrici dell’epoca, che potesse riportare sullo schermo la stessa potenza e naturalezza che avevano le “muse” del cinema godardiano.

Principalmente il film racconta una storia d’amore tra due personalità molto differenti, dove la grande differenza di età e le prospettive di vita e di carriera dissimili, fanno nascere una serie di complicanze e di sentimenti inespressi che portano il rapporto a ingarbugliarsi. Oltre alla storia d’amore tra il regista e l’attrice, nel film lo scenario storico del Maggio 68’ viene trattato con tutta la sua energia, l’umorismo, la voglia di cambiamento, che lo hanno contraddistinto; facendo permeare bene tutta la volontà di Godard a voler rivoluzionare il suo modo di fare cinema, la sua scelta di lasciarsi alle spalle tutta la sua opera precedente, andando contro al pubblico, ai suoi amici, ai suoi estimatori, per fare dei film più impegnati politicamente in linea con il sentimento che si respirava al tempo.

Louis Garrel, riesce appieno nell’impresa di impersonare il regista francese, giocando anche con le caratteristiche note del suo carattere, giunge a non farne una macchietta comica, ma modulando l’immagine mediatica e quella privata data dal libro, arriva a dare una visione allo stesso tempo fedele e nuova; anche l’intento di Hazanavicius  era di reinventare Godard, ispirato a quello vero ma da come ha dichiarato “sarebbe dovuto essere il mio Godard, anche mettendo da parte il libro, le biografie e i documenti”.

Il Mio Godard si presenta come una commedia piacevole e brillante, riuscendo oltre che ad accogliere un grande pubblico, a non mitizzare né sminuire colui che è stato ed’è Jean-Luc Godard, ma evince un gran rispetto da parte di Hazanavicius e un grande coraggio a trattare una figura complessa come lui, continuando il suo lavoro già iniziato con il precedente The Artist, di non lasciare al passato ciò che è passato, ma di mantenere un dialogo con il cinema e gli autori di un tempo.

Giovanni Cosmo

IL MIO GODARD

Regia: Michel Hazanavicius

Con: Louis Garrel, Stacy Martin, Berenice Bejo, Micha Lescost, Gregory Gadebois, Felix Kysyl

Uscita in sala in Italia: martedì 31 Ottobre 2017

Sceneggiatura: Michel Hazanavicius

Produzione: Michel Hazanavicius, Florence Gastuad-Riad Sattouf

Distribuzione: CINEMA

Anno: 2017

Durata: 109’

InGenere Cinema

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