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IT di Andy Muschietti

itIt, uno dei romanzi più segnati di Stephen King, arriva in sala. Lo fa dopo un film TV che è entrato nell’immaginario del pubblico grazie ad un primo episodio [quello incentrato quasi esclusivamente sull’infanzia dei protagonisti e sul loro primo scontro con la creatura che si nasconde sotto le spoglie del clown danzante Pennywise] e, soprattutto, grazie all’interpretazione di Tim Curry. Il suo è un villain sornione e crudele, capace di essere diversamente malefico, di dimostrarsi spietato pur continuando a proporsi come la caricatura sfregiata di un essere bonario e rimarrà un punto fermo anche dopo l’uscita in sala di questo primo adattamento cinematografico.

Il Pennywise di Muschietti, infatti, prende una via differente e opposta, ma ci arriviamo a breve.

Per chi non ci avesse mai avuto a che fare, It è una romanzo fiume sospeso tra il romanzo di formazione e una terrorizzante storia dell’orrore, che sa usare come armi narrative fatali per colpire il lettore [e lo spettatore] al cuore al cervello, proprio il suo incentrarsi su una storia profonda di amicizia e di amore e, in seconda battuta, sul cammino liminale dei protagonisti che da piccoli disadattati diventano, proprio grazie a alla terribile esperienza vissuta insieme, dei grandi ma imbattibili disadattati.

Quella pronta a sbarcare in sala, si incentra [proprio come la prima parte del film TV] sul racconto della giovinezza dei Perdenti, spostata filmicamente nei tardi anni 80.

Derry è una cittadina del Maine dove, senza un apparente motivo, la gente muore o scompare con molta frequenza, i bambini soprattutto. Chi rimane vive la macabra particolarità della propria comunità con una spaventosa passività, facendo finta che tutto scorra liscio.

Questo fino a quando a scomparire non sarà George, una bambino sparito nel nulla durante un temporale mentre stava giovando con la sua barchetta di carta.

Ad assassinarlo [lui come tutti gli altri] è stato It, entità malefica che ogni 27 anni si risveglia da una sorta di letargo voglioso unicamente di saziare il suo appetito con la paura di giovani innocenti e con le loro vite. La morte di George porterà sulle tracce di It, suo fratello Bill [Jaeden Lieberher] e il suo gruppo di amici: Ben [Jeremy Ray Taylor], Richie [Finn Wolfhard], Stan [Wyatt Oleff], Mike [Chosen Jacobs], Eddie [Jack Dylan Grazer] e Beverly [Sophia Lillis].

Muschietti è il regista dell’horror La madre [2013], elegante e alla moda, nel quale aveva già dimostrato di voler cavalcare l’onda della ghost story del terrore alla Wan con il suo primo film. E con It riesce a portare sul grande schermo un adattamento che rispetta il magma kinghiano, ovviamente semplificando esponenzialmente la storia in cui ha modo di infilar le mani. Non avrebbe potuto essere altrimenti, trattandosi di un horror studiato a tavolino per scalere le vette del botteghino, ma questo stranisce molti fondamentalisti kinghiani. Allo stesso modo tradisce l’orrore duro, puntuto e raschiante di partenza, per declinare anche questo suo secondo lungometraggio nel linguaggio più congeniale all’horror dei nostri giorni [ancora una volta Wan], ibridandolo con un senso spielberghiano che pervade molti momenti della pellicola.

Per certi versi il nuovo It rispetta anche la cadenza del vecchio film televisivo, ma ha un’anima molto più horror e, in alcuni punti, vorrebbe dimostrare di avere una grana grossa [non ce l’ha, per fortuna, si tratta di un horror assai aggraziato]. Un film che, altra notevole trovata commerciale, lega l’ampio respiro nostalgico per l’età dell’infanzia presente nella materia narrativa, al ricordo un po’ falsato degli anni ’80 al centro di alcuni titoli audiovisivi di successo del mercato contemporaneo.

It di Muschietti entra subito nel vivo e si lega bene al sistema nervoso dello spettatore, grazie a dei personaggi molto ben caratterizzati. Tutti i Perdenti rimangono nel cuore di chi guarda, in particolar modo la rossa Beverly, Bill e Richie, con la sua raffica infinita di battute scoordinate.

Ma la prova del nove nella riuscita dell’adattamento non poteva che essere la rivisitazione, attoriale ed estetica di Pennywise: ebbene Bill Skarsgård è un It terrorizzante in ogni momento. Un mostro in tutto e per tutto. Rinunciando, quindi, alla giocosità del personaggio di Curry, Pennywise diventa un babau da saga cinematografica, ma proprio grazie alla cura dei particolari estetici di trucco e look, non ne esce fuori come un puro prodotto commercializzabile.

Il nuovo Pennywise spaventa: è il risultato di un accumulo maniacale di particolari: i dentoni da coniglio, un trucco e un costume davvero dark. Ma c’è un momento in cui il personaggio diventa il film stesso: proprio durante la sua prima apparizione all’interno della fessura di scolo per l’acqua piovana quando, durante il suo dialogo con George, l’occhio sinistro del clown danzante inizia a pendere da un lato, come attirato da un’innaturale forza di gravità. Uno strabismo macabro che sta lì a dimostrare che la forma umanoide dell’entità è qualcosa di instabile pronta a collassare da un momento all’altro.

Il gioco delle forme, infatti, prende piede dopo poco, facendo incarnare It nelle paure proprie dei vari protagonisti del racconto [per Stan si tratta di una donna fuoriuscita da un quadro e, nonostante sia una dichiarata auto-citazione de La madre, è la parte più “alla Wan” del film].

Le citazioni sono tante. Tra le più esplicite la presenza della “tartaruga” del romanzo, divenuta solo la strizzata d’occhio di una testuggine fatto di costruzioni, e un clown fantoccio che riproduce le fattezze del Pennywise di Curry.

In conclusione un film horror assai riuscito, una trasposizione abbastanza riuscita e un successo commerciale preventivato. Toccherà, ora, aspettare l’uscita del secondo capitolo, quello che racconta del ritorno a Derry dei Perdenti da adulti. Un capitolo che ha in partenza molto meno appeal e su cui Muschietti dovrà mostrare di avere ancora più intuito, creatività e carattere.

Luca Ruocco

IT

Regia: Andy Muschietti

Con: Bill Skarsgård, Finn Wolfhard, Jaeden Lieberher, Nicholas Hamilton, Owen Teague, Sophia Lillis, Megan Charpentier, Steven Williams, Wyatt Oleff, Jeremy Ray Taylor, Jack Grazer

Uscita in sala in Italia: giovedì 19 ottobre 2017

Sceneggiatura: Chase Neustadter, Walter Hamada, Richard Brener, Toby Emmerich

Produzione: Warner Bros. Pictures, New Line Cinema, Vertigo Entertainment, KatzSmith Productions, Lin Pictures

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Anno: 2017

Durata: 135’

InGenere Cinema

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