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THE RING 3 di F. Javier Gutiérrez

Il 2017 segna il ritorno in sala di Samara Morgan, icona horror d’origine orientale balzata, però, sul carrozzone della new wave orrorifica post 2000 dopo il remake statunitense di Verbinski e il successivo sequel.

La mortifera ragazzina dai lunghi capelli neri che scendono sul visto, nascondendo le sue orribili sembianze, torna a diffondersi come un morbo, rimbalzando tra schermi e telefoni con la minaccia di un’imminente morte violenta.

A distanza di 12 anni, però, il mondo della fruizione video è assai cambiato e deve farlo anche il meta-mondo in cui Samara si muove in The Ring 3 [solo Rings nel titolo originale, probabilmente a voler marcare l’esistenza a sé stante di questo capitolo], essendo collegando direttamente al concetto stesso di video e di ricezione: non più, quindi, vecchi televisori a tubo catodico, ma TV a schermo piatto, smartphone e, soprattutto, monitor di computer e rete.

Lo stesso processo di diffusione del virus, la duplicazione della famosa VHS, si trasforma in una copia file su PC, così come il lasciapassare di Samara da una decade all’altra, dopo un decontestualizzato incipit collocato in un aereo, sarà ambientato proprio tra le cianfrusaglie di un mercatino dell’antiquariato dove, tra le videocassette di Alien e Jurassic Park, all’interno di un vecchio videoregistratore, riposa la VHS con il video maledetto, pronto per essere traslato nella sua versione 2.0.

Al guidare il ritorno su grande schermo di Samara c’è il regista F. Javier Gutiérrez, che si ritrova tra le mani un giocattolo in verità poco appetitoso; una saga che non ha veramente mai decollato [soprattutto se guardata nello specchio dei remake americani] e che per il suo terzo capitolo non ha già in partenza la forza immaginifica per regalare al pubblico, vecchio e nuovo, un mondo filmico forte e convincente.

The Ring 3 si rivela, tirando le somme, un capitolo indeciso in tutto e per tutto: non un vero sequel, visto che non si collega direttamente agli altri due capitoli, non un buon reboot, visto lo scarso impegno impiegato nel tirare su un universo nuovo e più contemporaneo: tutto è già visto e non basta trasformare un supporto analogico in uno digitale o proporre il mistero – assai campato in aria – di un video maledetto che cambia e si ingrandisce una volta copiato, per regalare modernità al film.

Protagonisti della terza incarnazione filmica statunitense dello spettro dai lunghi capelli neri, sono due giovani innamorati: Julia e Holt. Alcuni giorni dopo la sua partenza per il college, Holt sembra scomparso nel nulla e Julia, preoccupata, parte alla sua ricerca e rimane invischiata in una sorta di esperimento universitario: un professore ha messo su un gruppo in cui i suoi studenti si rimbalzano l’un l’altro il video maledetto, assicurandosi che un nuovo fruitore possa prendersi carico del fardello  di chi lo ha preceduto entro il settimo giorno. Quando Julia arriva in città scopre che Holt è stato l’ultimo fruitore e, al momento, non ha trovato uno che lo sostituisca… E l’amore la spinge a prendere il posto del suo boyfriend!

Il lavoro di Gutiérrez mostra le sue falle, a livello narrativo, proprio quando sembra voler proporre allo spettatore una diversa visione della storia. The Ring 3, per buona parte, propone una versione quasi realistica, andando a scavare nel triste passato di Samara, per dipingere un ritratto assai calato nel nero della cronaca contemporanea [parliamo della parte in cui entra in scena anche Vincent D’Onofrio]. Il gioco dicotomico che accosta cronaca e paranormale avrebbe avuto, però, bisogno di un maggiore ordine e approfondimento e, soprattutto, avrebbe trovato organicità se solo lo stesso sviluppo conclusivo non avesse deciso di mandare tutto all’aria, proponendo una chiusa prevedibile e scaciata.

Il simbolo dell’uroboro che si unisce alle altre misteriose immagini del nuovo video maledetto riassume alla perfezione il senso di ridondante ciclicità e di tedio che riempie ogni momento di questo terzo capitolo: viviamo qualcosa di già vissuto che si propone ai nostri occhi come un’esperienza nuova che, però, pulita dei pochi inutili orpelli di contemporaneità, risulta una copia poco interessante e convincente di quel che già era stata.

Luca Ruocco

THE RING 3

Regia: F. Javier Gutiérrez

Con: Matilda Lutz, Alex Roe, Johnny Galecki, Vincent D’Onofrio, Aimee Teegarden

Uscita in sala in Italia: giovedì 16 marzo 2017

Sceneggiatura: David Loucka, Jacob Aaron Estes, Akiva Goldsman

Produzione: Paramount Pictures, Parkes/McDonald, Chris Bender/BenderSpink, Marci/Edelstein, Vertigo Entertainment, Waddieish Claretrap

Distribuzione: Universal Pictures

Anno: 2017

Durata: 102’

InGenere Cinema

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