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LE CONFESSIONI di Roberto Andò

le-confessioni1Una delle magie rese possibili dalla settima arte è quella di esplorare il macro e microcosmo, rendendo giganteschi gli spazi piccoli e rimpicciolendo quelli più grandi. Molto spesso però non è tanto la dimensione fisica ad attrarre lo spettatore, bensì quella dell’animo e della psiche umana, soprattutto se vista come chiave per decifrare la società attuale.

Quante volte ci siamo chiesti, guardando la televisione, cosa effettivamente animi gli attori protagonisti del teatro della politica quando prendono decisioni importanti in grado d’influenzare il destino del mondo? Roberto Andò va ancora una volta a scavare nel territorio della politica, dopo Viva la libertà, spostandosi dal macrocosmo nazionale a quello internazionale, entrando nella cabina di regia di quello che è uno dei territori più segreti al mondo, vale a dire un G8.

Avvalendosi di un cast internazionale, fatta eccezione per Toni Servillo e Pierfrancesco Favino, e utilizzando registri diversi dalla classica commedia all’italiana, egli cerca di elevarsi dal suo film precedente cercando di immergere le mani nel torbido mare della politica internazionale dove [lo abbiamo capito da anni] quelli che dovrebbero essere gli attori principali contano ben poco [anzi nulla], se paragonati a quei personaggi che ruotano nel mondo bancario e dell’alta finanza che sono irriconoscibili in quanto tutti fin troppo uguali fra di loro, ma fin troppo decifrabili poiché mossi solo dal credo del profitto.

le-confessioni2Una crepa, però, sembra far capolino in quel tavolo delle trattative anche perché, alla fine, sempre di uomini si parla e tutti loro concordano sull’impossibilità di poter controllare l’impianto politico/finanziario di una nazione, e quindi del mondo, in maniera assoluta; al massimo si possono influenzare le scelte della popolazione e degli interpreti principali del pensiero politico. Per questo motivo viene invitato, oltre ad una famosa rock star e una scrittrice prestigiosa, uno dei massimi esponenti dell’ordine certosino [Toni Servillo], quasi a voler conferire alla riunione degli otto grandi della Terra una veste più umana di quella avuta fino a quel momento.

E’ già capitato in passato che i G8 abbiano ospitato grandi personaggi, non necessariamente esponenti del mondo politico, ma grandi celebrità del mondo dell’arte, la cultura o la religione. Andò sceglie un religioso, una persona molto composta, dal sorriso dolce ma severo che sa cosa voglia dire rispettare il silenzio di una persona.

le-confessioni4Un film fatto di molti silenzi, quello di Andò, bilanciati da parole altrettanto pesanti ma mancante di una trama altrettanto articolata e strutturata tale da sostenere il carico di entrambi. Non solo: l’estetica delle sue scene, che desidera essere molto simile a quella degli ultimi film di Sorrentino non è altrettanto ricca e sontuosa, per cui non riesce a riempire i vuoti lasciati da una sceneggiatura fin troppo lineare e prevedibile.

Il vero punto di forza di questo film è la sua estrema delicatezza, quel suo cercare di entrare in quelle stanze segrete in punta di piedi, quasi chiedendo scusa come fa il personaggio di Servillo, ma nello stesso tempo questo punto di forza costituisce anche l’anello debole di un film che non rischia e non vuole suscitare polemica. Un’opera di questo genere, soprattutto in un periodo particolare come questo, dove la mediocrità la fa da padrona, dovrebbe assumersi la responsabilità di fare scelte coraggiose.

Paolo Corridore

LE CONFESSIONI

2 Teschi

Regia: Roberto Andò

Con: Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Connie Nielsen, Daniel Auteuil

Uscita in sala in Italia: giovedì 21 aprile 2016

Sceneggiatura: Angelo Pasquini, Roberto Andò

Produzione: Bibi Film, Rai Cinema, Angelo Barbagallo

Distribuzione: 01 Distribution, Rai Cinema

Durata: 100′

Anno: 2016

InGenere Cinema

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