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ONDA SU ONDA di Rocco Papaleo

onda-su-onda1Cliché [kliʃe]: schema di un ragionamento o di un discorso che si ripete abitualmente; espressione banale e priva di originalità.

Dispiace introdurre il nuovo film di Rocco Papaleo con un incipit così sbrigativo. Dispiace perché Rocco ama il jazz. Dispiace perché Rocco ha gli occhi buffi. Dispiace perché sembra una di quelle entità un po’ naif e sinceramente avulse da tutto quello starsystem italiano che oscilla tra decadenza e kitsch. Ma, purtroppo, al terzo film, Rocco Papaleo, dopo il grazioso esordio con Basilicata Coast to Coast, e il piatto Una piccola impresa meridionale, conferma il non confermarsi, proponendo in questo Onda su onda un noioso pamphlet di tutti i mali del cinema moderno, italiano in particolare.

L’esistenzialismo spiccio c’è.  Gegè  [Rocco Papaleo] è un cantante fallito, fossile di un epoca lontana, che cerca di reinventare la propria carriera in un fantomatico concerto in Uruguay;  mentre Rocco [Alessandro Gassman] è semplicemente depresso, misantropo e arreso. Da quattro anni nella cucina di una nave per nascondersi ad un passato ingombrante, talmente ingombrante che la sceneggiatura decide di liquidarlo con uno spiegone di pochi secondi, così da giustificare impunemente i centodue minuti in cui l’espressione grave di Gassman piantona lo schermo.

onda-su-onda2L’esotismo take away. Un Uruguay dove le suggestioni di un paese lontano, le complessità di un’altra cultura, gli stili di vita, tutto viene declinato a inutile contorno.  E la profondità di lettura del contesto è distante, algida, proprio come il turista da crociera che vede da lontano la costa, e cattura un’immagine sfocata e superficiale. Di Montevideo rimane una carrellata di inquadrature. Palazzi, mare. E aldilà della gita oltreoceano, che sicuramente ha giustificato la produzione nella scelta di una meta del genere, non si capisce l’apporto che può dare al film più di una qualsiasi altra città del globo terracqueo. I destini, proprio in quanto tali, sono liberi di incrociarsi ovunque. Anche a chilometro zero. Proprio per questo, il primo film di Papaleo sembrava più onesto nel suo ambientarsi in Basilicata, raccontando così una terra che il regista conosce, e sente.

onda-su-onda3Infine la trama. Scontata sin dalla prima battuta. I due protagonisti si odiano troppo visceralmente per non avviarsi verso una sincera amicizia. Condita da qualche imprevisto drammatico, da qualche equivoco più o meno risolvibile, e dall’immancabile storia d’amore con l’indigena locale Gilda [Luz Cipriota].

Certo sia chiaro, l’appellarsi alla musa per condannare queste operazioni filmiche, può sembrare eccessivo,  ben onda-su-onda4altri “autori” meriterebbero la gogna, i Vanzina per citarne, ma se questi ultimi nemmeno troppo velatamente puntano ad un target permeato da una discreta dose di analfabetismo cinematografico, l’operazione di Papaleo risulta più sottile, perché mascherata con una certa sapienza strategica e situazionistica, continuando però a perpetrare quel trend all’insegna della gratuità. Sicuramente non per questo bisogna ostracizzare il cinema d’intrattenimento, tutt’altro, ma come dicevano di sé stessi i fratelli Cohen in una intervista, ” in un mondo ideale noi saremmo intrattenimento, ad altri spetterebbe il ruolo a volte gravoso dell’“Autore””.

Francesco Rombaldi

ONDA SU ONDA

2 Teschi

Regia: Rocco Papaleo

Con: Rocco Papaleo, Vittorio Gassman, Luz Cipriota, Massimiliano Gallo

Uscita in sala in Italia: giovedì 18 febbraio 2016

Sceneggiatura: Rocco Papaleo, Valter Lupo, Federico Pontremoli

Produzione: Warner Bros, Entertainement Italia, Indiana Production, Less is More Produzioni

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Anno: 2016

Durata: 102’

InGenere Cinema

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