Nanni Moretti torna dietro la macchina da presa dopo Habemus Papam e lo fa con un racconto più intimista al limite dell’autobiografia.
Il tema toccato dal regista questa volta è quello della morte, affrontata non solo in senso lato; ma intesa come evento ineluttabile che da un senso alla vita stessa e che con l’avanzare dell’età diventa sempre più presente nella vita dell’essere umano.
La morte a cui allude Moretti chiude un grosso capitolo riguardante il suo stesso cammino esistenziale e creativo, affrontando il tema della morte dei genitori e, in particolar modo, di sua madre. L’autore, infatti, si cela dietro il personaggio di Margherita, interpretato da Margherita Buy, per poter narrare il suo dramma interiore, il suo senso di smarrimento e la voglia di voler cambiare qualcosa, a livello stilistico, del suo consueto modo di fare cinema che, forse, non gli appartiene più.
Margherita come lui condivide il mestiere di regista: chi conosce questo duro, ma altrettanto bello, mestiere sa che significa non avere incertezze, dubbi ma, al contrario, c’è sempre bisogno di essere ricchi di soluzioni e di fare il possibile per tenere alto il morale della squadra con la quale si lavora, perché da esso dipende la buona riuscita del film.
Proprio durante le riprese del suo ultimo lavoro, dalle tematiche fortemente sociali, si fa sempre più concreta l’ipotesi della prossima morte di sua madre da tempo malata; la consapevolezza di questo porta Margherita a perdere la sua consueta lucidità, non solo sul lavoro, ma anche nei rapporti interpersonali, in primis in quelli con la madre stessa, poi con il suo uomo e, infine, con sua figlia.
Quello che emerge fuori da Mia madre è più che altro uno spaccato di vita che segue dal punto di vista dei figli la fine dell’esistenza di una donna che non solo li ha messi al mondo, ma che molto probabilmente li ha amati come mai altro essere umano potrà mai fare.
Nanni Moretti preferisce rimanere, come afferma lui stesso, accanto all’attore protagonista di questo film, interpretando il fratello di Margherita, ingegnere di mezz’età giunto anch’egli ad un bivio epocale della propria vita, come a voler testimoniare con la sua presenza che questi fatti lo riguardano da vicino, ma senza mettere in ombra i veri protagonisti della vicenda.
Il film di Moretti riesce ad equilibrare molto bene il dramma e la commedia, infatti ad alleggerire il clima, altrimenti troppo appesantito dai pianti di Margherita Buy, ci pensano le varie performance di Barry Haggins [John Turturro], attore americano chiamato da Margherita per recitare nel suo set.
Sostanzialmente il pregio/difetto di questo film è che non ci sono grosse evoluzioni dei personaggi e non sarebbe potuto essere altrimenti, visto che tutta la vicenda ruota intorno al tramonto della vita di Ada, interpretata magistralmente da Giulia Lazzarini, e tutto quello che sarà dopo, anche per quanto riguarda il cinema di Moretti, non è altro che un’incognita.
Paolo Corridore
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MIA MADRE
Regia: Nanni Moretti
Con: Nanni Moretti, Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini
Uscita in sala in Italia: giovedì 16 aprile 2015
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Velia Santella
Produzione: Sacher Film, Fandango, La Pacte, Arte France Cinema
Distribuzione: 01 distribution
Anno: 2015
Durata: 106′