Tanto care al popolo degli internauti sono le contese verbali a lunga gittata: centinaia e centinaia di blog straripanti di aneddoti fuori luogo, concetti risaputi, teorie per lo più inutili, il tutto con indosso un tarlato, logoro doppiopetto da erudita discussione, incentrata quasi per dovere sugli argomenti più frivoli e banali mai partoriti da una mente umana.
Gli stessi prodotti della “stimata” The Asylum, nonostante vengano creati senza alcuna mira a standard di qualità, di tanto in tanto avviano ugualmente serrate discussioni.
Riguardo il film preso in esame in questa recensione, ad esempio, potrebbe affiorare la suddetta disputa: “E’ un MockBuster oppure un KnockBuster?” ossia “E’ fatto apposta per fare così schifo, oppure hanno toppato alla grande?”.
La trama è il riadattamento di un classico del Genere: due giovani operatrici al soldo di una compagnia petrolifera da operetta, fanno una scoperta senza precedenti: nell’oscurità degli abissi, tenute in vita dal petrolio greggio presente attorno ad esse, uova preistoriche si apprestano a dare alla luce mostri con inarrestabili istinti omicidi.
Se pensate sia già difficile soprassedere a questa mancanza di senno scientifico, il meglio deve ancora venire: la NASA, lasciati da parte gli interessi dei suoi finanziatori per la ricerca spaziale, ha da tempo rivolto i suoi sforzi alla creazione di giganteschi robot da combattimento, con lo scopo di contrastare eventuali minacce al pari di quella appena sorta.
L’azzardatissimo progetto, nome in codice “Armada”, include tre fra i più brutti ammassi di metallo [Jaegers davvero mal riusciti] mai affiorati dalla fantasia di un ingegnere colpito da probabile ischemia celebrale; esteticamente non reggono il confronto con un depliant IKEA appallottolato in attesa di riciclo.
Tornando alla storia, il primo “kaiju” subisce una cocente sconfitta sulle spiagge statunitensi, in uno scontro davvero esilarante: assorto nell’esplorazione del nuovo e soleggiato mondo, la creatura riuscirà a muovere ben pochi passi all’asciutto, prima di venire abbattuta. Tutto ciò non potrà impedire ad un imbranato pilota di mech il causare una strage per via della personale noncuranza e cattiva conoscenza del mezzo lui affidato [e pensare che il pazzoide è tollerato proprio grazie alle sue capacità in combattimento…].
Vedremo quindi una vera e propria carrellata di morti su suolo americano, la colpa dei quali verrà fatta ricadere interamente sulla creatura, la cui unica uccisione certa riguarda un soldato in piena crisi di onnipotenza, intento a scaricare contro il lucertolone svariati caricatori di M16.
Lo spettatore dovrà fare presto i conti con la totale assenza di correlazione fra le azioni e gli eventuali meriti o responsabilità di sorta, il tutto misto ad un menefreghismo mai visto prima d’ora da parte di eroi in scena; senza dimenticare l’assoluta mancanza di senso… celati parallellismi, sottili denunce sociali, metafore per eletti. Purtroppo non ve n’è traccia, Atlantic Rim fa semplicemente acqua da tutte le parti.
Le scene con attori umani possono essere del tutto ignorate: prive di ogni plausibile mordente, si salvano dal cestino delle cattive idee soltanto una scazzottata talmente finta da inorridire i fan di Marcello Fondato ed una bieca scena di danza nella quale in trasparenza scorgiamo le macerie della città colpita dal pilota strabico.
La totale assenza di ordine gerarchico, la sopracitata mancanza di azione-reazione, un finale prolisso e scontato quanto un testo originale di Justin Bieber, sono il risultato di un knockbuster male assemblato, nel quale le incoerenze non sono ricreate allo scopo di allietare lo spettatore, bensì lasciate in bella mostra con la speranza passino come tali. Grafica ed audio sono nella media Asylum, meravigliosamente pessime. Con una fitta al cuore, ci sentiamo di non consigliare assolutamente la visione di questo orribile film, meglio dedicare due ore della propria vita a visionare diapositive della zia Guendalina appena tornata dal Messico.
Giuseppe Samuele Costantino
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ATLANTIC RIM
Regia: Jared Cohn
Con: Graham Greene, David Chokachi, Jackie Moore
Sceneggiatura: Jared Cohn
Produzione: David Michael Latt
Distribuzione: Minerva Pictures
Anno: 2013
Durata: 85’