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LE MANI SULLA CITTÀ di Francesco Rosi

Copertina Le mani sulla cittàQuando è venuto a mancare, il 10 gennaio scorso, uno tra i più importanti registi italiani, Francesco Rosi, il mondo del cinema ha avuto la consapevolezza di aver perso un grande protagonista, al quale sarà sempre debitore.

Alcuni anni fa avemmo la fortuna di conoscerlo all’università Sapienza di Roma, già un po’ indebolito per via dell’età, ma assolutamente lucido e allegro. Tutti i presenti, per la maggior parte studenti universitari, ebbero subito cognizione di trovarsi davanti ad un regista  di grande spessore, autore di film indimenticabili e importantissimi. Gli elogi nei confronti di Rosi sono infiniti, e i suoi film, nonostante il passare degli anni, sono straordinariamente attuali, oltre che emotivamente coinvolgenti e pregni di significato.

La nostra affezionata CG Home Video ha pensato bene di distribuire per la prima volta in home video uno dei capolavori di Rosi: Le mani sulla città, che lo stesso ha scritto con lo sceneggiatore, e suo fido collaboratore, Raffaele La Capria. Un home video quindi imperdibile, non solo per via della sua esclusività, quanto per il valore che questo film, del 1963, continua ad avere. Dal 9 febbraio sia Le mani sulla città che Salvatore Giuliano torneranno nelle sale cinematografiche [compreso il Nuovo Cinema Aquila qui], in una versione rimasterizzata.

Foto 1 Le mani sulla cittàSono i primi processi della cosiddetta cementificazione selvaggia, e con essa la corruzione e la mancanza di una legge che regoli il settore dell’edilizia, ad essere le protagoniste di un film che non solo fa riflettere, ma pone tante questioni.

É sintomatico il fatto che, ancora oggi, non ci sia una legislazione urbanistica, nonostante i disastri che si sono susseguiti nel tempo a causa proprio dell’ampio sfruttamento del sottosuolo. Sentiamo parlare continuamente di aree a rischio idrogeologico, di palazzi venuti giù come castelli di sabbia tra omertà e omissioni.

Foto 1 1Di esempi possiamo farne tanti. Pensiamo alla costruzione nel 1964 dell’ecometro di Alimuri, situato a ridosso della costa sorrentina, deturpava, tra Vico Equense e Meta, in provincia di Napoli, che fu oggetto per decenni e decenni di accese battaglie giudiziarie, in quanto deturpava la costiera sorrentina, e la cui concessione edilizia fu sorprendentemente concessa il 9 marzo 1964.

Solo il 30 novembre 2014, il rudere fu distrutto con 1.200 cariche di esplosivo da cinquanta grammi ognuna. Ci sono voluti quindi 50 anni per togliere di mezzo l'”ecomostro”. Di battaglie in Italia ne sono state fatte tante per impedire la costruzione di edifici in aree non edificabili, ed ogni volta si è aspettata la tragedia affinché si prendessero provvedimenti [in alcuni casi neanche sono stati presi]: pensiamo alla drammatica vicenda  avvenuta il 2 agosto scorso a Refrontolo, in Veneto, che ha portato morte di 4 persone in seguito all’esondazione del torrente Lierza, che con la sua furia ha distrutto un capannone all’interno del quale era in corso una festa organizzata dalla Pro Loco.

Foto 2 Le mani sulla cittàAlcuni esponenti politici attribuirono l’evento all’eccezionalità delle piogge, ed anche allo scivolamento di materiali vari che avrebbero ostruito il normale deflusso delle acque, non imputando le cause della tragedia al dissesto idrogeologico o alle operazioni di disboscamento del territorio, per far posto ai vigneti. Potremmo andare ancora avanti, citando ad esempio la battaglia portata avanti da Legambiente contro l’edificazione abusiva avvenuta nel villaggio Gioiello del mare, a Brancaleone, Calabria, o alle recenti alluvioni che ancora una volta si sono abbattute su Genova e si territori limitrofi. Guardando Le mani sulla città si fanno tante considerazioni, e ci si chiede come mai non sia cambiato nulla, nonostante tutto.

Rosi con questo film ha dimostrato ancora una volta di essere sì un regista, ma anche un antropologo, tanto è vero che in ogni lungometraggio studia i suoi protagonisti per analizzarli nella loro essenza e trasparenza: pensiamo ad esempio a Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli, interpretato da un eccezionale Gian Maria Volontè, attore feticcio di Rosi. Le mani sulla città, nel 1963, si aggiudicò il leone d’oro, e il 27 agosto, alla Mostra del Cinema di Venezia, venne presentato nella sua versione restaurata, ad opera del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma.

Foto 2 2Quanto è trasparente Eduardo Nottola [Rod Steiger], l’imprenditore “tuttofare” che ha messo, come altri costruttori, le mani sulle città? Come tanti, anch’egli ha approfittato del desiderio degli italiani – negli anni del boom economico – di abitare in appartamenti confortevoli, comprensivi di servizi igienici, gas, elettricità, e balconi che permettono di cenare addirittura all’aperto, per arricchirsi. Che importa poi se i palazzi sono costruiti in zone a destinazione agricola e dunque non edificabili, se si è protetti dall’amministrazione politica?

E allora via con veloci costruzioni, edificate una accanto all’altra. Nottola è peraltro un consigliere comunale di destra, per cui l’ambiente politico è la sua protezione, ed è impegnato a risolvere una infelice questione che riguarda suo figlio, costretto a nascondersi per non pagare i conti con la giustizia. Le elezioni politiche sono vicine, e Nottola, insieme con una grossa fetta di politici, pensa che non si possa rovinare la campagna elettorale con la notizia del crollo del palazzo a Napoli [siamo negli anni ’60], avvenuti nel corso di un’opera di demolizione di un palazzo da parte della ditta di Nottola, attribuendola alle responsabilità amministrative e alla speculazione edilizia, perciò meglio mettere l’ala di sinistra che vorrebbe aprire una commissione d’inchiesta per rilevare eventuali abusi edilizi. Nottola, sul quale grana per una denuncia per la tragedia avvenuta a Napoli, non vuole dunque ritirare la sua candidatura, anche se il suo stesso partito non sembra più volerlo nella lista. La beffa sarà alla fine, quando Nottola verrà nominato assessore all’edilizia.

Le mani sulla città foto 3Le mani sulla città è un film scomodo, come in fondo scomodi sono quasi tutti i film di Rosi, poiché specchio di una realtà che viene esaminata in toto, e le cui vicende non si concludono mai in un lieto fine.

Imperdibili i contenuti extra, a partire dal commento al film dello stesso Rosi, alle riflessioni sul film da parte dello scrittore Roberto Saviano, che sottolinea quanto il film lo abbia influenzato molto nella stesura dei suoi libri e nel suo sguardo “sulla città”, fino all’intervento del commissario anticorruzione, Raffaele Cantone [entrambe le interviste sono curate dal giornalista Umberto Rondi], che si dilunga anche sull’annosa questione della “Terra dei fuochi”, ovvero sullo sfruttamento delle aree non urbanizzate, nelle province tra Napoli e Caserta, per incendiare o seppellire scarti di residui industriali altamente tossici, e la presenza di falde acquifere contaminate da sostanze cancerogene.

Davvero singolare, quindi, questa edizione home video targata CG Home Video.

Per quanto ancora continueremo a sentire fatti di cronaca dedicate alle alluvioni, agli allagamenti e alle frane nel nostro Bel Paese? Neanche in tempo a domandarlo che le agenzie di stampa danno la notizia che dipendenti pubblici del comune di Roma avrebbero preso tangenti da imprenditori edili impegnati nella costruzioni di edifici.

Gilda Signoretti

LE MANI SULLA CITTÀ

 

Voto film

4 Teschi

Voto DVD

4 Teschi

Regia: Francesco Rosi

Con: Rod Steiger, Salvo Randone, Guido Alberti, Angelo D’Alessandro, Carlo Fermariello, Marcelo Cannavale, Alberto Canocchia, Gaetano Grimaldi Filioli, Terenzio Cordova, Dante Di Pinto, Dany Paris, Alberto Amato, Vincenzo Metafora, Pasquale Martino, Mario perelli, Renato Terra Caizzi

Durata: 97′

Formato: 16/9  1,85:1 Anamorfico BN

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0

Distribuzione: CG Home Video [www.cghv.it]

Extra: Commento audio al film di Francesco Rosi, Intervista a Roberto Saviano, Intervista a Raffaele Cantone

Gilda Signoretti

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