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LA VEGLIA ETERNA – CATACOMBE DEI CAPPUCCINI DI PALERMO a cura di Ivan Cenzi

CopertinaC’era una volta una bambina bionda, che dormiva profondamente, avvolta in un lenzuolo scuro, e con un fiocco giallo tra i capelli… potrebbe iniziare così una eventuale favola – dai toni macabri – dedicata ad una bambina, Rosalia Lombardo, nel 1920, morta all’età di due anni, il cui corpo fu poi imbalsamato.

A vedere le foto del suo corpo defunto [qui in copertina], sembra che ad essere ritratta sia una bambina addormentata, immersa in un sonno profondo, con un sorriso appena accennato sul viso.

Rosalia, morta per una broncopolmonite, non poteva immaginare che il suo corpo sarebbe stato conservato e preservato per circa un secolo, e chissà quanti altri anni ancora riuscirà a mantenersi.

Foto 2 2Il corpo di Rosalia fu affidato un imbalsamatore molto conosciuto: Alfredo Salafia, che aveva scoperto una procedura di conservazione rimasta tutt’oggi segreta, e che aveva ottenuto il permesso di sperimentare nuovi metodi di imbalsamazione dal 1899. L’iniezione di sostanze chimiche mai comunicate, infatti, permettevano ai corpi, una volta asportati gli organi interni, di resistere al tempo.

La storia di Rosalia è descritta in un affascinante e ben illustrato libro: La veglia eterna – Catacombe dei cappuccini di Palermo, edito da Logosedizioni [http://www.libri.it], e dedicato alle catacombe dei cappuccini di Palermo, un luogo impressionante, assolutamente sconcertante e sacro. Abbiamo infatti a che fare con un cimitero, nato alle spalle dell’altare della  chiesa di santa Maria della Pace, nella quale, dal 1534, si stabilirono i frati cappuccini.

Inizialmente, all’interno della chiesa, ad essere sepolti erano gli stessi frati, i cui corpi erano conservati in una cisterna, nella quale erano calati dall’alto. In seguito, per motivi di spazio, poiché la fossa comune non bastava più, venne costruito un luogo di sepoltura.

Foto 3Per prima cosa, nella catacomba vennero trasferiti i corpi dei frati conservati nella cisterna: una volta all’interno della stessa, i frati si accorsero che quarantacinque  salme dei loro fratelli si erano conservate molto bene, tanto da sembrare corpi defunti da poche ore. É da questo momento che, una volta sparsa la notizia, le catacombe attirarono nobili e facoltosi, interessati, una volta deceduti, a essere seppelliti, dopo un lungo processo di mummificazione, sotto l’altare delle catacombe, considerato un luogo quindi privilegiato e rinomato, perché religioso e dunque destinato a pochi.

In cambio della sepoltura, i parenti del defunto versavano contributi alla chiesa. C’erano poi dei veri e propri tariffari, che differenziavano i corpi degli uomini da quelli delle donne e dei bambini, posti, all’interno delle nicchie, o sdraiati o in piedi.

Questo, e molto altro ancora, è raccontato in questo particolare libro, arricchito dalle sconvolgenti e bellissime fotografie di Carlo Vannini, che regalano a questo volume  una veste inconsueta.

 Lo sfogliare le pagine di questo libro porta immancabilmente il lettore ad immergersi in un passato molto lontano, nel quale il corpo del defunto era oggetto di particolare venerazione, e, proprio per il rispetto conferito al defunto, la salma andava sottoposta a processi di mummificazione che permettessero così al corpo di durare negli anni, sfidando così il tempo.

Foto 4 4Oggi, per tutti coloro che hanno visitato le catacombe o le visiteranno, la chiesa e i sotterranei della stessa, continuano ad essere avvolti da una sacralità e una devozione che è impossibile non avvertire. Ogni spazio delle catacombe, dalle nicchie degli uomini e degli ecclesiastici a quelle delle donne e dei bambini, trasmette e ci comunica molto: dalla moda dell’epoca alle diverse tecniche di imbalsamazione sui corpi, al grado nobiliare al quale appartenevano i defunti, che è chiaro anche dalla nicchia, oltre che dagli abiti che rivestivano i corpi e dagli oggetti posti loro accanto. Ne sono un esempio le bare di due ufficiali d’artiglieria dell’esercito borbonico: Ragona e Di Giuliano.

Durante la visita alle catacombe è inoltre possibile recarsi nei claustrofobici ambienti nei quali si eseguivano le tecniche di mummificazione, che iniziava con l’asportazione degli organi interni, e che terminava con il processo di essiccazione dei corpi. Quest’ultimo aveva una durata di circa 8 mesi – al massimo un anno, dopodiché i corpi venivano esposti al sole, lavati con l’aceto e cosparsi di erbe aromatiche.

Queste, ed altre particolari tecniche di imbalsamazione e mummificazione, sono descritte nel volume, che si rivela assolutamente prezioso e interessante, e che porta il lettore a fare molte riflessioni sul nostro passato, sulle nostre tradizioni passate, sulla morte, o su come è cambiato il rapporto tra il defunto e i viventi, e soprattutto, sul corpo, in un’epoca, come quella attuale, in cui il corpo è oggetto di cure e di continue attenzioni, messo in mostra dai cartelloni pubblicitari e dai mass media nella sua nudità, sempre alla ricerca delle perfezione. Di contro, il corpo del defunto, seppur oggetto di cure prima della sepoltura, assume un significato molto più intimo, in quanto, per i fedeli, il morto si prepara ad un viaggio nell’aldilà, nella speranza che la sua anima venga accolta in Paradiso.

Gilda Signoretti

LA VEGLIA ETERNA – CATACOMBE DEI CAPPUCCINI DI PALERMO

4.5 Teschi

Autore: Ivan Cenzi

Editore: Logosedizioni [http://www.libri.it]

Pagine: 145

Illustrazioni/Foto: Si

Costo: 22,00 euro

Gilda Signoretti

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