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BIZZARRO ITALIANO: Intervista a Paolo Fazzini

bizzarroitalianointervista1Prima dell’avvento di internet e dei video-fonini, prima ancora di videocamere MiniDV o HD il cinema indie, che ci crediate o meno, esisteva già. Bizzarro Italiano, antologia di cui vi abbiamo già anticipato qui, raccoglie alcuni corti provenienti proprio da quell’aldilà del cinema così vicino e così lontano… Corti folli, splatter, molto artigianali… bizzarri!

Se siete curiosi di acquistare e vedere i corti contenuti nel DVD Bizzarro Italiano, e di conoscere meglio il progetto di riscoperta dei lavori anni ’80 e ’90, ecco un’intervista che abbiamo fatto al curatore Paolo Fazzini.

bizzarroitalianointervista7[Luca Ruocco]: Sei il curatore dell’antologia “Bizzarro Italiano”. Nessuno meglio di te, quindi, potrà rispondere alla classica domanda: Come nasce l’idea di raccogliere insieme dei cortometraggi amatoriali anni ’80 e ’90 all’interno di un cofanetto DVD?

[Paolo Fazzini]: Stavo riordinando alcuni cassetti e mi sono capitate in mano delle lettere che avevo ricevuto nei primissimi anni ’90 da parte di alcuni appassionati di b-movie e con i quali scambiavo film in VHS che erano irreperibili sul mercato italiano. Noi appassionati, talvolta, ci trasformavamo in registi e tentavamo di realizzare dei cortometraggi ispirati ai film che ci piacevano di più. Così riflettevo sul fatto che non è mai esistita un’antologia che raccogliesse i lavori di quegli anni, condannando molte produzioni indipendenti di allora al sicuro oblio. Comporre un’antologia come Bizzarro Italiano è sì un’operazione di recupero, ma anche una sorta di provocazione contro i tempi che stiamo vivendo, fatti di registi sì ricchi di tecnologie e mezzi, ma spesso scarsi di idee… riproporre quei corti così sgangherati e imperfetti è quasi un gesto punk-anarchico contro i prodotti patinati di oggi.

[LR]: Parlaci del periodo in cui avete sviluppato questi cortometraggi… Tu continui a lavorare nell’ambito del cinema indie, quindi, cosa pensi sia cambiato nel modo di rapportarsi di un autore al suo corto home made, oggi?

[PF]: Diciamo che allora eravamo giovanissimi, ingenui e sfrontati, quindi bastavano qualche idea e una telecamera per gettarsi a realizzare qualcosa. E non ci preoccupavamo di mostrare in giro quello che facevamo. Oggi c’è molta più concorrenza quindi un regista, per quanto giovane, tenta di mostrare sempre le cose più professionali che riesce a girare per poter imporsi.

bizzarroitalianointervista6[LR]: Chi sono e come hai scelto gli autori intervenuti in questo primo volume di “Bizzarro Italiano”? Chi di loro continua a lavorare all’interno del sottobosco del cinema indie?

[PF]: Come dicevo, tra la fine degli anni ’80 e i primissimi anni ’90 ero adolescente in una sonnacchiosa cittadina di provincia come Ascoli Piceno. Con i miei amici condividevo la passione per la musica rap e il cinema horror. Ma erano lontanissimi i tempi di internet e dei cellulari quindi, se si voleva galleggiare e rendere possibile il reperimento di materiali che potessero alimentare le nostre passioni era quella di rivolgersi ai giornalai che vendevano riviste specializzate, musicali e cinematografiche. Da lì si potevano carpire annunci di lettori che lasciavano il proprio numero di telefono o indirizzo postale per entrare in contatto con altri appassionati sparsi per l’Italia. Ed è così che ho iniziato a scambiare film ,come le follie di Herschell Gordon Lewis, Russ Meyer, John Waters, Jim Muro, titoli come The Brain That Wouldn’t Die oppure The Incredibile Strange Creatures, e così via. Nelle VHS, in coda a questi film si potevano inserire, nel nastro avanzato, i corti che ognuno di noi realizzava, in maniera più o meno amatoriale. I corti inseriti qui sono stati reperiti sia tra i registi con i quali avevo avuto contatti durante quel periodo, sia con persone che ho conosciuto negli anni seguenti.

bizzarroitalianointervista5[LR]: Parlaci del tuo corto inserito nell’antologia: quando lo hai girato? Quanti anni avevi quando lo girasti? Che tipo di cinema ti aveva ispirato?

[PF]: Ho iniziato a sperimentare i mezzi tecnici relativi alle riprese fin dall’età, più o meno, di 13 anni, quando mi cimentavo nella realizzazione di cortometraggi in super 8, prima [potete vederne alcuni estratti durante la mia intervista contenuta nell’antologia] e, di seguito, con la crescente diffusione delle tecnologie, in video. Il corto inserito è Neve calda ed è stato l’ultimo che abbiamo realizzato in quel periodo. Io e miei amici eravamo tutti coetanei, intorno ai 15-16 anni, e il titolo si riferisce a una canzone del gruppo Balletto di bronzo. Durante la settimana ci nutrivamo di film che scambiavamo con altri appassionati, e durante i weekend cercavamo di girare qualcosa che si avvicinasse a quel grado di follia che vedevamo nei giorni precedenti.

[LR]: In che modo i corti raccolti in “Bizzarro Italiano” riuscivano ad incontrare il pubblico, quando ci riuscivano? Sei entrato in contatto con questi registi indie “all’epoca dei fatti”, o anni dopo?

[PF]: Alcuni si limitavano alla visione di amici e appassionati, altri invece riuscivano a raggiungere i festival nazionali specializzati [c’erano già il Fantafestival, per esempio, o l’Alienante Film Festival, e altri]. Molti di quei registi li ho conosciuti in quegli anni.

[LR]: Tra i Generi di riferimento dei corti raccolti nell’antologia, l’horror mi sembra quello più frequentato dai filmakers del periodo. Era così, o è un fatto da imputare alla tua selezione sui lavori della decade di riferimento?

[PF]: Diciamo che, in quanto appassionato di horror e b-movies, entravo in contatto con quelli che avevano i miei stessi gusti. Comunque non dimentichiamo che ci stiamo riferendo appunto agli anni ’90, periodo in cui l’horror andava benissimo, le produzioni in Italia ancora reggevano, le riviste specializzate uscivano in edicola, i fumetti vendevano decine di migliaia di copie… insomma, è stato l’ultimo periodo di questa sorta di golden age dell’horror nel nostro Paese.

bizzarroitalianointervista4[LR]: All’interno delle interviste di presentazione dei corti, una cosa molto interessante che vien fuori è il rimando all’importanza che più di un autore relega alla messa in atto di effetti gore/splatter fatti in casa. Lavorare ad un cortometraggio era vissuta anche come un’esperienza ludica, per sentirsi più vicini ai propri miti [si parla di Savini, ad esempio, ma ci sono anche rimandi a Freddy Krueger…]. Pensi che questo senso giocoso sia andato scemando col tempo?

[PF]: Sì, infatti, non ci si prendeva troppo sul serio, anche se poi l’impegno che si investiva era notevole. Oggi vedo che da parte dei registi che realizzano i primi cortometraggi c’è molta ansia di dimostrare che si può essere competitivi sul mercato. La cosa paradossale è che oggi il mercato, almeno in Italia, non esiste più: i produttori di film di Genere non ci sono, le vendite di DVD ormai sono ridottissime, per non parlare delle affluenze nelle sale cinematografiche. Le tecnologie digitali permettono una più semplice ed economica realizzazione di film, ma dall’altra le idee mi sembrano sempre più standardizzate.

[LR]: Altra cosa che ha colpito la mia attenzione, sempre per quanto riguarda le presentazioni brevi, è l’esistenza di una video-fanzine che, negli anni ’90, accorpava interviste a registi e autori di culto con un corto autoprodotto. Hai avuto modo di seguirne le uscite? Sai dirci qualcosa in più a riguardo?

[PF]: Si chiamava B-Movie Horror Club ed era stata creata da Latino Pellegrini e da Samuele Pagliarani. Peraltro Pagliarani è ora un affermato musicista con lo pseudonimo di Sam Paglia, il quale partecipava anche come attore nei corti realizzati dal loro gruppo [in Bizzarro Italiano potete vedere Carot’s taste]. Il B- Movie Horror Club probabilmente è stata la prima realtà italiana ad aver realizzato questa videozine [ci sono state diverse uscite]: ogni numero era una VHS della durata di circa un’ora nella quale erano contenute interviste o reportage legate al mondo horror italiano: dal Dylan Dog Horror Fest, all’inaugurazione del negozio Profondo Rosso, fino ai festival durante i quali intervistavano registi e attori.

[LR]: Chi distribuisce “Bizzarro Italiano” e dove sarà possibile acquistarlo?

[PF]: La Rave Up Multimedia si è occupata di produrre l’antologia mentre ci sono due distribuzioni che porteranno fisicamente Bizzarro italiano in librerie e negozi specializzati. Poi c’è la vendita online presso il sito della Rave Up, Amazon, Ebay. Per chi volesse seguire tutti gli aggiornamenti può farlo sulla pagina Facebook  [www.facebook.com/bizzarroitalianodvd].

bizzarroitalianointervista3[LR]: Oltre all’operazione di riscoperta in sé e per sé, cosa troverà in “Bizzarro Italiano” chi vorrà supportare questa vostra operazione?

[PF]: Da un punto di vista di contenuti ogni corto è anticipato da una breve intervista “bizzarra” ai registi dei corti, così da rendere noti in maniera più chiara chi si agitava dietro a questi lavori, e poi si troverà molta follia, azzardo, ingenuità, purezza, bassa qualità e alta inventiva.

[LR]: Prevedi di mettere in cantiere altri volumi con lavori di annate successive?

[PF]: L’intenzione è quella di continuare con le uscite così da rendere più ampio il panorama di quegli anni. Certo però che i produttori si baseranno anche sulle vendite di questa prima uscita.

 

Luca Ruocco

Roma, dicembre 2014

InGenere Cinema

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