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QUI di Daniele Gaglianone

quigaglianoneAbbiamo sentito molto parlare dei pro e dei contro riguardo ai lavori della Tav in Val Susa, attraverso tv e giornali; attraverso l’informazione indipendente abbiamo sentito le ragioni degli attivisti e dei cittadini che hanno protestato e ancora ora protestano contro la costruzione della “grande opera”. Ciò che viene riportato nel documentario di Daniele Gaglianone è qualcosa di molto diverso.

Qui è un film che non si limita a fare semplicemente una cronaca neutrale sulla deturpazione paesaggistica e la militarizzazione pervasiva di un intera valle, anzi, fa forse l’inverso: il suo punto di vista documentaristico si fissa sull’intima esperienza personali dei protagonisti che, per un motivo o per un altro, si sono sentiti chiamati al dovere di dare il loro contributo alla resistenza civile contro un’opera mastodontica, sostanzialmente inutile e gravemente dannosa per la salute degli abitanti della zona; un opera voluta soltanto da una stretta cerchia di politici e ingegneri corrotti, che su quel cantiere hanno ampiamente lucrato.

Dieci ritratti di persone che, in un modo o nell’altro, sono diventate parte attiva, testimoni di, ormai, 25 anni di lotta NoTav.

Qui_04_Marisa_MeyerGabriella fa parte di un gruppo cattolico che compie, quotidianamente, un “pellegrinaggio” ai cantieri e svolge con loro le funzioni religiose sotto gli occhi delle forze dell’ordine; Guido Fissore, pensionato e consigliere comunale, è stato arrestato assieme ad altre cinquanta persone per resistenza a pubblico ufficiale [accuse che, nel processo, cadranno, una per una]; Nilo Durbiano è sindaco di un paese limitrofo al cantiere, sempre in prima fila con i manifestanti durante le proteste; testimonia in prima persona la vera e propria occupazione militare  di quei territori, con controlli continui e un costante clima di terrore.

Qui_03_Guido_FissoreAurelio Loprevite, che ci fa ascoltare le registrazioni delle dirette radiofoniche delle manifestazioni, riprese per l’emittente anarchica torinese, Radio Black Out; Cinzia, infermiera che racconta della violenza e dell’abuso dell’uso di gas lacrimogeni contro di loro [utilizzo vietato perfino nelle zone di guerra]; Alessandro, un carabiniere in congedo che ha deciso di schierarsi con i NoTav e che racconta del suo ferimento al volto tramite lo sparo di un lacrimogeno ad altezza uomo. Marisa che ha deciso di ammanettarsi ai cancelli della sua baita il giorno dello sgombero, in seguito alla comunicazione di esproprio; in fine, la famiglia Piperno, che, solo per caso, consultando il progetto dei lavori su internet, è venuta a conoscenza del fatto che la loro casa verrà chiusa fra terrapieni e muri di cemento.

Qui_05_registaAlle interviste si alternano alcune clip-video che sostengono il loro racconto: sono video in bassa definizione di diversa natura [girati con telefoni cellulari, handy-cam o GoPro], reperiti in rete; alcuni di questi sono già conosciuti e fanno parte di una vera e propria memoria collettiva, ma qui, affiancate al racconto orale, acquisiscono nuovo senso: le persone che partecipano a quelle manifestazioni adesso hanno un volto e un nome.

I primi piani persistenti fissano nella nostra memoria il loro sguardo colmo di indignazione e il loro coinvolgimento emotivo, assieme al suono della loro voce: è questo il vero “materiale” documentaristico attraverso cui riusciamo ad entrare in contatto con le loro esperienze personali.

Nel documentario, così come nella valle, la presenza delle forze dell’ordine è costante; spesso gli agenti appaiono di sfondo ai protagonisti durante le interviste. La tensione si respira nell’aria, il loro controllo  è persistente, tanto che la stessa troupe del film si trova più volte a dover esporre i propri documentari di identità agli agenti. L’intervista viene interrotta; fonico, operatore e regista vengono fotografati e schedati; viene svelato il fuori campo, per un attimo si trovano al posto dei protagonisti, ora sono loro ad essere “documentati”.

Qui_02_Gabriella_TittonelAd ogni modo, lo sguardo in camera dei dieci protagonisti durante l’intervista sembra essere rivolto ad ogni singolo spettatore; quel Qui che indica il luogo degli eventi narrati, si allarga, acquisisce un senso che va oltre la locazione geografica e chiama alla responsabilità e al dovere di prendere una posizione per pretendere il rispetto dei propri diritti di cittadini, così come di essere umani.

“Se l’asse cede, se la

voce affonda,

               c’è qui

nell’aria, la

parola-ramo che ci tiene”

[Elisa Bagnini, da una Crepa]

Piero Oronzo

QUI

4 Teschi

Regia: Daniele Gaglianone

Con: Gabriella Tittonel, Aurelio Loprevite, Nilo Durbiano, Cinzia Dalle Pezze, Alessandro Lupi, Guido Fissore, Marisa Meyer, Luca Perino, Paola Jacob, Francesco Perino

Uscita in sala in Italia: giovedì 27 novembre 2014

Soggetto: Daniele Gaglianone, Giorgio Cattaneo

Produzione: Axelotil Film, Fandango in collaborazione con BabyDoc Film

Distribuzione: Pablo, Axelotil Film

Anno: 2014

Durata: 124′

InGenere Cinema

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