Domenica 19 ottobre 2014 – Los Angeles [Chinese Theatre – Hollywood]
Dopo l’anteprima internazionale di grande successo tenutasi al Noir in Festival di Courmayeur e le affollatissime proiezioni romane al Nuovo Cinema Aquila [RIFF] e al Barberini [Fantafestival], Nuit Americhèn approda allo Screamfest di Los Angeles, il più grande festival horror degli Stati Uniti, definito dalla stampa il “Sundance dell’horror”.
Nuit Americhèn è il nuovo cortometraggio di Federico Greco, autore tra l’altro di Stanley and Us [documentario su Stanley Kubrick] e de Il mistero di Lovecraft – Road To L. [feature mockumentary], film indipendenti divenuti dei cult e distribuiti in tutto il mondo straigh-to-video/TV.
Nuit Americhèn, prodotto dalla Digital Room e realizzato col contributo del MIBACT, si avvale della partecipazione di attori del calibro di Gian Marco Tognazzi, Regina Orioli, Alberto Di Stasio, Fausto Sciarappa e Francesco Scimemi.
Il corto rappresenta un caso rarissimo di contatto tra attori amati dal grande pubblico e un Genere [l’horror] che in Italia è poco riconosciuto ma che è frequentatissimo dagli autori emergenti.
Il cortometraggio di Greco non è solo un’horror-comedy, ma anche e soprattutto un sottile e graffiante discorso intorno al cinema.
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SinossiG
Un regista e due attori che si spacciano per fonico e operatore accettano di realizzare un mediocre spot promozionale su una suggestiva villa di periferia. In realtà vogliono girarvi – alle spalle del proprietario che li ha ingaggiati – la scena madre del loro film horror no budget in lingua inglese. Paolo, per ottenere la massima verosimiglianza, mette gli attori in situazioni molto realistiche, facendo passare la sua incapacità per un metodo di direzione.
Ma nella villa, forse, c’è davvero qualcosa che non va. Prende il via così uno spaventoso delirio di verità e messinscena, recriminazioni e spietata violenza, la cui vittima principale è Diana, l’attrice che lavora con Paolo da anni…
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Note di regia
A parte rarissime eccezioni, il cinema italiano degli ultimi decenni non ha prodotto film horror di grande successo.
Ma se si sposta lo sguardo verso il basso, ci si accorge di un intenso formicolio di attività produttiva e creativa senza sosta. Sono decine i filmmaker che scrivono, producono, dirigono cortometraggi di genere, e pochi di meno quelli che si cimentano nel lungometraggio low-budget.
Ogni anno numerosi festival mostrano a un pubblico militante di appassionati progetti digitali trash, torture, fetish, thriller, horror, alla ricerca dei nuovi Dario Argento, Mario Bava, Lucio Fulci, Antonio Margheriti.
Allo stesso tempo, buona parte dei registi che tentano più o meno talentuosamente la strada del revival orrorifico non riesce a emanciparsi da uno scimmiottamento naif del cinema delle ormai non più giovani leve internazionali, da Quentin Tarantino a Eli Roth, da Guillermo del Toro a Robert Rodriguez.
Nuit Americhèn si diverte a cavalcare questa contraddizione raccontando la storia di una piccola ma agguerrita troupe cinematografica romana che incarna il sogno italiano di sfondare nel mercato internazionale dell’horror nonostante il budget inesistente.
E a prendere in giro chi ama realizzare, con eccessivo dilettantismo citazionista, film horror-splatter-thriller-torture alla Tarantino, alla Roth o alla Rodriguez. In Nuit Americhèn ci sono quindi citazioni a secchiate, commistioni tra generi,
dialoghi in inglese maccheronico, teste mozzate e una sexy scream-queen.
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Clip: