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CONTEST 2014: ROSARNO e BUONGIORNO TARANTO

Locandina RosarnoTra i documentari presentati alla quarta edizione di Contest:Il documentario in sala, al Nuovo Cinema Aquila, di cui vi abbiamo parlato ampiamente su InGenere Cinema, rientrano Buongiorno Taranto e Rosarno.

Ad inaugurare la rassegna, il 27 maggio, è stato il documentario di Greta de Lazzaris, al suo primo documentario da regista [un progetto iniziato nel 2003 e finito nel 2009] dopo diversi documentari nei quali ha assunto il ruolo di direttore della fotografia [come Nadea e Sveta, di Maura Delpero, del quale vi abbiamo parlato qui, o L’Orchestra di Piazza Vittorio di Agostino Ferrente].

Ambientato a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, il documentario si rivela subito originale. Non tanto per la storia in sé, purtroppo tristemente nota – l’allarme immigrazione e la condizione di schiavitù nella quale vivono gli immigrati in Italia, quanto per la descrizione e l’assoluta naturalezza con la quale la regia osserva gli immigrati residenti a Rosarno, disperatamente rassegnati alla loro condizione di esiliati e disposti, a qualunque costo, a ricoprire il ruolo di “sfruttati”, in attesa di salire a bordo di un furgone che li porterà nei campi di lavoro.

Rosarno foto 1La lingua italiana, o meglio, il dialetto calabrese, si impara in fretta, e parlare il dialetto del luogo è anche un modo per sentirsi a casa e avvertire meno la nostalgia della propria terra. La paga è misera, e basta a malapena per mangiare. Rosarno è il racconto della quotidianità degli immigrati in un comune in ristrettezza economica  [come d’altronde quasi tutto il meridione], in parte rassegnati alla loro condizione di “stranieri”, da impiegare nei campi e in altre attività poco appaganti, e in parte combattivi, spinti a chiedere diritti e doveri. I migranti si accontentano di poco, ma non abbassano la guardia di fronte ai soprusi di cui spesso si sentono vittime. Il problema, poi, è che spesso devono litigare con i loro stessi conterranei per una razione in più di cibo o per un materasso. Per non parlare poi delle allarmanti condizioni igieniche in cui vivono. E che dire poi della struttura ospedaliera, mai inaugurata, a Rosarno, ora adibita a capannone lasciato al degrado più totale.

In Rosarno, de Lazzaris sceglie di scrutare il paese, la sua gente e gli immigrati, come se guardasse da dietro il buco della serratura, non nascondendo lo sguardo neanche di fronte allo sgozzamento di una pecora e alle successive pratiche per la macellazione. Rosarno è quindi un documentario crudo, realistico come solo un documentario sincero sa essere. Ed è proprio il silenzio a spiazzare lo spettatore, rotto solo dall’intervista ad un giovane pastore, che, con orgoglio, afferma di aver preso a cuore un bambino immigrato, che lo aiuta nel pascolo delle pecore.

Locandina Buongiorno TarantoDi un altro caso di cronaca, molto chiacchierato, si occupa Buongiorno Taranto, diretto dal documentarista Paolo Pisanelli, e prodotto dalla cooperativa leccese Big Sur e dell’associazione OfficinaVisioni con il sostegno dall’Apulia Film Commission. A essere messa al centro dell’attenzione è proprio l’Ilva, lo stabilimento industriale produttore di acciaio. È stata emessa lo scorso 23 maggio la sentenza di primo grado dal Tribunale di Taranto che ha condannato 28 dirigenti dell’Ilva per disastro ambientale, omissione della cautele antinfortunistiche sui luoghi di lavoro, e omicidio colposo [con pene da nove anni e mezzo a quattro anni]. Circa 15 operai [la procura di Taranto sta indagando anche per altri decessi nelle fila operaie] infatti, tra il 2004 e il 2010, sono morti a causa delle esposizioni all’amianto, diossine, benzoapirene, e altre sostanze provenienti dallo stabilimento siderurgico.

Buongiorno Taranto non è specificamente un documentario sull’Ilva, ma sulle contrapposizioni tra gli stessi tarantini, divisi tra la difesa dell’ambiente e il prosieguo di un’industria che offre posti di lavoro. E, pena forse proprio la cecità, per alcuni abitanti il problema dell’inquinamento passa in secondo piano rispetto al’angosciante futuro che spetterebbe ai dipendenti dell’Iva, e l’alto tasso delle polveri sottili viene minimizzato.

Buongiorno Taranto foto 1Per fortuna, però, a chiedere giustizia, e la definitiva chiusura degli impianti, è la gran parte della popolazione tarantina, mobilitata a fare una seria campagna di informazione, come sta facendo una radio locale, che, ogni mattina, dà il buongiorno alla città di Taranto, da cui il nome del documentario.

Tra immagini di repertorio, interviste ai cittadini di Taranto, e vedute larghe dell’acciaieria, Buongiorno Taranto è un documentario-inchiesta che si avvale della voce del popolo e dei comitati per discutere del disastro ambientale provocato dalla fabbrica dell’Ilva, terra di terreni contaminati da gas nocivi e vittima di processi di industrializzazione che hanno inquinato l’aria salutare della città, compromettendo il turismo e negando la possibilità agli abitanti di tenere le finestre aperte, per evitare di respirare aria inquinata e respirare polveri sottili.

Buongiorno Taranto foto 2Non smettono di sottolineare quanto sia bella Taranto i suoi cittadini, e proprio perché innamorati di questa città, si prodigano per difenderla, cercando di portare alla riflessione coloro i quali credono che, in fondo, il problema delle sostanze tossiche trattate dall’Iva non sia una loro preoccupazione, disinteressandosene.

E allora come non apprezzare eventi pubblici come il 1 maggio tarantiniano, che ha portato sul palco cantanti del luogo, come Caparezza, e non, attori, come Michele Riondino,e personaggi pubblici, saliti sul palco per esprimere la loro vicinanza a Taranto, una città che non smette, neanche di fronte allo scandalo dell’Ilva, di mostrare il suo lato solare e ottimista.

Gilda Signoretti

ROSARNO

3 Teschi

Regia: Greta De Lazzaris

Produzione: Greta De Lazzaris, Mazzino Montinari, Antonio Pezzuto, Mario Raoli in collaborazione con Andrea Maguolo e Silvia Regina Moraes

Distribuzione: /

Anno: 2013

Durata: 70′

BUONGIORNO TARANTO

3.5 Teschi

Regia: Paolo Pisanelli

Produzione: Big Sur, OfficinaVisioni, con il sostegno dall’Apulia Film Commission

Distribuzione: /

Anno: 2014

Durata: 84′

Gilda Signoretti

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