Dopo il premio del pubblico all’edizione 2013 del Festival del Film di Locarno e la presentazione bolognese all’ultimo Biografilm Festival, per Gabrielle di Louise Archambault arriva anche una possibilità distributiva nel mercato italiano. A offrire all’opera seconda della regista canadese un lasciapassare per tentare l’avventura nel nostro machiavellico cartellone è Officine UBU.
La Archambault torna dietro la macchina da presa in un lungometraggio di finzione a distanza di otto anni dal pluri-premiato Familia per raccontare la storia di Gabrielle, una giovane donna affetta dalla “Sindrome di Williams”: una rara malattia genetica associata a problemi nello sviluppo e ritardo mentale, ma che si accompagna a una natura estroversa. Non si sente una diversamente abile, ma una persona comune che ama la musica e vuole vivere la sua vita. Frequenta il centro di arti sceniche “Les Muses” di Montreal, che offre una formazione professionale in canto, danza e teatro ad adulti con disabilità intellettive. Qui incontra e si innamora di Martin, un ragazzo che come lei fa parte del coro.
Le rispettive famiglie, però, non permettono loro di vivere il proprio amore come vorrebbero. Mentre il coro si sta preparando in vista della partecipazione ad un importante festival musicale, Gabrielle fa di tutto per dimostrare la propria autonomia e per guadagnare la tanto agognata indipendenza. Con grande determinazione, la giovane dovrà affrontare i pregiudizi e i propri limiti per sperare di poter vivere con Martin una storia d’amore che non ha nulla di ordinario.
L’amore e la ricerca d’indipendenza, più dei personaggi che la animano, diventano di fatto i veri protagonisti di questa pellicola, capace di sprigionare e consegnare alla platea una storia allegra, commovente e incredibilmente viva.
Una storia d’amore tra due giovani affetti da ritardo mentale, che racconta del modo in cui essi vivono tale sentimento e la sessualità, ma anche di come questo risveglio amoroso susciti in loro un bisogno e un desiderio di autonomia. Per materializzare sullo schermo tutto ciò, la regista parte da una base reale e dall’esperienza di una casa famiglia canadese. A essa si ispira liberamente per cucire i fili della narrazione e tessere la tela drammaturgica della sceneggiatura. Decide poi di affidarla a un mix molto affiatato di attori e di non professionisti, questi ultimi capitanati da Gabrielle Marion-Rivard, realmente affetta dalla “Sindrome di Williams”, chiamata a interpretare il ruolo della protagonista.
Ne viene fuori una recitazione assolutamente naturale e coinvolgente, che ha nell’improvvisazione e in una direzione attenta e partecipe della Archambault i punti di forza dell’opera. Direzione che passa attraverso un approccio registico di stampo documentaristico, con una serie di situazioni spiate o nate spontaneamente, ma anche attraverso la realizzazione di inquadrature lunghe e di piani sequenza successivamente mescolati in fase di montaggio.
Il tutto reso possibile da un approccio delicato, sincero, viscerale e soprattutto rispettoso della complessa materia trattata, sulla quale il cinema solo di rado ha saputo costruire pellicole degne di nota come ad esempio il recente Roba da matti di Enrico Pitzianti.
Francesco Del Grosso
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GABRIELLE
Regia: Louise Archambault
Con: Gabrielle Marion-Rivard, Alexandre Landry, Melissa Désormeaux-Poulin, Vincent-Guillaume Otis, Benoit Gouin, Sébastien Ricard
Uscita in sala in Italia: giovedì 12 giugno 2014
Sceneggiatura: Louise Archambault
Produzione: micro_scope
Distribuzione: Officine UBU
Anno: 2013
Durata: 104′