Abbiamo avuto l’occasione di visionare i primi 18’ di Apes Revolution, il nuovo capitolo della saga de Il pianeta delle scimmie dopo il reboot/prequel del 2011 L’alba del pianeta delle scimmie [di Rupert Wyatt]: le impressioni a caldo non possono che confermare i positivi feedback con cui avevamo accolto il precedente capitolo!
Affidato alle mani di Matt Reeves, questo secondo capitolo abbandona i set casalinghi e laboratoriali, per permettere allo sguardo [e alle scimmie] di evadere nei verdi set delle foreste selvagge all’interno delle quali il popolo di scimmie guidato dall’evoluto scimpanzé Caesar hanno messo gli ormeggi, per fuggire per sempre da quell’umanità che le vedeva solo come animali, o peggio ancora, come cavie da laboratorio.
Il footage è aperto con un piccolo intervento dell’attore Andy Serkis, interprete proprio della scimmia protagonista, che fa da “padrone di casa”, spiegando che il video d’anteprima del film sarà preceduto da un breve incipit con le differenze tra le scene interpretate da lui e dagli altri attori, e quelle definitive, rilavorate in computer grafica, dove saranno sostituiti dai primati. Si intuisce già da questi pochi minuti l’affinamento della tecnica della performance capture, tramite cui interpreti e tecnici riescono a regalare alla scimmie una gamma di espressioni umane e davvero ultra-realistiche.
Quando iniziano a scorrere le scene del film [ancora non tutte complete al 100%], si intuisce che la scimmie del primo episodio si sono ritirare a vivere lontano dalla città: ne vediamo due intente a pescare, con un ramo acuminato, sulle sponde di un fiume. Subito dopo le stesse due scimmie, con in spalla il frutto delle ore di pesca, incontrano un uomo che, spaventato a morte dai due animali, estrae una pistola e fa fuoco su una di loro.
Lo sparo fa accorrere sul posto la restante parte del gruppo umano e l’interno clan di primati. Gli uomini, visibilmente intimoriti, tentano di farsi forza con le armi che stringono in mano, ma è ovviamente Caesar l’incontrastato leader dell’incontro. Dopo aver mostrato agli incauti visitatori di non essere delle scimmie “normali”, lo scimpanzé si avvicina a loro, schermando con un braccio il suo clan, e grida agli uomini di di andare via. Nel momento in cui la scimmia capo-clan mostrerà agli uomini di saper parlare, anche le altre scimmie continueranno a strillare un coro di gutturali “Via!”, facendo fuggire gli uomini a gambe in spalla , lasciando sul posto uno zaino.
Nella scena successiva, una delle più toccanti dell’interno blocco, viene mostrato una sorta di concilio tra Caesar e il resto del clan, in cui le scimmie discutono dell’accaduto. Le scimmie utilizzano un linguaggio misto e articolato formato da segni e suoni, e sottolineano l’importanza di alcuni concetti inserendo alcune parole prese in prestito dal linguaggio umano. Caesar pronuncia le parole che saranno alla base, poi, della rivolta delle scimmie, che sentono messi in pericolo i principi fondamentali della loro comunità: “Home. Family. Future.”.
Un altro scimpanzé, Koba, di cui si traccia un passato drammatico all’interno di un laboratorio, tenta di spingere Caesar verso una presa di posizione più forte e decisa, sin da subito, e lo vedremo, successivamente, mostrarsi feroce e minaccioso, in una splendida scena a cavallo, alle porte dell’accampamento umano, e in una scena sospesa tra un siparietto comico da scimmia ammaestrata e una regolazione di conti di stampo malavitoso, più avanti.
Sull’interazione positiva tra uomini e scimmie sono, invece, puntate le scene in cui un cucciolo di scimpanzé familiarizza con tre uomini, arrampicandosi giocoso su di loro, e quella in cui il giovane Cody tenta di insegnare a leggere all’orango Maurice e, sotto gli occhi stupiti dei genitori, la scimmia sembra intendere passo passo le righe lette dal ragazzo.
Non ci resta che attendere la presentazione in anteprima del film al prossimo Fantafestival, e l’uscita in sala di Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie, prevista in Italia per il prossimo 30 luglio, grazie a 20th Century Fox.
Luca Ruocco