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L’ARTE DELLA FELICITÀ di Alessandro Rak

Locandina L'arteAvere la critica a favore è cosa rara, se poi ad essere esaltato è un film d’animazione indipendente italiano, la cosa ha ancora più risonanza.

Stiamo parlando di L’arte della felicità, primo lungometraggio di Alessandro Rak, fumettista napoletano.

Uscito in trenta copie, in sala dal 21 novembre 2013, L’arte della felicità è  riuscito ad imporsi, suscitando un certo interesse nel pubblico, che lo ha scelto come alternative ai film usciti nel periodo natalizio.

A firmare la sceneggiatura sono Alessandro Rak e Luciano Stella, quest’ultimo produttore del film, che prende il nome proprio dalla manifestazione culturale [si discute di filosofia, di scienza, di religione, di arte] L’arte della felicità, gestita proprio da Stella e che si tiene a Napoli.

L'arte foto 3Il successo di L’arte della felicità è stato così ampio da essere ancora presente in alcune sale in Italia [pensiamo al Nuovo Cinema Aquila, ad esempio], merito anche di una campagna pubblicitaria che ha spinto molto il film. Alessandro Rak mostra un disegno particolarmente tratteggiato, lineare e semplice, per un film con un’animazione in 2D e realizzato in CG, una grafica che ricorda quella dei film di Enzo d’Alò.

Siamo a Napoli, in un periodo non precisato. Piove fitto da giorni, e la Napoli che si presenta agli occhi dello spettatore è una città apocalittica, priva di quel sole e di quell’allegria che l’ha resa tanto famosa. Tutti i personaggi che si muovono nel film sono caratterizzati da un profondo pessimismo, tranne zio Luciano [Renato Carpentieri], ex tassista ora in pensione, che non ha mai perso l’ottimismo. Dice di conoscere l’arte della felicità, ma non ne rivela il segreto, perché crede che il segreto della felicità sia un concetto che vada compreso, e solo chi è predisposto a liberarsi da pregiudizi e preoccupazioni superflue può comprenderlo.

L'arte foto 1Suo nipote, Sergio [Leandro Amato], che ha acquistato la licenza di tassista dallo zio, trascorre le sue giornate con malinconia, pensando al suo passato da pianista, che rimpiange, e sempre più solo da quando suo fratello Alfredo [Nando Paone], monaco buddista, ha lasciato Napoli per vivere in Tibet. La separazione da Alfredo ha irrimediabilmente accresciuto il suo pessimismo, e di certo non lo aiutano i suoi clienti, che, tra un viaggio e l’altro a bordo del taxi, non fanno altro che lamentarsi della loro vita, aprendosi a lui come se fosse il loro confessore o un amico fraterno.

Anche Antonia [Jun Ichikawa], una cantante che si esibisce in un teatro di Napoli, che sale a bordo del taxi di Sergio, e a lui sfoga le sue frustrazioni. Eppure in lei l’uomo riesce a trovare alcuni punti in comune: la disperazione che li lega è forte, così come quell’umorismo che caratterizza entrambi. A fare compagnia a Sergio è la radio, in particolare una trasmissione, L’arte della felicità, nella quale lo speaker [Riccardo Polizzy Carbonelli] si sofferma in lunghe osservazioni sul senso della felicità.

L'arte foto 4L’arte della felicità è un film malinconico, che ha il coraggio di mostrare una Napoli problematica, inondata dalla spazzatura, dal caos, e rabbuiata da una pioggia incalzante e abitata da persone che, dietro la battuta di spirito, nascondono una profonda delusione nei confronti del presente accompagnata dallo scetticismo di poter vivere un futuro.

L’arte della felicità è certamente un film inusuale, se lo intendiamo dal punto di vista narrativo, denunciando la crisi dei rifiuti a Napoli, l’egoismo dei figli nei confronti dei genitori anziani, l’indifferenza delle persone, insensibili nei confronti della disperazione degli altri, o della crisi dei rapporti di coppia, che riguarda Antonia.

Detto questo, però, in questo film è la sceneggiatura a non convincere, troppo verbosa e ripetitiva. Manca quella poeticità che invece sarebbe servita a suggestionare lo spettatore, e che è presente, visivamente, solo nella emotiva scena che vede Sergio suonare un pianoforte posto sotto il tronco di un albero, all’interno di un giardino. I personaggi sono un po’ troppo eccessivi nella loro caratterizzazione, pensiamo all’isterismo di Antonia o alla stessa figura di Sergio, al quale sono affidate riflessioni pessimiste che rivelano una certa ridondanza.

Gilda Signoretti

L’ARTE DELLA FELICITÀ

2 Teschi

Regia: Alessandro Rak

Con: Leandro Amato, Nando Paone, Jun Ichikawa, Renato Carpentieri, Riccardo Polizzy Carbonelli

Uscita in sala in Italia: giovedì 21 novembre 2013

Sceneggiatura: Alessandro Rak, Luciano Stella

Produzione: Big Sur, Mad Entertainment, Rai Cinema

Distribuzione: Cinecittà Luce

Durata: 82′

 

 

Gilda Signoretti

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