Nel nostro piccolo cinema di Genere contemporaneo, pochi sono gli esempi di post-apocalittico che abbiamo avuto modo di visionare; viene alla mente giusto un esempio come l’elaborato Beket di Manuli, targato 2008, ambientato in un’epoca e un luogo non definito ma che può rientrare benissimo all’interno di questo filone.
A fargli compagnia arriva questo Hope di Daniele Ciferri, un lungometraggio sulla carta interessante che fa dei luoghi desolati di un prossimo futuro il suo punto di forza.
La storia segue le gesta di un gruppo di sopravvissuti, tra cui vi sono uomini e donne, il cui unico obiettivo è quello di trovare le amate terre felici dove poter ricominciare una nuova esistenza per l’umanità.
Per loro il viaggio comincia, ma come tutti i personaggi ben sanno l’epoca che stanno vivendo è piena di insidie, come gente poco propensa a vivere civilmente, che preferisce dedicarsi al saccheggio, e che si aggira in zone limite del pianeta.
Ma la speranza è la prima cosa che darà forza ai nostri protagonisti.
Quello che colpisce particolarmente di Hope è l’ambientazione resa molto bene del futuro, fatto esclusivamente di lande desolate ed edifici divelti, concezioni scenografiche che hanno aiutato il regista Ciferri a rendere il suo film accettabile sotto questo punto di vita, e non è poco.
Ciò che però lascia perplessi è l’ambizione della trama, che si prende fin troppo sul serio e tratta il Genere post-atomico come le migliori opere cinematografiche hanno fatto in passato.
Vedere questi attori poco conosciuti, e magari anche alle prime armi [esclusa qualche faccia nota come il Rosario Altavilla di Tutto tutto niente niente], alle prese con frasi filosofiche e momenti di alta drammaticità non è che aiuti molto alla resa finale del tutto…
Il lungometraggio pecca di ambizione, crede fin troppo in quello che racconta ma non fa caso ai limiti generali su cui si poggia l’intera operazione; la sceneggiatura, ad opera di Manlio Palena e Federico Sammarco, fa quel che può in questi casi, crea conflitti e rapporti tra i suoi protagonisti e mette gli stessi a confronto con gli esiti drastici del futuro, tra cui una fattucchiera che porta anche una parentesi horror, ma in un contesto così poco ricco produttivamente la cosa alla lunga stanca.
Se ne ammira comunque la buona volontà generale, come è già stato detto soprattutto quella scenografica, e attendiamo Ciferri in un prossimo lungometraggio che magari si concentri anche su quel lato fondamentale del cinema che è l’intrattenimento.
Mirko Lomuscio
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HOPE
Regia: Daniele Ciferri
Con: Francesco Bauco, Sara Brusco, Marco Pancrazi, Rosario Altavilla, Gianluca Scuotto
Uscita in sala in Italia: /
Sceneggiatura: Manlio Palena, Federico Sammarco
Produzione: Daniele Ciferri
Distribuzione: /
Anno: 2013
Durata: 91’