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JENNIFER’S BODY di Karyn Kusama

Nel piccolo paese di Devil’s Kettle, la giovane popolazione tenta di sfuggire alla monotonia della chiusa realtà sociale nell’unico modo possibile in un film adolescenzial-americano: col sesso.

Ed è proprio per questo motivo che la Jennifer del titolo riesce a tenere ai suoi piedi tutti gli individui di sesso maschile della scuola.

Tutto grazie al suo corpo, che diventa ossessione e riesce a scatenare l’invidia di tutte le giovani di Devil’s Kettle. Eccenzion fatta per Needy, l’amica del cuore, che è inconsciamente innamorata del corpo in questione.

A turbare e rovinare per sempre i sogni erotici della piccola cittadina innamorata sopraggiunge un gruppo musicale di giovani adoratori di Satana: i Low Shoulder, in città con la scusa di un concerto, ma in verità alla ricerca di una giovane vergine da immolare al Signore delle Tenebre.

Jennifer, al concerto insieme a Needy, tenta di abordare il cantate filo satanista, con chiarissimi intenti poco casti e virtuosi, e quest’ultimo [per motivi del tutto incomprensibili] pensa di trovarsi di fronte alla vergine sacrificale che cercava. D’improvviso un incendio causa l’improvvisa fine del concerto e la fuga degli astanti.

La band riesce ad attirare Jennifer sul furgone, a portarla in un luogo isolato, e a compiere il sacrificio.

Ma Jennifer, come avrete capito, non  era vergine, e il Demonio è una persona intransigente e, per vendicarsi della poca attenzione dei suoi seguaci, trasforma Jennifer in un demone assetato di sangue, una moderna Lamia, una sirena fashion, che incanta le sue prede con il corpo, per poi divorarne le carni.

La ragazza diventa una reale “mangiatrice di uomini” e inizia a fare razzia dei suoi compagni di scuola, mentre la federe Needy si troverà a dover contrastare la moria di giovani virgulti.

Diretto da Karyn Kusama e scritto da Diablo Cody [Juno], Jennifer’s body è quanto di meno originale il cinema horror mainstrem potesse partorire. Ogni cosa è prevedibile e la continue battute stracolme di allusioni sessuali riescono a creare un effetto urticante nello spettatore.

Tra un vomito nero e abbondate in perfetto stile posseduto e varie levitazioni in giro per il film, la nostra Jennifer rimane solo simulacro di sé stessa. La troviamo sensuale solo per assecondare il copione, sappiamo che il personaggio è stato pensato così dalle autrici, e proviamo a stare al gioco.

Ma pensandoci seriamente niente è davvero sensuale in questo film, e del corpo di Jennifer, di cui si fa grande vanto nel titolo, e su cui si erge tutta l’intera sceneggiatura, non ci viene mostrato quasi nulla.

Potremmo pensare ad una montatura, una succulenta esca a cui fare abboccare lo spettatore innamorato d questo astro nascente di nome Megan Fox [Transformers], soprattutto perché chi invece si avvicina al film puntando sul fattore horror della vicenda, rischia di rimanere ancora più deluso…

Forse rischiamo di sembrare troppo ancorati al “cinema italiano che fu”, ma a parità di Jennifer continuiamo a preferire il corpo di Edwige Fenech, nel film di Giuliano Carnimeo [Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? – 1972].

Il film era davvero un film, nulla di adolescenziale o inutilmente commerciale, e il corpo in questione ci veniva mostrato con più generosità.

Ma questa è un’altra storia.

Luca Ruocco

Regia: Karyn Kusama

Con: Megan Fox, Amanda Seyfried

Sceneggiatura: Diablo Cody

 

InGenere Cinema

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