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IRON SKY di Timo Vuorensola

ironsky12018. In periodo di fine mandato elettorale, la prima presidentessa degli Stati Uniti [Stephanie Paul] decide, su consiglio della sua assistente Vivian Wagner [Peta Sergeant] e di altri suoi collaboratori, di rispolverare la corsa alla Luna. Per solleticare i voti della popolazione afroamericana, a capo della missione lunare è posto un modello di colore [Christopher Kirby] che, però, una volta sbarcato sul satellite, riceve l’amara sorpresa di trovarsi di fronte ad un nutrito schieramento di soldati nazisti che, fuggiti dalla terra al volgere della seconda guerra mondiale, riuscirono a continuare sulla luna il loro Reich, inseguendo l’assurda ideologia di Hitler e abusando di un’infinita fonte di Elio3 che li avrebbe trasformati in una superpotenza, pronta ad attaccare i terrestri e a riprendere possesso del pianeta.

Allarmati dall’inaspettato arrivo di un ospite terrestre, dopo decenni di totale disinteresse verso i viaggi lunari, i nazisti, capeggiati dal nuovo fuhrer [Udo Kier] e dal suo futuro successore [GöTZ Otto], pensando di trovarsi davanti ad un primo step di un più corposo attacco militare, iniziano ad agitarsi.

ironsky2La sorpresa raddoppia quando i militari scoprono che al comando di questa operazione, il governo terrestre ha pensato di porre un uomo di colore. L’ingresso di questo ospite indesiderato sarà la causa di grandi rivoluzionamenti per quella società militarizzata rimasta essenzialmente ad un modello davvero molto simile a quello degli anni ‘40.

Nato come evoluzione della commedia fantascientifica Star Wreck, firmata dal giovane regista finlandese TimoVuorensola, e distribuita gratuitamente sul web, Iron Sky [2012] riprende la commistione basata su elementi di comedy e sci-fi ricamando su uno dei tanti fakeriguardanti la seconda grande guerra: Hitler non è morto, ma è fuggito nello spazio grazie alla tecnologia carpita dai nazisti dallo studio di tecnologia UFO [i modelli di astronave cui si muovono i personaggi nazisti del film sono chiari rimandi], oppure è, addirittura, scomparso dalla faccia della Terra proprio grazie all’intervento di un popolo alieno?

ironsky3Grazie ad un “telefonato” riassunto delle puntate precedenti raccontato da Renate Richter [Julia Dietze], giovane insegnante e ricercatrice scientifica presso il campo lunare, scopriamo che non solo il vecchio gerarca, ma un’intera branca di nazionalsocialisti avevano dato momentaneo addio al pianeta Terra alla fine della Seconda Guerra Mondiale, per dare modo alla razza ariana di proliferare sul lato oscuro della luna.

Iron Sky è pensato, scritto e girato dando sempre molto peso alle opinioni del pubblico di fan, che sul sito wreckamovie.com hanno avuto modo di collaborare in più fasi alla realizzazione del progetto [dalla scelta dei nomi dei personaggi alla costruzione di un modello 3D della nave spaziale, alla ricerca di fondi produttivi, arrivando a costituire il 10% del budget finale].

Iron Sky mira al politically uncorrect, e ne fa respirare alcuni sprazzi che caricano le scene di intelligente satira [quasi tutti i momenti ambientati nella sala ovale della Nato, ad esempio], ma non punta del tutto su quello che avrebbe potuto conferirgli quel guizzo utile a sbarazzarsi di senso di indifferenza che lo permea e non gli permette di decollare, nonostante gli autori abbiano deciso di sparare a zero su qualsiasi cosa: dallo “Yes she can” che fa il verso al motto elettorale di Obama al New World Order, dalle mire espansionistiche degli Stati Unit  ai vecchi rancori con la Germania…].

ironsky4Qualche sana risata a tratti [di andata e ritorno su Il grande dittatore di Chaplin], ma, con la struttura messa in piedi che riesce a brillare come fosse quella di un blockbuster, soprattutto per quanto riguarda gli effetti speciali e gli impianti scenografici, è un peccato che il discorso rimanga troppo sul vago.

Anche Udo Kier risulta un po’ sprecato.

Sempre sulla commozione tra nazisti e spazio profondo giocava l’indipendente low budget L’invasione degli astronazi di Alberto Genovese,nel 2009. E poi non si dica che in Italia certe cose non c’è nessuno che le fa…

Luca Ruocco

Regia: Timo Vuorensola

Con: Julia Dietze, Christopher Kirby, GöTZ Otto, Udo Kier

Uscita in sala in Italia: giovedì 11 ottobre 2012

Sceneggiatura: Michael Kalesniko

Produzione: John Buckman, Michael Cowan

Distribuzione: Moviemax

Anno: 2012

Durata: 93’

InGenere Cinema

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