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LA SCOMPARSA DI PATÒ di Rocco Mortelliti

pato1Metti uno scrittore pieno di inventiva come Andrea Camilleri, metti che dalla sua fantasia nasca un romanzo giallo ma dal forte impianto comico, e che un regista decida di farne una trasposizione cinematografica, formando poi un cast artistico formato da attori noti e, soprattutto, validi…

Quel regista è Rocco Mortelliti [Adelmo, 1987], che ha già collaborato con Camilleri [di cui è genero] per La strategia della maschera, 1998, trasposizione di un suo soggetto, e che con La scomparsa di Patò, 2011, edito nel 2000 da Mondadori, torna al cinema, firmando la sceneggiatura con lo stesso Camilleri e conMaurizio Nichetti.

La sintonia tra regista e scrittore è evidente, non solo perché La scomparsa di Patò è fedele al romanzo di Camilleri, che evita di sporcare con trovate che non aderiscono alla sua struttura di partenza, ma perchè implementa il romanzo con altre suggestioni e, soprattutto, mostrandoci ampiamente il carattere dei personaggi che, al di là del ruolo primario o secondario che svolgono, son tutti esclusivi nella loro naturalezza, attraverso tic, abitudini, esclamazioni, fissazioni. Come dimenticare la personalità della signora Patò, donna parecchio strana, che sembra soffrire di un esaurimento che pare avere radici lontane, non coincidenti quindi con la scomparsa del marito, o gli stessi attori della compagnia, alla quale fa parte Patò, che sembrano essere disorientati e sfuggenti.

pato2Antonio Patò [Neri Marcorè] è il direttore della banca di Trinacria. È il 1890, e siamo a Vigata. Il venerdì santo, che precede la Pasqua, è, come d’abitudine, celebrato da recita all’aperto dedicata alla Passione di Cristo, e recitata da una compagnia locale. Patò, che ne fa parte, interpreta la parte di Giuda. Durante lo spettacolo, però, proprio in uno dei momenti più forti, e cioè l’impiccagione di Giuda, Patò scompare, e il tutto avviene in modo alquanto strano. Infatti, durante l’azione, Patò sarebbe dovuto cadere giù nella botola, ma, a rappresentazione finita, non c’è modo di trovarlo, e l’ipotesi più accreditata è che, a causa della botta presa nel cadere, abbia perso conoscenza, e stia vagando per le campagne, oppure che abbia combinato qualche pasticcio in banca. La signora Elisabetta Mangiafico [Alessandra Mortelliti], moglie di Patò, non perde tempo, e si rivolge al delegato di Pubblica Sicurezza, Ernesto Bellavia [Maurizio Casagrande], affiancato nelle indagini dal maresciallo dei Carabinieri, Paolo Giummaro [Nino Frassica], con il quale si scontrerà buffamente varie volte, a causa delle divergenze sulle modalità di condurre l’inchiesta, e perché comunque concorrenti. Le interrogazioni ai parenti, amici e clienti di Patò si infittiscono, ma ad accendere la scintilla è la di poco precedente morte, su cui molte persone hanno da ridire, di donna Rachele [Alessia Cardella], sposata con un nobile. Che ci sia un tranello dietro, messo in atto proprio da Patò? Gli abitanti di Vigata e Trinacria sembrano divertiti dalla scomparsa del ragioniere, che è ormai un’occasione per spettegolare e gettare fango sul suo

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trascorso. A preservare però l’immagine di Patò, oltre a sua moglie, ci pensa il senatore Artidoro Percoraro [Pippo Crapanzano], parente di Patò, che si servirà di un paio di lettere per zittire le malelingue. La domanda che tutti si pongono, riportata anche su un muro a Vigata, è: “Murì Patò, o s’ammucciò?” [“Patò è morto, o si è nascosto?”].

Mortelliti, che compare nei panni del barbiere Totò [barbiere preferito del Capitano dei Carabinieri, interpretato da Flavio Bucci, e della sua squadra, a cui fa barba e capelli sul posto di lavoro], allo straordinario trio

MarcorèCasagrandeFrassica, accosta nomi di attori, in gran parte siciliani [se si eccettuano Casagrande, Marcorè, Marchini, Bucci, e qualcun altro], di tutto rispetto: dalla poliedrica Guja Jelo, qui nei panni di una prostituta, alla vivace Simona Marchini, che interpreta la principessa Imelda Sanjust degli Orticelli, prima fan di suo figlio [Danilo Formaggia], una nuova scoperta della musica classica, a Manlio Dovì, nei panni di Calogero Pirrello, un mafioso cliente di Patò.

La scomparsa di Patò, girato in Sicilia, è un film molto divertente, e mai scontato. Una commedia in giallo ben scritta ben girata, assolutamente non televisiva, come l’associazione con la serie tv dedicata al Commissario Montalbano porterebbe a pensare. Nonostante la forte ilarità, però, come nei racconti di Camilleri, c’è sempre un ricorso continuo all’amarezza e ad un senso di insoddisfazione che travolge i protagonisti e chi sta loro intorno. La scomparsa di Patò è finalmente distribuito in DVD, da Cecchi Gori Home Video.

Gilda Signoretti

Regia: Rocco Mortelliti

Con: Neri Marcorè, Maurizio Casagrande, Nino Frassica, Alessandra Mortelliti, Alessia Cardella

Durata: 98’

Formato: 16/9 – 2.35:1

Audio: Italiano Dolby Digital 5.1; Italiano Dolby Digital 2.0

Distribuzione: CG Home Video [www.cghv.it]

Extra: Intervista ad Andrea Camilleri e Alessandra Mortelliti

InGenere Cinema

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