Anche senza Matt Damon la saga dedicata a Jason Bourne, personaggio creato dalla mente dello scrittore Robert Ludlum, va avanti e, nonostante l’assenza della superstar, i produttori della serie hanno deciso bene di continuare, con una storia che non coinvolga direttamente il protagonista e che ruoti attorno alle stesse situazioni, ma con personaggi differenti; insomma The Bourne legacy è, sotto ogni aspetto, un vero e proprio spin-off, termine che gli si addice alla perfezione, anche più del ricercato reboot.
Stavolta la trama vede coinvolto il super agente Aaron Cross [Jeremy Renner], un uomo sotto esperimento per conto della CIA che ben presto entrerà in un vortice di complotti che lo vogliono vedere morto.
La scintilla di tale cospirazione è stata proprio la fuga di Bourne, evento che, oltre aver messo in crisi l’Intelligence, minaccia di mettere allo scoperto ogni loro piano segreto.
Oltre a Cross, ben presto anche la dottoressa Marta Shearing [Rachel Weisz] verrà presa di mira, ma ambedue, uniti verso la salvezza, cercheranno di sfuggire alla caccia all’uomo ordita dalla CIA, per l’occasione guidata dallo spietato colonnello Eric Bayer [Edward Norton].
Memori del detto “Batti il ferro finché è caldo”, i finanziatori della serie Bourne non demordono e, visti gli esiti al botteghino della nota trilogia con tanto di vittoria agli Oscar per l’ultimo capitolo [3 ne ha ottenuti, tutti in categorie tecniche], ordiscono alla perfezione un piano a tavolino che rinfreschi la storia spionistica del più famoso agente smemorato, e lo fanno con l’aggiunta di nuovi elementi; quindi fuori Damon e dentro la neo star Renner che, dopo un paio di nomination agli Oscar [per The hurt locker e The town], è diventato il nome di punta di un certo cinema action-spionistico [era anche in Mission:impossibile – Protocollo fantasma]. A lui si aggiungono la Weisz [The constant Gardner – La cospirazione] e Norton [American history X], più volti di contorno collegabili ai capitoli precedenti [Joan Allen, Albert Finney, Scott Glenn, David Strathairn].
Chiamato al timone di regia il già rodato Tony Gilroy, regista impegnato per film come Michael Clayton, che della serie Bourne ne è sempre stato lo sceneggiatore primario; quindi chi meglio di lui per una rinfrescata totale?
Certo però i risultati sono modestissimi e The Bourne legacy alla fine dei conti è sì un prodotto adrenalinico, ma per certi versi, e più di una volta, ruota attorno ai soliti cliché e lo fa senza grande originalità.
Gioca sulla cospirazione e l’attesa, alza il tiro e allo stesso tempo la tensione, ma ciò che sinceramente salta all’occhio per alcuni istanti è che Gilroy, proveniente da ben altro cinema, non sia portato per l’azione; le sequenze action, seppur spettacolari [notevole l’inseguimento tra le strade di Manila], sembra siano gestite in modo troppo statico e sbrigativo.
Insomma, l’assenza di un Paul Greengrass [regista di The Bourne supremacy e The Bourne ultimatum – Il ritorno dello sciacallo] alla direzione si sente eccome, ma con tutta sincerità non si rimpiange assolutamente la regia instabile di un Doug Liman [regista di The Bourne identity] e, quindi, già per questo l’operato di Gilroy andrebbe salvato.
Certo, però, se la saga continuasse su questa piega , su questi parametri narrativi, allora c’è davvero poco da aspettarsi dai prossimi capitoli…
Mirko Lomuscio
Regia: Tony Gilroy
Con: Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward Norton, Joan Allen, Albert Finney, Scott Glenn
Uscita in sala in Italia: venerdì 7 settembre 2012
Sceneggiatura: Tony Gilroy, Dan Gilroy
Produzione: Kennedy/Marshall, Captivate Entertainment
Distribuzione: Universal Pictures
Anno: 2012
Durata: 135’