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DAMSELS IN DISTRESS – RAGAZZE ALLO SBANDO di Whit Stillman

ragazze_allo_sbando1Dopo aver chiuso la 68esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed essere apparsa sugli schermi del Toronto Film Festival, la quarta fatica dietro la macchina da presa di Whit Stillman approda nelle sale nostrane con la Warner a quasi un anno di distanza. Seppur tardiva la notizia dell’uscita di Damsels in Distress – Ragazze allo sbando va comunque letta positivamente per due ottime ragioni: da una parte l’opportunità di riscoprire l’indiscusso talento di un cineasta che mancava dalla scena dalla bellezza di diciotto anni, quelli trascorsi dalla realizzazione di The Last Days of Disco, dall’altra la possibilità per il pubblico italiano di entrare in contatto nuovamente con un’opera firmata da uno dei registi americani che hanno fatto dell’indipendenza il proprio biglietto da visita.

Un’anima indie, quella di Stillman, che si tramuta di fatto in un’esigenza creativa e mai in un’emergenza di carattere produttiva, quasi a volere rimarcare con la sua filmografia un desiderio di libertà nella forma e nei contenuti. In tal senso, Ragazze allo sbando è la cartina tornasole di un’idea di cinema che nel tempo, dall’esordio con Metropolitan avvenuto nel 1990 [Pardo d’argento al Festival di Locarno] e nei film successivi [i pluri-premiati Barcelona e il già citato The Last Days of Disco], ha portato sul grande schermo la coerenza di chi, pur aggiornandosi, non ha dovuto piegare il suo modo di fare e concepire la Settima Arte alle legge del mercato nordamericano e non solo.

ragazze_allo_sbando2Pertanto è facile rintracciare nella pellicola del 2011 temi e stilemi ricorrenti nella breve ma significativa filmografia di Stillman. In Ragazze allo sbando siamo al seguito di Lily, matricola della Seven Oaks University, che entra a far parte di un gruppo di studentesse individualiste e nostalgiche. Heather, Violet e Rose prestano volontariato nel Centro di Prevenzione Suicidi del campus convinte che della musica genuina, vestiti alla moda e una buona toilette possano contribuire a sedare gli impulsi autodistruttivi causati dal fallimento di una relazione sentimentale. Nonostante il loro parlare forbito e l’abbondante uso di costosi profumi, anche le tre ragazze verranno colpite dalla freccia di Cupido e saranno costrette a venire a patti coi propri sentimenti. Bastano, infatti, queste poche righe di sinossi per scorgere nel plot una serie di tracce che permettono alla platea di turno di riconoscere un vero e proprio marchio di fabbrica, impresso sulla sceneggiatura, sui personaggi e sulle atmosfere che la animano, tanto quanto sulla regia.

Come nei precedenti film, anche in questo caso ci troviamo al cospetto di un’opera tiepida che tiepidamente diverte e coinvolge, nonostante la fotografia e la messa in scena dichiarino apertamente il contrario. Il gusto retrò ci riporta ai bei tempi che furono, ossia agli anni Ottanta, anche se dietro la facciata apparentemente serena si cela un disagio che divora dall’interno. Stillman usa la commedia e le diverse tonalità dell’ironia per raccontarci una storia di disagio. Il regista statunitense mescola sarcasmo e paradia con un elegante snobismo, capace di creare nello spettatore un forte senso di disagio e insofferenza.

ragazze_allo_sbando3Lo fa mascherando tutto attraverso un velo di falsità e ipocrisia, condito da una buona dose di follia allo stato embrionale che si manifesta attraverso i gesti e gli scambi dialogici tra la protagonista e il microcosmo che la circonda, un habitat escatologico di apparenza e apparenze, dove sopravvivere significa omologarsi oppure essere ghettizzati. Il tutto passa attraverso una verbosità che non da tregua, con una mitragliata di parole che si abbatte sulla platea creando un forte stato di ansia. Siamo sulle traiettorie e le dinamiche affrontate con armi differenti da Mark Waters nel 2004 con Mean Girls, piuttosto che da quelle percorse nel dramma da Matteo Rovere nel suo esordio, Un gioco da ragazze. In entrambi i casi ci troviamo però a fare i conti con commedie di interesse sociologico superiore alla media del sottogenere scolastico. In diverse scene il divertimento nasce da una cattiveria critica che lascia il segno. Ciò che li distanzia, al contrario, è un approccio di tipo essenzialmente antropologico alla materia, di sicuro più orizzontale e senza particolari punte emotive in Ragazze allo sbando.

Francesco Del Grosso

 

Regia: Whit Stillman

Con: Greta Gerwig, Adam Brody, Analeigh Tipton

Uscita in sala in Italia: mercoledì 1 agosto 2012

Sceneggiatura: Whit Stillman

Produzione: Westerly Films

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Durata: 98’

Anno: 2011

InGenere Cinema

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