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BIANCANEVE di Tarsem Singh

biancaneve1La tendenza degli ultimi anni, in materia di riproposizioni favolistiche, forse per sopperire alla mancanza di idee, tende ad un ammodernamento compiuto, soprattutto, attraverso l’adattamento dei personaggi al mondo odierno, e forse è proprio qui l’errore [non sempre, però, prendiamo il caso del riuscitissimo Il gatto con gli stivali, di Chris Miller, 2011]. In Biancaneve di Tarsem Singh, l’operazione attuata è identica, e si completa di espedienti utili ed altri, a dir la verità, un po’ irritanti.

Dopo Immortals [2011], Singh si cimenta in un film pensato per i più piccoli, ma adatto anche per gli adulti, dati gli spunti ricercati che adopera. Intanto l’intervento principale che Singh compie è diretto a modificare la trama, cercando di svecchiare le formule, disneyane e non, ormai passate, per le quali, ad esempio, le protagoniste femminili sono contraddistinte da una personalità molto fragile, che le rende anche ingenue e sottomesse al più forte. Solo l’arrivo di un uomo, in genere bello, biondo e con gli occhi azzurri, con l’ausilio della magia, cambierà il destino sfortunato della ragazza.

Ora non è più così. A farla da padrone ora sono ragazze sfrontate, maliziose, manesche e furbe quanto basta per non farsi soggiogare da nessuno. È il caso di questa nuova versione di Biancaneve.

biancaneve2Gli sceneggiatori Melisa Wallack e Jason Keller hanno scritto una storia nella quale tutti i protagonisti della fiaba hanno qualcosa in più o in meno rispetto all’originale. Intanto la regina [Julia Roberts]è una bellissima donna, che non ha nulla da invidiare a Biancaneve, se non la bontà d’animo, che non le interessa raggiungere. Non è poi così perfida, almeno nella prima parte del film, ma solo troppo eccentrica e viziata. Biancaneve, invece [interpretata da un’inespressiva Lily Collins], è dapprima una ragazza mite e umile, e poi, su suggerimento del personale di servizio del castello, respira aria di rivincita, ed eccola alle prese con un gruppo unito di sette nani, qui criminali senza modi, violenti e agguerriti, ma divertentissimi. Con loro Biancaneve imparerà tecniche di difesa, di cui faranno le spese il povero e rammollito principe Alcott [Armie Hammer] con il suo amico Charles [Robert Emms].

Biancaneve di Singh si veste di una scenografia curatissima, merito di Tom Foden, che si serve di ogni scenario per non perdere mai l’atmosfera fiabesca, abbellita da ambienti magici, quasi sempre luminosi, tranne che per le scene da esterni. I costumi, curati da Eiko Ishioka, sono molto luminosi e ognuno rispecchia la personalità di chi li veste: eccentrici e pomposi quelli della regina, colorati e più castigati quelli di Biancaneve, buffi e troppo corti quelli del principe.

biancaneve3Biancaneve si aggrappa a molti elementi comici, soprattutto battute, che lo rendono divertente e giocoso [pensiamo, ad esempio, ai trampoli a molla usati dai nani per combattere meglio e non essere riconosciuti], ma narrativamente insufficiente, perché si serve di cambi di guardi già adoperati e per nulla creativi.

Peccato che oggi si voglia rendere giustizia, semmai ce ne fosse bisogno, a Biancaneve, modificandone l’indole andando a recuperare nell’aggressività e nella forza fisica un eventuale riscatto, e passando lo scettro dell’ingenuità allo svampito principe, quasi per ripicca.

Per non parlare, poi, dei soliti combattimenti [stavolta tra nani, Biancaneve e l’esercito del principe], a cui si da troppo spazio per seguire uno schema che tende a cercare i livelli sempre più alti di frenesia dei film animati, nel timore di risultare troppo soft]. Come inutile è il ricorso al mostro, un surplus per un film che già contiene in sé troppi elementi.

Gilda Signoretti

 

Regia: Tarsen Singh

Con: Julia Roberts, Lily Collins, Armie Hammer

Uscita in sala in Italia: mercoledì 4 aprile 2012

Sceneggiatura: Melisa Wallack, Jason Keller

Produzione: Goldmann Pictures, Relativity Media, Rat Entertainment, Misher Films

Distribuzione: 01 Distribution

Anno: 2012

Durata: 105’

InGenere Cinema

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