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L’UOMO DAGLI OCCHI A RAGGI X di Roger Corman

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Con L’uomo dagli occhi a raggi X, del 1963, Roger Corman [Il pozzo e il pendolo, 1961], il più prolifico e audace regista e produttore nell’ambito del cinema di Genere low-budget, dimostra ancora una volta l’effettiva possibilità realizzativa di film a basso costo, mostrando non solo la sua padronanza col genere, ma anche grande disinvoltura nel mettere in scena situazioni e contesti sempre nuovi e originali. Indiscusso dominatore, quindi, del genere fantascientifico anni ’60 e ’70, ancor oggi considerato e osannato dagli amanti del genere e non, con L’uomo dagli occhi a raggi X, invade il campo della scienza per costruire una storia paradossale e inquieta, e per questo valida. Si tratta di un film intrigante e piacevole, non solo per l’ambita ricerca in sé, certamente l’asso della manica del film, ma anche per la profondità del protagonista [tale anche per l’eccellente interpretazione che ne dà Ray Milland], il dottor Xavier, che, superata ogni barriera, si desterà poi da un lungo percorso lavorativo, asfissiante, memore delle pericolose scoperte, di cui non è solo l’artefice, ma anche il martire, la vittima.

Convinto che la scienza possa fare passi da gigante senza aspettare ancora a lungo, il dottor Xavier [Ray Milland] sperimenta un collirio speciale, in grado di consentire all’occhio umano di poter vedere oltre le cose, le persone e gli animali. Ovviamente, prima di sperimentarlo sull’uomo, la cavia di questo esperimento è una scimmia, che, una volta assorbite le gocce negli occhi, è in grado di rispondere favorevolmente ad una prova cui lo sottopone il dott. Xavier, che consiste nell’indicare, trovandosi davanti ad una serie di tavole colorate, il colore dell’ultima tavola che, senza l’ausilio del collirio, non potrebbe conoscere. L’esperimento riesce, ma la scimmia muore d’infarto.

Il dottor Xavier è soddisfatto, ora non gli resta altro da fare che cercare fondi per la sua scoperta. I pregiudizi e gli scandali, che potrebbero derivare da questa ricerca, frenano le società farmaceutiche e le fondazioni scientifiche e lo scienziato, amareggiato, decide di sottoporsi in prima persona all’esperimento, assistito nei suoi deliri dal dottor Brant [Harold J. Stone].

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I risultati sono strabilianti. Xavier riesce a vedere realmente oltre la superficie delle cose, ad oltrepassare con lo sguardo i muri, e spiare così la vita intima delle persone, e addirittura  vedere il corpo di uomini e donne, ignari del suo potere visivo, senza vestiti, e indovinare [parteciperà ad un incontro dimostrativo davanti a curiosi e studiosi] gli oggetti che ognuno porta con sé.

A sostenere le ricerche dello scienziato si aggiunge la dottoressa Diane Fairfax [Diana Van Der Vlis], una donna molto attraente, che prende parte attivamente alle ricerche, la prima a rendersi conto della veridicità della tesi portata avanti dal dott. Xavier. Col tempo la vista dello scienziato si fa sempre più acuta, ma nello stesso tempo cominciano a manifestarsi anche i problemi fisici. L’uomo, sempre più sensibile alla luce del sole, dovrà portare sempre con sé degli occhiali piombati, e fare ricorso a pillole contro mal di testa allucinanti e cali di pressione. Non lo sopporterà a lungo, e tutto ciò lo porterà a fare una scelta drastica.

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L’uomo dagli occhi a raggi X è un vero capolavoro. Il ritmo intenso e frequente, la sceneggiatura [firmata da Robert Dillon e Ray Russel, che ne cura anche il soggetto], altrettanto svelta, la fotografia luminosa e a tratti accecante [di Floyd Crosby], nonché la presenza di bravi attori, Ray Milland su tutti, contribuiscono a renderlo un film indimenticabile e intramontabile. Neanche il remake di Juan Carlos Fresnadillo, dall’omonimo titolo, del 2010, è riuscito in così grande impresa. Va inoltre segnalato che il film, prodotto da Corman e Samuel Z. Arkoff, è il primo a colori diretto da Corman. Il film è un viaggio introspettivo nel subconscio, in primo luogo all’interno dei controversi meandri dell’anima del dottor Xavier. Ciò che vorrebbe realmente acquisire tramite l’uso della vista è la capacità di trovare un senso alla sua vita, si sentirsi parte di essa. Quando l’uomo riconosce le conseguenze estreme che sono derivate dal suo genio, riflette sull’effettiva necessità della sua ricerca. Nonostante i risultati magnanimi che gli sono stati riconosciuti dal mondo scientifico, anche se con mugugni d’invidia al seguito, infatti, le sue sperimentazioni non aiutano a vivere meglio, ma solo a sviluppare la potenza visiva umana. Come tutte le grandi menti, che mettono anima e corpo nel proprio lavoro, ma che evitano di condurre una propria vita privata, magari per mancanza di tempo, il dottor Xavier è solo e non sa svestirsi dai panni di scienziato. Ha varcato la soglia, e superato ogni limite. Non può più esercitare, data la cecità che si è inflitta.

L’uomo dagli occhi a raggi X è distribuito in dvd da CG Home Video, edizione Sinister Film, in un’edizione che può vantare l’interessante presentazione di Luigi Cozzi, oltre alla galleria fotografica, al trailer e al prologo cinematografico del film.

Gilda Signoretti

 

Regia: Roger Corman

Con: Ray Milland, Harold J. Stone, Diana Van Der Vlis

Anno: 1963

Durata: 79’

Formato: 1.85:1

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0

Distribuzione: CG Home video [www.cghv.it]

Extra: Presentazione di Luigi Cozzi; Galleria Fotografica; Trailer; Prologo cinematografico

InGenere Cinema

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