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ALLE DAME DEL CASTELLO PIACE MOLTO FARE QUELLO di Joseph Zachar

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La collana Cult edita da Mosaico Media ha colmato un vuoto importante nella conoscenza di primi film tedeschi di Edwige Fenech, in merito ai quali si è favoleggiato molto sul presunto contenuto semipornografico. La collana di dvd si intitola I primi film di Edwige Fenech e si ripromette di editare anche altri lavori come Desideri e voglie pazze di tre insaziabili ragazzedi Joseph Zachar [1967], Susanna e i suoi dolci vizi alla corte del re e Il trionfo della casta Susanna, realizzati da François Legrand nel 1968. Il film è del tedesco Joseph Zachar che si avvale del montatore Traude Krappl-Maas e del soggettista-sceneggiatore Kurt Nachmann, per la fotografia ci pensa Kurt Junek, le divertenti musiche originali sono di Claude Alzner. Il titolo originale del film è Komm, liebe maid und mache e vede la bella Edwige Fenech, comprimaria di lusso, dividere la scena con Sieghardt Rupp, Michaela May, Angelica Ott, Gustav Knuth e Mathilde Schmind. La storia racconta le vicende erotiche che si svolgono all’interno di un castello tedesco ai primi dell’Ottocento. Il conte Roland e la bella quanto insoddisfatta moglie Eugénie accolgono come ospiti la disinibita Isabella, moglie in bianco di un ricco banchiere, e due avventurieri, Manuel Da Silva e la sua amante. Edwige Fenech ha il ruolo dell’amante di Manuel, ma è in crisi con lui perché viene sfruttata solo come complice per le avventure di letto. Durante la notte Isabella si concede a Da Silva e al tempo stesso riesce a ingannare il marito e ottiene l’agognato divorzio.

Edwige Fenech invece se ne va con il ricco marito tradito e molla l’avventuriero Da Silva che ormai non amava più. Al castello si danno da fare un po’ tutti, pure le serve, gli stallieri e anche la giovane nipotina che legge con passione Honoré De Balzac per imparare come far innamorare un uomo. Il lieto fine è assicurato con la coppia di nobili che ritrova la felicità sessuale, Isabella che si libera del marito e la Fenech che incontra un ricco protettore.

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Alle dame del castello… non è certo un gran film, però non ha niente di porno, lo definirei una farsa sboccata che si guarda con 

piacere se si ha la voglia di apprezzare i numerosi doppi sensi e le battutacce da caserma. Per buona parte del film i dialoghi giocano sul “cavalcare” e “montare” come sinonimi di fare l’amore, ma anche sullo “sparare proiettili” in senso sessuale, sul “centrare il bersaglio” e “sapere dove sparare”, pure perché il protagonista maschile ne parla a lungo mentre siede a cavallo di un cannone. Si tratta di un film in costume, di ambientazione ottocentesca, abbastanza curato come ricostruzione d’epoca e recitato in maniera scolastica ma non pessima. Tutti gli attori sono doppiati, ma la Fenech si distingue tra le altre interpreti femminili mostrando indubbie capacità mimiche e grande presenza erotica. Il film si ispira ai romanzi di Honoré De Balzac, lettura preferita della ragazzina in cerca di un amante e che, ai primi dell’Ottocento, erano considerate letture sconvenienti. Le parti erotiche sono abbastanza sfumate. La ragazzina si eccita pure leggendo la Bibbia e spesso la vediamo in pose equivoche di adescamento. La moglie del nobile e la sua amica se la fanno un po’ con tutti, cavalcano in pantaloni, eccitano lo stalliere, lesbicheggiano tra loro e prendono in giro il marito per via della poca virilità.

Quando arriva la Fenech ne ammiriamo il seno nudo prorompente in una breve sequenza in cui indossa i pantaloni da cavallerizza. La bella attrice diventa protagonista della beffa al marito tradito e si mostra spesso nuda come lettrice erotica dei racconti di Balzac, ma anche durante una bella cavalcata onirica. Ottima la sequenza del sogno dove le tre donne cavalcano nude e la pellicola pare montata con due fotografie diverse che aumentano l’effetto dissolvenza del nudo femminile. Da citare la parte trash con un sindaco piuttosto porco intento a convincere una donna violentata che la colpa è soltanto sua perché non ha resistito.  Per dimostrare la sua tesi prende 

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in mano un ago e dice alla donna: “Prova a infilare il filo nella cruna, se ci riesci”. La donna è più furba di lui, perché prima arroventa il filo e lo rende solido, poi distrae l’uomo con qualche moina e infila lo spago nella cruna. Tornando a Edwige Fenech direi che la sua parte è molto maliziosa, da vero e proprio deus ex machina della situazione, visto che organizza tutto per portarsi a letto il ricco banchiere e sposarselo. Se paragoniamo la pellicola ad altri film del periodo possiamo dire che c’è molto nudo, ma certo non così tanto e soprattutto mai esibito senza motivo. Edwige Fenech mostra spesso il seno e la vediamo anche in un paio di rapporti sessuali subito sfumati, alternati alla scena piuttosto sensuale di una danzatrice nuda e mascherata che pesta l’uva raccolta in un tino. Forse la parte più erotica di tutto il film è quella che vede la Fenech nel granaio a seno nudo, quando un sacco si apre e i chicchi di grano le cadono sul corpo producendo un effetto malizioso molto interessante. Di per sé il film vorrebbe essere comico, pure se non sempre ci riesce, perché le battute sono spesso telefonate e scontate. Salverei solo i doppi sensi che sono ben riusciti e anche le citazioni dai romanzi di Balzac danno un po’ di spessore al film. In ogni caso sfatiamo la leggenda che Alle dame del castello… sia una pellicola porno. Edwige Fenech durante la sua lunga carriera italiana ha recitato in ruoli molto più spinti e maliziosi.

Gordiano Lupi

 

Regia: Joseph Zachar

Con: Edwige Fenech, Sieghardt Rupp, Michaela May, Angelica Ott, Gustav Knuth, Mathilde Schmind

Sceneggiatura: Kurt Nachmann

InGenere Cinema

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