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6 GIORNI SULLA TERRA di Varo Venturi

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Arriva nelle sale italiane il secondo film del regista Varo Venturi [Nazareno, 2007]: una pellicola indipendente che analizza in maniera realistica e approfondita quelli che sono gli studi del professor Corrado Malanga, eminente scienziato italiano che, attraverso sedute di regressione ipnotica a probabili addotti coinvolti in rapimenti di origine alieni, elabora la rumorosa teoria secondo cui “gli alieni non arriveranno dal cielo”, perché “sono già dentro di noi”. Un concetto essenziale ma assordante, che è alla base della script di 6 giorni sulla Terra [firmato dal regista con Luisa Fusconi, Giacomo Mondadori], e che riesce a rendere il lungometraggio scomodo, di denuncia, pur se agglomerabile al genere sci-fi.

6 giorni sulla Terra è un film colmo, carico, sì, dei resoconti delle esperienze di Malanga, ma anche degli studi che lo stesso Venturi compie di per sé da anni, scantonando le teorie di avvistamenti UFO, per concentrarsi su autori che hanno lavorato per ridare credibilità al fenomeno delle abduction, col fine auspicato di un risveglio della coscienza collettiva. Un fine che, prestando attenzione al film, si propone anche il regista.

6 giorni sulla Terra riporta, innanzitutto, in carreggiata il filone della fantascienza made in Italy [i cui autori nostrani, partendo da Antonio Margheriti e arrivando ad Luigi Cozzi, si contano davvero sulle dita di una mano]; ma questo fattore riesce addirittura a passare in secondo piano, nel mare magnum messo in atto da Venturi. Innanzitutto perché siamo di fronte ad un film che pretende di riportare i discorsi su extra-terrestri e rapimenti, nei ranghi del reale e del possibile. In secondo luogo perché partendo da una possibile congiura alla X files, 6 giorni sulla Terra mira a rivoluzionare con pochi ma essenziali punti, la percezione comune del credibile.

Il primo punto a favore del film è quello di mettere in relazione le varie razze aliene, supposte come reali volendo dare credito alle testimonianze raccolte durante i più svariati avvistamenti: dai classici gray ai rettiliani, dagli esseri di luce ai nordici. Le creature di Venturi sono fisicamente poco presenti, pur dominando la scena [in spirito] per l’intera durata del film. Bisogna accontentarsi di vederli all’opera durante il breve, ma incisivo, incipit [e in poche altre scene], dove, immersi nell’oscurità, vediamo muoversi di fronte alle gambe divaricate e immobilizzate di una povera addotta delle creature aliene realizzate con una computer grafica che non cerca la veridicità ma, anzi, lavora proprio sulla creazione di un profondo scarto tra attori reali e creature aliene. Gli alieni di Venturi trasmigrano nei corpi umani, possedendoli, col fine di utilizzare l’energia prodotta all’interno di essi, l’anima, direbbero alcuni. Arrivando, perciò, da una dimensione “altra”, non possono sottostare alle leggi della nostra materia: si muovono sulla Terra in forma meno solida, quasi olografica.

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Ma la vera bomba sta nel proporre il fenomeno di “possessione aliena”: l’addotto contiene l’extra-terrestre nel suo corpo, diventa il suo “contenitore” e il suo fornitore di energia [attraverso l’anima, appunto]. Nella notte dei tempi, le tredici razze aliene esistenti nell’universo iniziarono a compiere esperimenti genetici sui nostri progenitori, proprio col fine di creare l’essere/contenitore perfetto, che potesse meglio ospitarli. Da allora gli alieni sfruttano gli uomini, dominandoli a loro piacimento. Ma la sfida continua, e dopo l’evoluzionismo, 6 giorni sulla Terra colpisce dritto la religione: ogni forma di possessione è rapportabile alla possessione da parte di creature extra-terrestri. Anche i demoni non sono altro che alieni, così come l’anima è energia, e all’interno dell’universale congiura, anche la chiesa gioca il suo ruolo nella costruzione della cappa di silenzio che regna attorno alla vicenda. Un silenzio che si fa molto più pericoloso quando il professor Davide Piso [Massimo Poggio, il Malanga filmico], attraverso una seduta ipnotica porterà alla luce la presenza aliena che vive nel corpo di Saturnia [Laura Glavan], la giovane figlia di due rappresentanti di un’importante famiglia aristocratica, probabilmente inficiata da rapporti con razze non terrestri.

Il dottor Piso si troverà a dover fronteggiare la congiura del silenzio assieme ai suoi due assistenti [interpretati da Marina Kazankova e Ludovico Fremont] e a pochi altri improbabili alleati e, contemporaneamente, a cercare di salvare la povera Saturnia da una possessione molto più radicata delle altre affrontate nella sua carriera. Davvero buone le prove attoriali dei protagonisti [tra cui spicca anche lo stesso Venturi].

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Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, visti i temi, 6 giorni sulla Terra è profondamente ancorato alla realtà anche per quanto riguarda le location: molti gli ambienti interni, riconoscibili, quotidiani, dove vige una fotografia che predilige i toni scuri e claustrofobici.

6 giorni sulla Terra [e quel “6” è la stessa base delle teorie che ruotano all’interno del film, nulla di casuale] potrebbe davvero far parlare di sé per molto tempo.

Luca Ruocco

 

Regia: Varo Venturi

Con: Massimo Poggio, Laura Glavan, Marina Kazankova, Ludovico Fremont, Varo Venturi

Uscita in sala in Italia: venerdì 17 giugno

Sceneggiatura: Varo Venturi, M.Luisa Fusconi, Giacomo Mondadori

Produzione: Deusfilm

Distribuzione: Bolero Film

Anno: 2011

Durata: 101’

InGenere Cinema

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