Home / Recensioni / In sala / L’INTERVALLO di LEONARDO DI COSTANZO

L’INTERVALLO di LEONARDO DI COSTANZO

intervallo1“Succede che gli uccelli che vivono in gabbia, anche se gli apri la porta, non fuggono”.

È questa la frase che fa da apertura aL’intervallo, presentato alla 69esima edizione del Festival di Venezia, e molto apprezzato dalla critica. Le metafore contenute in questa frase sono in realtà le premesse dalle quali parte il film. Gli uccelli in gabbia sono Salvatore [Alessio Gallo] e Veronica [Francesca Riso], due ragazzi adolescenti che vivono a Napoli.

Veronica ha la colpa di aver infranto una regola di quartiere, e perciò Don Bernardino [Carmine Paternoster] ha deciso di chiuderla all’interno di un edificio [che sarebbe l’ex-ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi] per darle una giusta punizione. Lavora al suo servizio Mimmo [Salvatore Ruocco], che è un po’ il suo amministratore, il quale ha avuto il compito di prelevare Salvatore e impartirgli l’ordine di vegliare la ribelle Veronica.

Salvatore è un ragazzo di diciassette anni, che, per necessità, aiuta il padre nel suo lavoro di ambulante. Ha anch’egli il suo carrettino di vivande, con il quale gira per la città, ma lo fa malvolentieri. Il suo approccio con Veronica non è idilliaco, non subito. Veronica ha compreso che l’indole di Salvatore è diversa dalla sua: testarda e sicura lei, timido e sottomesso lui. Sarà il tempo, il periodo adolescenziale che li unisce, e la condivisione di uno stato di subordinazione che condividono a permettere loro di conoscersi, studiarsi, capirsi e incontrarsi.

intervallo2Leonardo Di Costanzo[L’Orchestra di Piazza Vittorio. I diari del ritorno, 2007] firma un’opera senz’altro sorprendente, in cui l’accorta fotografia di Luca Bigazzi [Pane e tulipaniThis must be the place], la sceneggiatura, di Di CostanzoMariangela Barbante [L’Orchestra di Piazza Vittorio. I diari del ritorno, 2007] e Maurizio Braucci [Gomorra, 2008,Reality, 2012], amara ed evocativa, l’ambientazione fredda ed esaustiva, la recitazione naturale, nonostante la scelta di un cast di attori non professionisti, e molti altri aspetti ancora, creano un’alchimia particolare.

La sensazione che si ricava dal film è a metà tra una sospensione onirica e un’esperienza straniante. Ed è proprio questo stato di sospensione a reggere in modo forbito il film. Di Costanzo distribuisce bene le carte che ha a disposizione, interrogando prima un fattore, poi un altro, armonizzando il tutto con una fotografia che analizza ogni cosa ed è scevra di tecniche artificiali, ancorato com’è all’uso della macchina a mano.

intervallo3La fotografia è qui multilivellare,e ci mostra più mondi, tutti partoriti dalla terra. Sono il mondo vegetale e animale la cornice deL’intervallo, anch’essi sospesi a metà, come la cagnolina randagia che ha deciso di partorire all’interno dell’edificio e rifugiarsi dalla forte pioggia [che è poi un po’ il simbolo di libertà di Salvatore, che si bagna completamente], aspettando che spiova, o come la ragazza suicida che, seppur morta da ani, continua, come racconta la leggenda, a mostrare la sua presenza nell’edificio, in un intervallo che dura da anni. È l’edificio il nucleo protettivo entro il quale i due ragazzi trovano stabilità. È per questo che Veronica non scappa, anche se potrebbe, tanto da sentirsi pienamente libera quando dalla terrazza dell’edificio guarda con Salvatore il panorama di Napoli.

L’intervallo è un film di denuncia solido, che certamente ricorda per impostazioneGomorra o l’ultimo Reality, ma va oltre la descrizione di una società malata di corruzione, per mostrare qualcosa di più concreto, legato più ad un discorso intimista che ad uno collettivo. È bello anche come Di Costanzo riesce a liberarci dalle varie supposizioni circa una probabile vendetta di Veronica, nella speranza, sempre nostra, che Salvatore abbia una reazione forte, consegnandoci invece una ragazzina inerme e accondiscendente e un ragazzo che ha preso visione di come va il mondo. Riprenderà però, sempre a malincuore, il suo lavoro, ma con una consapevolezza maggiore delle sue capacità.

Gilda Signoretti

Regia: Leonardo Di Costanzo

Con: Alessio Gallo, Francesca Riso, Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco

Uscita in sala in Italia: mercoledì 5 Settembre 2012

Sceneggiatura: Leonardo Di Costanzo, Mariangela Barbante e Maurizio Braucci

Produzione: Tempesta e Anka Films Production in collaborazione con Rai Cinema

Distribuzione: Cinecittà Luce

Durata: 90’

Anno: 2012

InGenere Cinema

x

Check Also

VESPERTILIO AWARDS 2024: Ecco i finalisti

Brando De Sica, Luna Gualano e Andrea Niada fanno il pieno. Sorpresa ...