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INGRID SULLA STRADA di Brunello Rondi

ingrid1Ingrid sulla strada [1973], di Brunello Rondi, è un film molto curato che si avvale della fotografia di Stelvio Massi e delle musiche intense e suadenti di Carlo Savina.

Janet Agren è l’affascinante e tormentata interprete principale, ma sono degni comprimari la prostituta tutta cuore Francesca Romana Coluzzi e il borgataro neonazista Franco Citti.

Bravissimo Enrico Maria Salerno nei panni del borghese vizioso che si eccita con donne di strada, fingendo una resurrezione della moglie durante una seduta spiritica. Completano il cast un allucinato Fred Robsham, pittore informale di taglio sessantottino, Bruno Corazzari e Franco Garofalo.

Ingrid sulla strada dimostra ancora una volta le intenzioni psicologiche di Rondi che vanno di pari passo alla condanna delle convenzioni borghesi, a un netto anticlericalismo e all’analisi pasoliniana delle borgate romane. Ingrid [SPOILER] è una ragazza finlandese che scappa di casa dopo essere stata violentata dal padre [lo scopriamo soltanto alla fine grazie a un ottimo flashback onirico] e decide di fare la puttana per vivere.

ingrid2Rondi è molto attento ai particolari ed è un regista di grande cura formale che realizza sin dalle sequenze iniziali con una pregevole fotografia nordica. Janet Agren è in fuga verso Roma, si rifà il trucco nel bagno, toglie gli slip [“Non li metterò mai più” dice], indossa stivaloni alla moda e minigonna vistosa. La scena durante la quale si fa possedere in piedi nel bagno dal suo primo uomo e subito dopo esige una forte somma di denaro è molto cruda, anche se poco realistica.

Ingrid è una puttana sui generis, acquista riviste porno per documentarsi, non vuole confidenze dai clienti, non si spoglia completamente, si vende agli uomini e festeggia la sua scelta di vita.

Rondi insiste sui particolari erotici ma la visione delle nudità della bella svedese non è gratuita.

Ingrid incarna lo spirito ribelle e anticonformista tipico del periodo storico, scandalizza una signora anziana, paga il biglietto sul treno con i primi soldi guadagnati e si ritrova a Roma. Stelvio Massi realizza una bella fotografia di Roma e il regista ci porta a passeggio per piazza del Vaticano, la scalinata di piazza Navona e gli angoli più belli della capitale.

ingrid3L’incontro con la prostituita romana Claudia [Francesca Romana Coluzzi] avviene in modo surreale, ma Rondi non si cura di rendere credibili le situazioni, quanto di comunicare una certa idea. Ingrid salta a bordo di un calesse ed entra a far parte di un gruppo di donne che fanno la vita sotto la vecchia circonvallazione.

Claudia dorme da un amico che fa er pittore, uno de quelli che insozzeno le tele ed è proprio a casa sua che la porta dopo essersi liberata di alcuni ragazzini che la seguono in vespa. Il pittore è un ottimo Fred Robsham, allucinato quanto basta, convinto di essere un artista anche se dipinge incomprensibili quadri informali, amante della prostituta che dorme sotto lo stesso tetto della moglie.

L’ambientazione della pellicola nelle borgate romane e nel mondo della prostituzione di strada è molto pasoliniana. Le puttane lavorano sotto il raccordo anulare, ognuna ha il suo settore, un protettore, un giro di clienti.

Rondi critica il perbenismo piccolo borghese con battute come: “Che vergogna! E che cosce…”, segno che i passanti disprezzano ma vorrebbero comprare. Ingrid è troppo bella, nessuno si ferma da lei, spaventa i possibili clienti che non possono crederla una donna di strada. Enrico Maria Salerno interpreta un piccolo ruolo che è molto importante nel’economia della pellicola. Il suo personaggio serve a puntare l’indice accusatore sui vizi privati e le pubbliche virtù della borghesia romana. Salerno ingaggia le due prostitute per un rituale erotico con la complicità della moglie, ma prima mette in scena un monologo poetico a bordo della Mercedes. “Sono solo in una città è vecchia… ci sono più fantasmi che uomini… ci sono molte luci anche in un cimitero… è una città piena di niente”. Tutto molto teatrale, anche se la recita si conclude con la scoperta che le sue parole fanno parte di un gioco erotico.

ingrid4Rondi ironizza sull’arte informale e sui presunti capolavori che certa critica contemporanea non esista a incensare. Il personaggio del pittore allucinato serve anche a questo ed è divertente la sequenza del lancio di una bambola che si appiccica alla tela e va a far parte di un nuovo capolavoro. Franco Citti è il capo di una banda neonazista [si ripete un tema caro a Rondi come in Una vita violenta], protegge Claudia e concede ospitalità alle due ragazze. Ingrid non lo sopporta e lo sfida apertamente. “Io sono libera! Vado con chi voglio! Odio i papponi” dice. Citti non la fa lavorare, interrompe un rapporto con un cliente, fa accerchiare l’auto dalla sua banda di borgatari e cerca di imporre le sue regole. Franco Citti interpreta un rude capo banda che punisce i traditori con assurdi metodi. La scena della tortura al colpevole Luciano Rossi è un esempio di come si faceva il cinema negli anni Settanta, in piena libertà e senza costrizioni televisive. Il traditore è costretto a mangiare la merda con il volto immerso in un pitale e subito dopo Citti gli taglia la lingua in un trionfo di sangue.

Ingrid sulla strada si ricorda tra gli amanti del cinema di Genere soprattutto per questa parte eccessiva che sta a metà strada tra il cinema di Pasolini [Salò e le 120 giornate di Sodoma, 1975] e quello di Joe D’Amato.

ingrid5Brunello Rondi è un regista interessante proprio perché non decide mai completamente a favore di un cinema d’autore e resta sempre prigioniero di alcune convenzioni di Genere. La parte finale del film è ancora più dura e vede protagonista Ingrid, rapita e stuprata dal gruppo neonazista. Gli eccessi si susseguono a un ritmo forsennato con la ragazza denudata, drogata, portata a cavalcioni e infine violentata dal branco. “Perché sei venuta in Italia?” grida Citti. In quel preciso momento lo spettatore assiste alla scena della violenza carnale subita da parte del padre e rivissuta come un flashback onirico. La ragazza viene violentata mentre sta dipingendo, si sente sicura perché è in casa con il padre, ma è proprio lui a tradirla mentre si dedica alla sua passione. Lo spettatore comprende perché Ingrid era sconcertata dalla vista dei quadri nella casa del pittore. Rondi ironizza anche sui registi poco abili. Citti impugna una videocamera  e riprende la scena di Ingrid violentata dal branco. “Non usate lo zoom che è roba da dilettanti!” dice. La banda riprende il film  della violenza per rivenderlo a peso d’oro, ma in quel momento irrompe Claudia e Citti la uccide con una coltellata.

Il finale è melodrammatico, perché Citti non voleva ucciderla, è stato un tragico errore. Ingrid, violentata ancora una volta, cerca di tornare sulla strada, ma è ancora più sola, viene cacciata dalle altre puttane e decide di suicidarsi. Sente la voce di sua madre. “Ora vengo…” dice. Una scavatrice che rimuove enormi pietre le fa cadere addosso del materiale inerte e lei resta schiacciata.

Un film da recuperare.

Gordiano Lupi

INGRID SULLA STRADA

Voto film: 

3.5 Teschi

Voto DVD:

3.5disc copy.

Regia: Brunello Rondi

Con: Janet Agren, Francesca Romana Coluzzi, Franco Citti, Enrico Maria Salerno

Durata: 93’

Formato: 16/9 – 2.35:1

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0

Distribuzione:  CG Home Video – Mustang [www.cghv.it]

Extra: Trailer

InGenere Cinema

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