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LA CASA DELLE CONCHIGLIE: Intervista a Domiziano Cristopharo e Andrea Cavaletto

casadelleconchiglieInG3Domiziano Cristopharo, regista indipendente italiano assai impegnato nell’ambito dell’indie horror italiano  e nome arci-noto per i letto di InGenere Cinema, ha ormai instaurato una fruttuosa collaborazione con lo sceneggiatore Andrea Cavaletto, uno degli autori, tra l’altro, di Dylan Dog.

E proprio ispirato all’Indagatore dell’Incubo è il loro ultimo lavoro: il fan film La casa delle conchiglie, di cui vi abbiamo iniziato a parlare qui.

Abbiamo intervistato regista e sceneggiatore a riprese appena concluse…

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[Luca Ruocco]: Inutile chiederlo ad Andrea… Domanda, quindi, per il solo Domiziano: qual è il tuo rapporto con Dylan Dog?

[Domiziano Cristopharo]: Beh, ho i primi 40 numeri originali: una compagna di scuola mi disse che esisteva questo fumetto e che “uno come me” non poteva non leggerlo… e fu così che scoprii Dylan Dog e ne restai rapito. Inoltre, potevo non dovermi nascondere in casa come facevo con le letture di Satanik, Cimiteria e Oltretomba [trovati nella soffitta della vecchia casa in campagna] e avevo un fumetto tutto per “me”!

[LR]: Per Andrea, invece: raccontaci qualcosa riguardo lo script de “La casa delle conchiglie”…

[Andrea Cavaletto]: E’ una storia dalle atmosfere fortemente lovecraftiane [a me sempre molto care] e nelle mie intenzioni guarda un po’ ad un certo cinema di Fulci. Non voglio svelare troppo della trama perché essendo un corto si fa in fretta a spoilerare. Comunque posso dire che vedremo Dylan e la sua fiamma del momento, Vivien, col maggiolino di lui in panne al tramonto nella desolata e lugubre campagna inglese. Cercheranno riparo da un imminente temporale in un vecchio castello diroccato, che solo all’apparenza sembra disabitato… E’ una situazione tipica dell’horror, che però mi ha permesso di confrontarmi con un certo immaginario caro a Tiziano Sclavi [il creatore di Dylan Dog].

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[LR]: Domiziano, da anni ti muovi all’interno del panorama indipendente dell’horror italiano. E tu, Andrea, hai firmato diverse sceneggiature dei suoi film. Come nasce l’idea della collaborazione su un fan-film ispirato a Dylan Dog?

[DC]: Andrea lo considero un amico, un valido professionista ed una sorta di mia estensione. Io penso le sceneggiature, lui le scrive. Le scrive esattamente come io vorrei e anche meglio. Non mi son mai trovato così bene prima di conoscerlo… col fatto che lo “sento” come una mia estensione non voglio sminuire la sua creatività, anzi… alla mia idea iniziale lui apporta sempre qualcosa di speciale. E’ una vera collaborazione in simbiosi, mirata alla crescita e alla costruzione di qualcosa di originale e bello e che funzioni. Nel caso di House of Shell è tutta farina del suo sacco… DYD è il suo mestiere e io non potevo, volevo e dovevo metterci bocca: ero curioso io per primo di leggere questo “inedito”!

 [AC]: A dire il vero l’idea mi solleticava da tempo ma, sapendo che il personaggio non è mio e che non avrei potuto fare qualcosa di ufficiale,  ho sempre preferito lasciare stare. Già immaginavo i problemi e i casini in cui mi sarei trovato… Purtroppo ho un animo da pirata fortemente schiacciato da una fastidiosa e opprimente morigeratezza. Poi però l’entusiasmo di Domiziano [con cui collaboro da tempo e di cui nutro molta stima] mi ha convinto a buttarmi nell’impresa… Quindi c’è speranza anche per me!

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[LR]: Dal lungometraggio “ufficiale” made in USA, ai vari fan film usciti negli ultimi anni, o ancora in lavorazione, l’Indagatore dell’Incubo sembra esser ormai materia magmatica per il mondo del cinema. Avete avuto modo di vederne qualcuno? Quale Dylan Dog potremo vedere ne “La casa delle conchiglie”?

[DC]: Ho visto tutti i fan movie usciti, e anche il film americano. Apprezzo molto i fan movie perché in questo panorama di desolazione, c’è chi preferisce fare… fare mettendoci la propria faccia, il proprio tempo… a volte i propri soldi. Stimo sempre chi fa in confronto con chi da seduto borbotta e punta il dito. Sicuramente Soavi pur non facendo un film su Dylan Dog, con Dellamorte Dellamore ha dato vita al personaggio più sclaviano e vicino all’Indagatore dell’Incubo. Non mi dispiace nemmeno il blockbuster americano… forse troppo criticato come film… l’unico errore è che lì manca proprio Dylan Dog, e se avesse avuto un altro titolo forse sarebbe andato molto molto meglio al botteghino e con la critica europea.

[AC]: Io personalmente credo di aver visto tutto.  Perché tutto ciò che ruota attorno al mondo di Dylan Dog mi incuriosisce e interessa. Alcune cose mi sono piaciute, altre un po’ meno, ma de gustibus… Il mio è prima di tutto un approccio da fan di vecchia data. Siccome il nostro corto per ovvi motivi non è ufficiale ed è solo ispirato al fumetto, mi sono permesso di prendermi molte libertà. Alcune di queste faranno rabbrividire i fans [già lo so, aiutooo!] ma c’è una spiegazione alle mie scelte e comunque sono state prese tutte con la coscienza di offrire al pubblico un personaggio il più realistico possibile. Quindi, nelle intenzioni, La Casa Delle Conchiglie è un horror che sta in piedi da solo, con un protagonista che è la mia interpretazione cinematografica dell’eroe del fumetto.

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[LR]: Per Dylan Dog è un momento di rinnovamento creativo, con un “riavvio” di testata programmato dal prossimo settembre, guidato da Roberto Recchioni. Il progetto del vostro fan film si lega in qualche modo a questo processo?

[AC]: Diciamo che visto che si respira tanta aria di rinnovamento, forse questo é il momento migliore per tentare un esperimento simile. Comunque, siccome nemmeno io so bene quanti e quali cambiamenti avverranno sulla testata, non essendo strettamente coinvolto, e siccome la Sergio Bonelli Editore non c’entra nulla con il mio personale progetto, posso affermare che nel corto non vi saranno riferimenti specifici al nuovo corso della serie. Ripeto, io e Domiziano abbiamo voluto dare una liberissima quanto personale interpretazione del personaggio, cercando di creare qualcosa che soddisfi prima di tutto noi come fans.

[DC]: In qualche modo sì… in qualche modo no. Ovvio che avvalendomi del supporto di uno sceneggiatore ufficiale posso dire di avere fra le mani una storia vera di un vero Dylan Dog. Però la carta è una cosa, il cinema un’altra… e ci son cose che filmicamente a mio avviso non funzionavano… è la mia visione ovvio… e quella ho voluto portare. E’ una storia di per sé rarefatta ed essenziale e l’ho apprezzata per questo concentrarsi sui personaggi senza infarcire tutto di citazioni vistose e di camei ridondanti.

[LR]: La storia raccontata ne “La casa delle conchiglie”sarà prima o poi trasposta sulle pagine del fumetto?

[AC]: Assolutamente no.

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[LR]: Domiziano, come hai scelto gli interpreti de “La casa delle conchiglie”? Siamo, ovviamente, particolarmente interessati a Stefano Cassetti, a cui hai affidato il ruolo dell’Indagatore dell’Incubo… [DC]: Io dopo la prima lettura mi son subito buttato su Veronica Gentili, per me la “Vivien” in carne ed ossa era lei. Giornalista del fatto, attrice talentuosa… bellezza vintage. Una donna bella e con carattere. Cassetti, invece, è stata una proposta di Andrea. Io non ci avrei mai pensato… Poi Andrea mi fece vedere il Dylan Dog disegnato da Nicola Mari e mi dissi… sì, in effetti sì… non è solo Rupert Everett! Stefano ha portato in scena un Dylan misurato, non spaccone, fragile in certi momenti molto umano. Mi è molto piaciuto collaborare con lui e mi sento anche onorato. E’ stato bello avere anche uno dei più prolifici sceneggiatori di Dylan, Pasquale Ruju, che entusiasta del progetto ha prestato la voce al misterioso “Uomo delle Conchiglie”. Non sapevo che oltre essere uno sceneggiatore Bonelli fosse anche un famoso ed apprezzato doppiatore!

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[LR]: Dove avete girato il film, e quando pensate che sarà possibile vederlo?

[DC]: Faremo alcuni festival dedicati e poi sarà gratis online per tutti coloro che vorranno godersi questa nostra messa in scena di Dylan Dog con un racconto praticamente inedito! Sicuramente dopo Ottobre. Ho girato in due posti magnifici: le Pagliare di Tione ed il castello Orsini di Ortucchio, entrambi in Abruzzo. Le Pagliare ed il Castello in questione hanno una particolare struttura architettonica che rende i posti davvero simili alle campagne Gallesi. Tione in particolare, senza pali della luce, senza asfalto, riporta a tempi sospesi fra passato e presente. Al Castello invece abbiamo goduto di scenari impensabili perfino per molti film di alto budget!

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[LR]: Negli ultimo giorni “La casa delle conchiglie” è stato pubblicizzato sulla pagina Facebook Ufficiale di Dylan Dog…

[AC]: Sono molto felice della cosa. D’altronde anche altre iniziative simili [vedi il fan film Dylan Dog – Vittima degli eventi] sono state segnalate sulla stessa pagina.  Vuol dire che siamo tenuti d’occhio e spero di realizzare qualcosa che sia soddisfacente per tutti.

[DC]: Ho letto e mi fa molto piacere. Devo dire che questa esperienza è stata davvero un bel tassello da aggiungere ad una collezione di belle situazioni umane e di set.

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[LR]: Andrea, ti va di chiudere con un intervento sulle novità che Dylan Dog attraverserà dal prossimo settembre?

[AC]: Come ho già detto, non essendo direttamente coinvolto, so esattamente le stesse cose che adesso sanno ormai tutti i fans [anche se, in quanto autore, ho avuto il privilegio di essere informato prima di loro… Eh! Eh!]. Credo quindi che sarebbe noioso elencare novità che ormai tanto novità non sono più. Mi limito a dire che con la nuova gestione noi autori siamo stati invitati ad “osare” e a metterci in gioco come mai prima d’ora. E prova ne è la storia che sto scrivendo proprio adesso, che già di per se ha come fulcro un argomento scottante quale le stragi scolastiche… Ecco, sentirmi dire che posso [anzi , che devo!] premere il piede sull’acceleratore mi ha davvero riempito di gioia e sono convinto che ne vedremo delle belle!

Luca Ruocco

Roma, Agosto 2014

InGenere Cinema

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