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CAPTIVE STATE di Rupert Wyatt

captive-stateAmbientato in una Chicago irriconoscibile del 2025, dieci anni dopo un’invasione/occupazione aliena, il film racconta la storia di due fratelli che rimarranno separati per molto tempo e si riuniranno solo quando il maggiore dei due guiderà un piccolo gruppo di rivoluzionari intenzionati a mettere fuori uso il sistema di tracciamentoalieno che si trova in cima alla Sears Tower. Se avrà successo, la missione potrebbe significare non solo la sconfitta degli alieni, ma anche la liberazione della razza umana.

Captive State è senza dubbio un esemplare davvero molto strano nel panorama fantascientifico degli ultimi anni. Il film prende spunto in maniera dichiarata da ciò che sta accadendo nel mondo dal punto di vista sociale, politico e ambientale e lo esaspera, immaginando un’occupazione aliena che va a colpire tutte le apparecchiature elettroniche e digitali, quindi tutto ciò da cui l’umanità dipende per le sue comunicazioni quotidiane e la sua stessa esistenza.

Può essere definito “povero” visti i suoi 25 milioni di budget, con un uso non invasivo, misurato ed essenziale degli effetti speciali, con un design originale per quanto riguarda le creature aliene, che unisce macchine e corpi, tecnologia e carne, in cui forse la scena dell’attacco dello sciame di blatte/sentinelle è una delle più riuscite.

Per quanto riguarda il suo look, il suo centro di interesse e il pubblico a cui si rivolge, il film può inserirsi in un solco della fantascienza contemporanea che rimanda a Cloverfield, Attack the Block, The Purge e i film di Neill Blomkamp [District 9, Elysium, Humandroid], ma la cosa più interessante è che finisce per ibridarsi con altri generi come la spy story o il noir, soprattutto per quanto riguarda la linea narrativa che coinvolge maggiormente i personaggi di John Goodman e Vera Farmiga.

Captive State ha un ritmo elevato che tiene incollati alla sedia, anche grazie ad una colonna sonora costante e riuscitissima [così come il sonoro] che, quasi come un altro personaggio, si muove in simbiosi alla storia e all’armonia frenetica del film.

Ed è proprio questo caos organizzato che lo rende una creatura affascinante, originale e molto riuscita.

Egidio Matinata

CAPTIVE STATE

Regia: Rupert Wyatt

Con: John Goodman, Vera Farmiga, Ashton Sanders, Madeline Brewer, Machine Gun Kelly, Alan Ruck, James Ransone, KiKi Layne, Kevin J. O’Connor, Ben Daniels, D.B. Sweeney, Jonathan Majors

Uscita in sala in Italia: giovedì 28 marzo 2019

Sceneggiatura: Rupert Wyatt, Erica Beeney

Produzione: Amblin Partners, Lightfuse & Gettaway, Participant Media

Distribuzione: Adler entertainment

Anno: 2019

Durata: 109’

InGenere Cinema

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