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IL PRIMO RE di Matteo Rovere

il-primo-reÈ inutile negarlo: Il Primo Re di Matteo Rovere è il film italiano più atteso di quest’anno. Anzi, degli ultimi anni.

Di certo è il primo prodotto che tenta con ambizione e consapevolezza di fare un passo deciso in avanti per uscire dalla comfort zone in cui il nostro cinema si è chiuso da un po’ di tempo, provando a lanciarsi verso una dimensione davvero internazionale e competere con altri prodotti audiovisivi di alto livello. Non è un caso che le fonti di ispirazione vadano da Valhalla Rising a Game of Thrones, da Vikings a The Revenant.

È attesissimo anche perché si tratta del nuovo film di Matteo Rovere, il quale ha dimostrato di essere un uomo di cinema di importanza fondamentale nel panorama italiano contemporaneo, sia a livello produttivo che a livello autoriale inteso in senso stretto, una figura trasversale, moderna e realmente al passo coi tempi. È molto atteso perché il protagonista [non protagonista] è interpretato da Alessandro Borghi, l’attore italiano, insieme a pochi altri, che si sta imponendo con più forza in questi anni. Ed è molto atteso perché racconta la lotta fratricida tra Romolo e Remo, il mito fondativo alla base della nostra cultura e la leggenda che dà il via alla nascita dell’Impero Romano.

Ma il film, in fin dei conti, mantiene le promesse oppure no?

Sì. Per buona parte sì.

Tra le cose positive c’è di certo tutta la realizzazione dal punto di vista tecnico. Rovere rimane fedele ai suoi modelli d’ispirazione ma riesce anche a reinventare un immaginario allo stesso tempo mitico e storico, fortemente legato al background culturale italiano.

La fotografia [con un uso predominante della luce naturale, a opera di Daniele Ciprì], il trucco, le scenografie, la colonna sonora [che usa in maniera calzante anche brani di musica elettronica per raccontare un momento ben preciso dell’evoluzione di Remo, in contrasto con le sonorità epiche e più candide che accompagnano Romolo], le interpretazioni: in generale, il look del film è davvero ammirevole e impeccabile.

Per parlare delle cose che funzionano di meno dobbiamo partire dal principio.

Il film si apre con una citazione di William Somerset Maugham: “Un dio che può essere compreso non è un dio”. La tematica del divino è molto preponderante all’interno della narrazione, ma finisce per influire negativamente da due punti di vista: 1) se Dio non è comprensibile non è detto che non possa essere rappresentabile; la sacerdotessa, il fuoco e qualche bisbiglio non bastano; 2) spostare il destino totalmente nelle mani di un dio misterioso sembra quasi deresponsabilizzare le azioni dei due fratelli, con i quali purtroppo non si entra mai davvero in empatia, esclusa la prima parte del film [davvero coinvolgente e senza un attimo di respiro].

In alcuni momenti si ha la sensazione che Il primo re potesse essere anche più “estremo”, meno tendente ad un intrattenimento mainstream, con meno ralenty, meno dialoghi, meno spiegazioni, meno discorsi motivazionali e più propenso a prendere la strada del già citato Valhalla Rising.

Anche lo scontro tra Romolo e Remo non sembra essere carico del pathos necessario e avviene grossomodo come gli altri eventi del film, quando invece avrebbe avuto bisogno di una marcia in più.

Messo così potrebbe sembrare quasi un bilancio negativo. Non lo è.

Il primo re è un ottimo film, coraggioso e di forte impatto, e merita di essere visto in sala; non mantiene per le due ore di durata sempre lo stesso livello, ma è comunque una mosca bianca nel cinema italiano, traccia un solco profondo e di fondamentale importanza, nel quale si spera possano inserirsi molti altri.

Egidio Matinata

IL PRIMO RE

Regia: Matteo Rovere

Con: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Tania Garriba, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi, Michael Schermi, Max Malatesta, Vincenzo Perrotta

Uscita in sala in Italia: giovedì 31 gennaio 2019

Sceneggiatura: Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere

Produzione: Groenlandia, Rai Cinema, Gapbusters, Roman Citizen

Distribuzione: 01 Distribution

Anno: 2018

Durata: 119’

InGenere Cinema

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