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TAFANOS di Riccardo Paoletti

Al principio ci fu Tafanos di Carlo Giudice. Poi, un paio d’anni dopo, arrivò Tafanos – L’inizio a condurre la nostra cinematografia verso la commedia horror splatter di serie B, tanto amata dagli americani. I risultati non furono esaltanti, ma qualcosa in questo soggetto sembra ancora incuriosire gli addetti ai lavori nostrani. Ed ecco arrivare – di nuovo – Tafanos di Riccardo Paoletti.

Un gruppo di amici e un weekend da trascorrere in un’isolata casa tra le montagne, lontano dallo stress e – loro malgrado – anche dai cellulari, per via di un problema alla reta telefonica. A rovinare la quiete la notizia dell’evasione di un serial killer da un carcere vicino e, soprattutto, uno sciame di feroci tafani carnivori.

È davvero complesso sviluppare un pensiero critico chiaro e costruttivo circa il nuovo film di Riccardo Paoletti, un po’ per la difficoltà di comprendere la direttrice di un progetto come il suo, nonché per il risultato discontinuo e caotico del film stesso. La logica commerciale, direte voi, è abbastanza evidente: cavalcare fenomeni discutibili ma di successo, come i prodotti Asylum a esempio, seguendo la più classica delle ricette ‘cinematografare’, che vede a fronte di un piccolo investimento – a volte piccolissimo – un grande ricavo.

Tuttavia, dietro Tafanos non troviamo una piccola realtà produttiva, autofinanziata che con una videocamera digitale e con un paio di software di editing e di VFX realizza il suo filmetto trash ed exploitation. Al contrario, c’è un colosso della comunicazione come SKY, oltre a un gruppo editoriale di tutto rispetto come Minerva Pictures. È come se Armani copiasse la merce contraffatta dei negozi cinesi dell’Esquilino.

E allora Tarantino? Anche lui fa il Grindhouse con milioni di dollari di budget?! In effetti è vero e questo ci porta ad affrontare Tafanos da un punto di vista più strettamente cinematografico.

Paoletti presenta la sua ultima fatica come un omaggio al cinema di serie B degli anni ’70, con un inchino evidente ai monster movie di Don Siegel e Robert Wise di qualche decennio prima. Attitudine ‘tarantiniana’ non c’è che dire. Sfortunatamente, le buone intenzioni del regista naufragano quando queste sono costrette a relazionarsi con un modo di concepire questo divertissement cinefilo molto contemporaneo, figlio di un’iniziativa cinematografica nata negli anni 2000 e diffusasi in rete come un virus. È un modo sciatto, eccessivo e parodistico di vedere il Genere che fa del suo punto di forza la povertà dei mezzi e la ridicolaggine della vicenda e della sua messa in scena. Siamo difronte alla serie Z della Settima Arte che trova consenso nella comicità involontaria, nell’eccesso cercato e reiterato e a volte – ma non è il caso di film come Sharknado, che sia chiaro – nello spirito sovversivo e anarchico che li anima. Tafanos, dunque, vorrebbe rivolgersi a quel pubblico che ama ridere sguaiatamente al cospetto di effettacci roboanti, computer grafica dozzinale e situazioni paradossali, affrontate dai propri protagonisti con grande serietà e trasporto. Eppure, non nasconde l’ambizione e l’amore per un cinema di horror e fantasy molto più strutturato e dignitoso.

Il risultato è un film di confine che non riesce a schierarsi con decisione, restando in un limbo galleggiate che disinnesca ogni idea e ambizione cinematografica. La linea comedy è fin troppo ingenua e non riesce mai a divertire – si ride davvero di rado – lo sviluppo della trama non intrattiene e lo splatter, manco a dirlo, non spaventa o disgusta. Un cast per lo più formato da attori televisivi fa il resto, consegnandoci un oggetto misterioso che potrebbe deludere il target a cui mirava.

Detto questo, la riflessione che Tafanos ci consegna è la medesima: ma davvero è questo il modello di cinema di Genere che la nostra cinematografia dovrebbe inseguire? È questo il prodotto di esportazione che stiamo cercando da anni? Una copia di una copia è la risposta a decenni di interrogativi sull’horror italiano?

Ai posteri l’ardua sentenza.

Paolo Gaudio

TAFANOS

Regia: Riccardo Paoletti

Con: Alessio Lapice, Cristina Marino, Salvatore Langella, Filippo Tirabassi, Federico Tolardo, Giulio Greco, Lana Vlady, Maria Grazia Giannetta, Salvatore D’Onofrio

Usciata televisiva italiana: mercoledì 4 luglio 2018

Sceneggiatura: Andrea Garello

Produzione: Minerva Pictures, Sky Cinema

Distribuzione: SKY

Anno: 2018

Durata: 90’

InGenere Cinema

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