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IL FILO NASCOSTO di Paul Thomas Anderson

il-filo-nascostoLo scorrere sullo schermo dell’ultimo fotogramma dei titoli di coda de Il filo nascosto porterà con sé una serie di stati d’animo e di emozioni, opposte e combinate, che giocoforza travolgeranno lo spettatore di turno: da una parte quella meravigliosa e insostituibile sensazione di avere assistito a un’opera di straordinaria bellezza, di quelle destinate a restare impresse nella memoria; dall’altra quella altrettanto dolorosa di rappresentare suo malgrado il definitivo, a parole del diretto interessato, canto del cigno di colui che ha impreziosito la suddetta pellicola con l’ennesima imponente performance attoriale della sua filmografia. Di conseguenza, una volta terminata la visione del nuovo film di Paul Thomas Anderson, nelle sale nostrane dal 22 febbraio dopo la proiezione [musicata dal vivo] all’International Film Festival Rotterdam 2018 [sezione Limelight], si dovrà purtroppo fare i conti anche con il dispiacere grandissimo di dovere rinunciare a malincuore al contributo attoriale di Daniel Day-Lewis.

Dunque, Il filo nascosto sarà ricordato, non solo per i suoi indubbi meriti artistici e tecnici, ma anche per essere, a scanso di un futuro ripensamento [lo speriamo tanto], l’addio di Daniel Day-Lewis alla Settima Arte, la stessa alla quale il pluri-decorato [tra cui tre Oscar, due Golden Globe e quattro BAFTA] interprete britannico ha regalato dal 1982 ad oggi indimenticabili performance davanti la macchina da presa.

Non stiamo qui a elencarle, perché ciascuna di esse ha lasciato a suo modo il segno sul grande schermo, ma una cosa è certa: il vuoto scavato da questa sua decisione di abbandonare il cinema è davvero profondo e a nostro avviso incolmabile. Ce ne dovremo, però, fare una ragione, felici quantomeno che tale uscita di scena è stata memorabile e degna di un addio. A regalargliela è stato il cineasta statunitense Paul Thomas Anderson, che gli ha messo a disposizione un secondo bellissimo personaggio dopo quello di Daniel Plainview de Il petroliere. A sua volta, Day-Lewis ha risposto nel migliore dei modi, ossia con l’arma che meglio conosce, la recitazione, consegnando alla platea un’interpretazione intensa, potente e capace di restituire sullo schermo le diverse e svariate sfumature caratteriali di una figura estremamente complessa come quella del celebre sarto Reynolds Woodcock che, in coppia con sua sorella Cyril, rappresenta l’indiscusso protagonista della moda britannica degli anni Cinquanta. Con le loro creazioni vestono famiglie reali, star del cinema, ereditiere, debuttanti e dame dell’alta società. Scapolo incallito, amatissimo dalle donne, Woodcock controlla e pianifica la sua vita come un abito su misura fino all’incontro con la giovane Alma che ne diviene presto musa e amante e che rivoluzionerà la sua esistenza.

Il filo nascosto è un melodramma in costume nelle cui vene scorrono sottili e inquietanti trame gialle, che si palesano quando alla componente sentimentale si affiancano e prendono corpo morbose, ansiogene e ossessive dinamiche di coppia. Ne nasce un film che mostra le due facce dell’amore, quello puro e passionale da una parte, contrapposto a quello distorto, possessivo e totalizzante dall’altra. In tal senso, la dipendenza reciproca che finisce con il legare attraverso un “filo nascosto” i due protagonisti riporta la mente quella della serva Griet e del pittore Jan Vermeer, raccontata nel 2003 da Peter Webber nell’adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Tracy Chevalier, La ragazza con l’orecchino di perla. Quello firmato da Anderson è a tutti gli effetti un film sull’amare e sull’essere amati, sulle conseguenze imprevedibili di un sentimento incontrollabile, dalla creazione sino alla sua possibile dissoluzione. La scrittura solida e camaleontica dell’autore consente a questo percorso amoroso irto di ostacoli di generare momenti di travolgente trasporto e di glaciale quanto sofferta passività, dove le emozioni trasmesse allo spettatore salgono e scendono come l’asticella di un termometro. E se questo ottovolante di emozioni funziona alla perfezione, il merito è anche delle scintille che Daniel Day-Lewis e la talentuosa collega lussemburghese Vicky Krieps riescono a gettare sullo schermo.

Da parte sua, registicamente parlando, Anderson punta sull’eleganza della forma e della messa in scena, curata come al solito nei minimi dettagli per dare alle atmosfere la giusta temperatura, percorrendo una direzione simile a quella di The Master e diametralmente opposta a quella che aveva caratterizzato invece il precedente Inherent Vice, allucinogeno trip cinetico e narrativo con il quale il regista americano ha trasposto sette anni or sono l’omonimo romanzo di Thomas Pynchon. Ciò dimostra per l’ennesima volta quanto camaleontico, ma allo stesso tempo riconoscibile, sia il tocco stilistico di un cineasta che, a differenza di tanti altri delle diverse latitudini, proprio non riesce a deludere le attese. Non è un caso che Il filo nascosto sia, se non il migliore, uno dei migliori film del 2017. Vedere per credere!

Francesco Del Grosso

IL FILO NASCOSTO

Regia: Paul Thomas Anderson

Con: Daniel Day-Lewis, Lesley Manville, Vicky Krieps, Camilla Rutherford, Bern Collaço, Richard Graham, Jane Perry, Ingrid Sophie Schram, Sarah Lamesch, Pip Phillips, Kelly Schembri

Uscita in sala in Italia: giovedì 22 febbraio 2018

Sceneggiatura: Paul Thomas Anderson

Produzione: Annapurna Pictures, Focus Features, Ghoulardi Film Company

Distribuzione: Universal Pictures

Anno: 2017

InGenere Cinema

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