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LE COSE CHE VERRANNO – L’AVENIR di Mia Hansen-Løve

Nathalie insegna filosofia in un liceo di Parigi. Per lei la filosofia non è solo un lavoro, ma un vero e proprio stile di vita. Un tempo fervente sostenitrice di idee rivoluzionarie, ha convertito l’idealismo giovanile nell’ambizione di insegnare ai giovani a pensare con le proprie teste e non esita a proporre ai suoi studenti testi filosofici che stimolino il confronto e la discussione. Sposata, due figli e una madre fragile che necessita di continue attenzioni, Nathalie divide le sue giornate tra la sua famiglia e la dedizione al pensiero filosofico, in un contesto di apparente e rassicurante serenità. Ma un giorno, improvvisamente, il suo mondo viene totalmente stravolto: suo marito le confessa di volerla lasciare per un’altra donna, la mamma muore, i figli sono ormai cresciuti, e Nathalie si ritrova, suo malgrado, a confrontarsi con un’inaspettata libertà.

Con il pragmatismo che la contraddistingue, la complicità intellettuale di un ex studente, e la compagnia di un gatto nero di nome Pandora, Nathalie deve ora reinventarsi una nuova vita.

E’ il primo film di Mia Hansen-Løve in cui lo sguardo, il punto di vista privilegiato, non riguarda personaggi giovani in maniera esclusiva. Succedeva anche ne Il padre dei miei figli, ma l’importanza del punto di vista della giovane figlia finiva comunque per prevalere sulle vicende schematiche e fin troppo razionali degli adulti.

Ne Le cose che verranno – L’Avenir, invece, i personaggi maturi la fanno da padrone. Protagonisti borghesi di una società e di un mondo idealizzato e utopico, che però si trovano comunque a fare i conti con l’età che avanza, la rottura di rapporti, relazioni e abitudini che si pensavano indissolubili, e le domande cardine che da sempre affliggono gli esseri umani: possiamo credere al contempo nella libertà e al destino? Come affrontare l’ineluttabilità dello scorrere del tempo? Come riconquistare l’affermazione del sé, quanto tutto ciò che ci caratterizzava sembra dissolversi davanti ai nostri occhi?

Come è giusto che sia, l’autrice non dà una risposta, ma si serve della domanda per creare la storia e i personaggi, seguendoli in questa loro porzione di vita.

Il film scorre con grazia e semplicità, con una linearità costante, senza svolte repentine o capovolgimenti forzati, grazie ad una scrittura semplice e diretta, ma allo stesso tempo musicale e poetica, perfettamente supportata dalla messa in scena sobria e che riesce a rendere ogni ambiente, ogni movimento e ogni sguardo pregno di un significato e di un’anima.

La narrazione e il ritmo interno del film corrispondono perfettamente alla recitazione di Isabelle Huppert: funzionale, mai caricata eccessivamente, capace di aderire perfettamente al personaggio e di restituirne psicologia e carattere, nei suoi passaggi dal drammatico al comico, nella sfera privata e nei rapporti con i vari contesti in cui è inserita, senza forzature o esagerazioni.

Mia Hansen-Løve si conferma come uno dei migliori talenti del cinema europeo e una grande narratrice della straordinarietà del quotidiano, capace di raccontare storie universali con uno sguardo colto, originale, raffinato ed emotivamente coinvolgente.

Storie in cui ci verrebbe voglia di vivere.

Egidio Matinata

LE COSE CHE VERRANNO – L’AVENIR

Regia: Mia Hansen-Løve

Con: Isabelle Huppert, André Marcon, Roman Kolinka, Edith Scob, Sarah Le Picard, Solal Forte, Elise Lhomeau, Lionel Dray, Gregoire Montana-Haroche, Lina Benzerti

Uscita in sala in Italia: giovedì 13 aprile 2017

Sceneggiatura: Mia Hansen-Løve

Produzione: CG Cinema, Arte France Cinema, Detail Film, Rhone-Alpes Cinema

Distribuzione: Satine Film distribuzione

Anno: 2017

Durata: 100’

InGenere Cinema

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