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THE LEGEND OF TARZAN di David Yates

the-legend-of-tarzan1In questa epoca di remake, reboot, spin off e quant’altro, nessuno sembra essere più al riparo. A quanto pare, nemmeno la creatura mitica, nata dalla mente e dalla penna di Edgar Rice Burroughs, è riuscita a sfuggire a questa mania sconsiderata di riproporre convulsivamente qualsiasi cosa possa vantare un fandom o semplicemente, che sia già nota ai più. Ed ecco arrivare The Legend of Tarzan, ipertrofico e supereroistico rifacimento delle avventure del Signore delle Scimmmie, diretto da David Yates, con Alexander Skarsgård e Margot Robbie, attrice che presto vedremo nei panni di Harley Quinn nell’attesissimo Suicide Squad.

Sono passati molti anni da quando l’uomo, una volta conosciuto come Tarzan ha lasciato la giungla africana per tornare ad una vita imborghesita come John Clayton III, Lord Greystoke, con al suo fianco l’amata moglie Jane. Invitato a tornare in Congo per servire da emissario commerciale del Parlamento, ignora di essere una pedina in una convergenza mortale di avidità e vendetta ordita dal capitano belga Leon Rom.

Questa lunga estate cinematografica sta palesando in maniera incontrovertibile – qualora ce ne fosse stato bisogno – la totale assenza di visione che l’industria hollywoodiana dimostra di possedere.

the-legend-of-tarzan2La pellicola di Yates, così come molte altre uscite in questo periodo, riducono le ambizioni di realizzare spettacolo e intrattenimento, al più deprimente conformismo formale e di contenuto. Ammettendo che lo spunto di evitare un film di genesi, nel quale raccontare l’origine e la crescita dell’uomo-scimmia, appare appropriato, la scarsa creatività e forza dell’avventura narrata dimostra tutta la fragilità di un prodotto fatto in serie, nel quale è impossibile trovare passione o amare per ciò che si sta raccontando. Questo artificio è talmente evidente che non consente alle cose buone di esserlo per davvero [pensiamo alla struttura ricca di flashback con la quale mostrare il mito o la leggenda, appunto, di Tarzan, molto simile a quella utilizzata da Mel Gibson per La Passione di Cristo] o ai molti momenti romantici e profondi che non raggiungono mai le vette epiche desiderate. Ci riferiamo al ritorno di Tarzan e Jane in africa, all’incontro con i leoni o gli elefanti, amici di infanzia del nostro eroe, oppure al racconto cantato dagli indigeni sul mito dell’uomo allevato da un gorilla. Tutti momenti che necessitavano di visione e cuore, ma che sfortunatamente restituiscono allo spettatore solo l’intenzione, l’idea, mancando clamorosamente il bersaglio del sentimento.

_B4B1332.dngUn’ulteriore dimostrazione di quanto questa ultima fatica di Yates – che presto tornerà nel mondo magico di Harry Potter con Animali Fantastici – Dove trovarli? – sia posticcia e forzata, è rappresentata dalla goffa ricostruzione storica che mal si sposa con l’avventura fantastica al centro del film. Si avverte la netta sensazione di un tentativo estremo di far coesistere cose molto lontane tra loro, come il desiderio di realismo all’interno di un universo assolutamente fantastico. La contestualizzazione storica, infatti, si sgretola fotogramma dopo fotogramma sotto i colpi di un continuo contradirsi, nel quale si vuol raccontare la tratta degli schiavi neri, alternata agli atteggiamenti emancipati di Jane: una lady di tardo ottocento [sic!].

the-legend-of-tarzan4Tutto questo condito da una CGI invadente ed eccessiva e da un villan, il mal capitato Chistoph Waltz, mai temibile neppure per un istante.

Continua il periodo nero per Hollywood – in termini di creatività, originalità e buon cinema, che sia chiaro – e ciò che si prospetta all’orizzonte, non promette niente di buono. Che il cielo ci protegga tutti.

Paolo Gaudio

THE LEGEND OF TARZAN

1.5 Teschi

Regia: David Yates

Con: Alexander Skarsgård, Margot Robbie, Samuel L. Jackson, Christoph Waltz,Ella Purnell, Djimon Hounsou, John Hurt

Uscita sala in Italia: giovedì 14 luglio 2016

Sceneggiatura: Stuart Beattie, Craig Brewer

Produzione: Dark Horse Entertainment, Jerry Weintraub Productions, Riche Productions

Distribuzione: Warner Bros.

Anno: 2016

Durata: 110′

InGenere Cinema

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