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THE BLIND KING di Raffaele Picchio

the-blind-king1Il Fantafestival 2016 è entrato a pieno regime, dopo la giornata di presentazione, e tra i graditi ritorni assistiamo a quello tanto atteso di un regista che ha fatto molto discutere di se e della sua opera prima: Morituris.

Stiamo parlando di Raffaele Picchio e vogliamo approfondire il suo secondo lavoro dietro la macchina da presa: The Blind King. Stiamo assistendo ad una pellicola che si discosta completamente dal gusto sporco e sperimentale della sua opera prima e che insieme al raggiungimento di una maturità, mostra anche un po’ la perdita di quella lucentezza e genuinità che hanno reso noto al pubblico un diamante grezzo come Picchio.

Infatti, il sapore che si respira guardando The Blind King è proprio l’esigenza da parte del regista di trovare una collocazione, una nicchia nel genere horror che in qualche modo lo faccia facilmente identificare dal pubblico e lo renda decifrabile ma, al contempo, sembra quasi impossibile per il regista starsene buono, seduto, composto nella sedia che magari egli stesso si era prefisso di occupare.

Le cose degne di nota di The Blind King sono proprio le sgrammaticature, le alzate di capo di un regista irrequieto che forse molto di sé ha trasferito nel personaggio di Craig [Aaron Stielstra], soprattutto in merito alle frustrazioni che ogni artista prova fino a quando non si è costruito un nome e una magnificenza nel cuore dell’opinione pubblica. Il tempo passa, i successi tardano ad arrivare e in Craig serpeggia la consapevolezza che non riuscirà mai ad incidere il proprio nome nelle pagine della storia e gli sembra che tutti intorno a lui [moglie compresa] gli facciano una colpa del suo fallimento. L’uomo non può fare che accettare, subire la vessazione di tutto il creato.

Di più non vogliamo svelare sulla trama di un film che solo inizialmente fa un grande tributo allo stile di pellicole come The Babadook ma che poi vira completamente l’attenzione del pubblico spostandola dalla figlia di Craig, Jennifer [Eleonora Marianelli], al protagonista maschile della storia. Nelle realizzazione dell’onirico Picchio dimostra tutto il suo solido retroterra culturale in fatto di horror e un gusto impeccabile per scegliere le immagini giuste per disgustare il pubblico.

the-blind-king2La sceneggiatura purtroppo non è stata sostenuta da dialoghi degni dello spessore drammaturgico e delle allegorie che il regista di Morituris voleva mettere in scena e risultano essere fin troppe le spiegazioni raccontate dai protagonisti della vicenda circa il loro passato. Per tirare le somme l’opera seconda di Raffaele Picchio paga lo scotto di un budget troppo risicato per rendere a livello visivo quello che era il vero intento del regista e, forse, gli mancava quel guizzo a livello stilistico che gli facesse ovviare a spiegazioni alle volte troppo ridondanti.

Chi scrive è convinto che molto spesso per film come questi, carichi di fascino e di molteplici significati, sarebbe meglio lasciare certi accadimenti alla libera interpretazione del pubblico che diradare completamente le nebbie del dubbio facendo perdere così tutto l’alone di mistero che un opera come questa deve giustamente avere.

Paolo Corridore

THE BLIND KING

2 Teschi

Regia: Raffaele Picchio

Con: Aaron Stielstra, Désirée Giorgetti, David White, Eleonora Marianelli, Sofia Pauly

Uscita in sala in Italia: /

Sceneggiatura: Raffaele Picchio, Lorenzo Paviano

Produzione: Luca Boni, Marco Ristori, Russ Rossi

Distribuzione: /

Anno: 2016

Durata: 90′

InGenere Cinema

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